Oscar 2017: chi vincerà? Ecco le previsioni e i pronostici più caldi

Autore: Elisa Giudici ,

Mentre a Los Angeles fremono i preparativi e si srotola proprio in queste ore il tappeto rosso che verrà calcato dalle stelle del cinema domenica notte, in tutto il mondo è salita ancora la febbre degli Oscar, tra quote e scommesse. Quest'anno l'attesa è tanta perché tra il rovente clima politico statunitense e l'inclusione di oltre 700 nuovi membri votanti dell'Academy (molti dei quali con passaporto internazionale), indovinare chi vincerà risulta più difficile del solito. Prevarrà l'ala tradizionale e conservatrice dell'Academy o saranno le nuove leve a dettare la linea, o forse prevarrà l'urgenza di lanciare un messaggio anche politico? La sfida sembra ancora apertissima per molte statuette di prestigio, ma non ci tireremo indietro: ecco i nostri pronostici! 

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Miglior Film Straniero

All'annuncio della longlist, i giochi sembravano fatti e la Germania sembrava avere l'Oscar in pugno per il bizzarro ma stupefacente Toni Erdmann (la nostra recensione). Con il passare del tempo però sia il candidato svedese sia quello iraniano hanno insidiato questa certezza. In particolare Asgar Fahradi è risalito fino a diventare il front runner di categoria, forse anche per merito della sua protesta contro il bando anti musulmani proclamato da Trump. 

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Secondo gli esperti vincerà Il Cliente (la nostra recensione), tallonato a distanza ravvicinata da A Man Called Ove. Secondo la sottoscritta invece la chiusura del termine di voto, scaduta già da qualche settimana, non influenzerà così tanto il risultato previsto. Sarà una corsa all'ultimo voto, ma credo e spero che la Germania porterà finalmente a casa l'Oscar che merita da anni con Toni Erdmann, il film che ha convinto Jack Nicholson a tornare a recitare.

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Migliori sceneggiature

Gli sceneggiatori sono spesso una categoria dimenticata, ma sia nella sezione dedicata alle opere originali sia in quella destinata agli adattamenti di opere letterarie e teatrali il peso specifico percepito a Hollywood è molto alto: ottenere una nomination o addirittura vincere, significa venire notati e vedersi poi in futuro affidati progetti importanti. 
Per quanto riguarda i soggetti originali, è guerra aperta tra La La Land e Manchester by The Sea (e tra i loro registi, che figurano anche come sceneggiatori) che ormai da settimane si tallonano in un testa a testa tra i pronostici. Molto dipenderà dalla volontà dell'Academy: dare un contentino al film degli Amazon Studios per consegnare la vittoria al musical dell'anno nelle categorie davvero fondamentali o seguire il cuore e la conta, portando a risultati talvolta incredibili (ricordate Spotlight, che perse tutte le sfide importanti ma poi trionfò come miglior film?). L'impressione della sottoscritta è che prevarrà La La Land, ma davvero di misura. 

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Senza il suo principale oppositore in cinquina, qui Moonlight non dovrebbe davvero avere rivali, nonostante nominati come Arrival vantino un ottimo processo di adattamento da un romanzo molto premiato e amato. Secondo gli scommettitori, questa è una delle poche categorie in cui non c'è davvero gara e la vittoria del dramma afroamericano più acclamato dell'anno (che vi abbiamo consigliato di recuperare al cinema) è più che assicurata.

Miglior regia

Anche qui il duello è davvero avvincente, perché sono ben tre le candidature che hanno concrete possibilità di aspirare alla vittoria. Nelle ultime ore il regista Damien Chazelle viene accreditato con più sicurezza come papabile vincitore, ma sia Barry Jenkins sia Kenneth Lonergan saranno due clienti scomodissimi nel caso si verifichi una spaccatura tra i votanti nell'Academy. Damien Chazelle (che presto tornerà a dirigere Ryan Gosling) può ben sperare di stringere una statuetta a fine serata a parer mio, ma nel caso che una fetta dell'ala più tradizionalista dell'Academy decida di premiare Lonergan, allora tenetevi pronti perché si andrebbe a una sfida all'ultimo voto, dalle conseguenze imprevedibili (e non solo in questa categoria). 

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Migliori attori 

Sul versante maschile sembrava che i giochi fossero fatti, invece si è tutto ribaltato nelle ultime settimane. Casey Affleck sembrava finalmente uscito dal cono d'ombra del fratello e pronto a ritirare l'Oscar più scontato della serata, salvo poi vedere le proprie quote insidiate alla rapida, pericolosissima ascesa di Denzel Washington, protagonista del dramma da lui stesso diretto Barriere (la nostra recensione). In caso di voto politico, questo Oscar sicuro sarà uno dei primi a sfumare. La mia impressione è che anche qui sarà davvero questione di minuzie, ma Casey Affleck partiva da stra-favorito con il dolente e bellissimo Manchester By The Sea (altra visione più che consigliata) e un vantaggio del genere non lo si perde così facilmente. Secondo voi chi la spunterà? 

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Per quanto riguarda invece gli interpreti maschili non protagonisti, regna davvero il caos, sia tra gli scommettitori sia tra gli appassionati. La risposta più logica che vi darò è una vittoria bloccata per Mahershala Ali, lo spacciatore paterno protagonista del primo segmento di Moonlight: sarebbe un voto di ripiego, per fare in modo che il film non esca dalla serata a mani vuote nel caso La La Land faccia incetta di premi. In realtà però qui non c'è un nome che si è imposto sugli altri con autorevolezza, quindi anche Dev Patel o Jeff Bridges sono della partita

Miglior Attrici

Qui c'è la sfida più appassionante dell'intera competizione. A parere di chi vi scrive sul piano qualitativo, chiunque vinca l'Oscar al posto di Natalie Portman le sta rubando la statuetta, perché la sua performance nell'incredibile film di Pablo Larrain Jackie (che vi stra-consiglio di vedere questa settimana al cinema) non ha proprio rivali. Il problema è che il film non è un front runner in altre categorie importanti, il che può penalizzare - e di molto - la sua protagonista.

Con l'esclusione amara di Amy Adams per Arrival, la partita però non si è fatta più semplice: da una parte Emma Stone gode del traino di La La Land e di una pressante campagna promozionale, dall'altra Isabelle Huppert si è portata a casa il golden globe e, a sorpresa, persino la nomination. Attenzione davvero: secondo me la grandissima attrice francese ha tutte le carte in regola per lasciare Emma Stone a bocca asciutta. Se dovessi puntare su un risultato sorprendente nella serata, direi Huppert vincitrice, senza sottovalutare Natalie Portman. E voi?

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Nella categoria dedicata alle non protagoniste invece regna la noia più assoluta. Le altre nominate possono anche non presentarsi, tanto la statuetta è già prenotata a nome di Viola Davis. 

Miglior Film

Finalmente nel 2017 la categoria regina, quella più prestigiosa, è apertissima fino all'ultimo, tanto che i principali contendenti sono ancora impegnatissimi nella campagna promozionale dei rispettivi film. Come già anticipato, la lotta tra 3 grandi contendenti oggettivamente molto diversi per tematiche e taglio cinematografico (quindi più probabilmente in grado di polarizzare ciascuno un bacino specifico di voti) è resa ancora più agguerrita dal grande enigma della vigilia: l'Academy cercherà di mandare un messaggio politico rivoluzionario al nuovo presidente degli Stati Uniti d'America (come ha fatto già Meryl Streep ai Golden Globe) oppure sarà reazionaria, scegliendo di premiare la visione rassicurante e senza tempo di La La Land? Se il film di Damien Chazelle guida indubbiamente la corsa, Moonlight (che raccoglierà i voti di alcune minoranze e della fetta liberal dei votanti) e Manchester By The Sea (che potrebbe condensare su di sé i voti di quanti hanno mosso critiche sensate all'opera di Chazelle) lo tallonano davvero da vicino, tanto che gli scommettitori presentano quote interessanti per questo tris di film. Da non sottovalutare poi in questa corsa a tre anche l'influenza del novello ex di Angelina Jolie Brad Pitt, produttore di Moonlight che qualche anno fa aiutò molto la campagna di 12 Anni Schiavo, nelle stesse vesti.

Secondo me non bisogna sottovalutare la parte silenziosa ma molto influente dell'Academy, quella che per esempio ha permesso al controverso Mel Gibson di tornare a macinare consensi. Ovvero quella fetta d'età avanzata e d'influenza repubblicana che consegnerà con ogni probabilità la vittoria al tiepido spirito critico e all'appassionata nostalgia di La La Land. Secondo voi cosa succederà? 

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