Patate fritte, da cibo a fenomeno della cultura pop

Autore: Elisa Erriu ,
Lifestyle
10' 40''

Oggi, 13 luglio, è la Giornata mondiale delle patatine fritte. Immaginate una stanza buia, il silenzio. Immaginate la tensione. Poi qualcuno, in un angolo, all'improvviso sgranocchia alcune patate fritte. Questo è uno dei motivi per cui non è possibile definire i piccoli tuberi come "semplice cibo". Le patate fritte sono "il" semplice cibo. Le patate fritte sono uno strumento di regia e di comunicazione. Le patate fritte sono arte. 

Hamburger, pizza, Coca-Cola e pop corn sono allo stesso modo entrati nell'immaginario collettivo come icone della cultura pop, gli alimenti prescelti per le Divinità dei divani e della carta inchiostrata. Eppure nessuno tra tali cibi è altrettanto versatile come una patatina fritta.

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Avvolte dal mistero e da un fragrante fascino croccante, celebrato recentemente anche dal film Flamin' Hot, disponibile in esclusiva su Disney+, per raccontarvi le origini, i segreti e le "piccanti" curiosità delle patate che hanno fatto la storia.

Patate fritte: una tira l'altra

Chi ha inventato le patate fritte? Una storia "agguerrita"

Nessuno sa la vera origine delle patate fritte. E vi consigliamo di non chiederla in Francia, perché niente scatena il putiferio in una cucina francese  più di questa domanda (oltre alla vera origine del croissant, delle baguette, delle crêpes, dei macarons... insomma, non fate proprio domande in una cucina francese). 

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Ci sono diverse leggende a proposito: una vedrebbe i francesi come i veri genitori della patatina fritta, un'altra, invece, attribuisce al Belgio la genitorialità. Un'altra ancora sostiene persino che un americano le abbia create per fare soltanto un dispetto.

L'inizio di questa storia "agguerrita", in una versione o nell'altra, risale alla fine del 1600, quando la coltivazione di patate aumentò.

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Ideale per i foodies che amano le patatine fritte salate con ketchup. Tinta unita: 80% Cotone, 20% Poliestere; Grigio cenere: 78% Cotone, 22% Poly; Grigio scuro: 50% Cotone, 50% Poliestere
 

Importate dall'America, questi tuberi crescevano molto velocemente, necessitavano poche cure e dato che si coltivavano sotto terra, non subivano troppi danni dagli agenti atmosferici o dagli eserciti che in quegli anni si davano un gran da fare sui campi di battaglia. Come cibo, però, suscitavano sospetti negli europei: si possono mangiare? E come? 

Non erano particolarmente saporite, però erano molto sostanziose e nutrienti. Quasi tutti potevano permettersele. Così le patate continuarono a essere usate in cucina, nelle zuppe, nei contorni e persino come sostituto del pane. 

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Nel 1700 qualcuno ebbe la brillante idea di friggerle. E fu un successo. Secondo i francesi, questa idea nacque in seno alla Rivoluzione francese nel 1789. Proprio Antoine Parmentier, celebre farmacista e agronomo francese, lanciò una campagna per promuovere il consumo delle patate in tutta la Francia.

Per incentivare il consumo, infatti, promosse persino diversi metodi di preparazione. Quindi i francesi non solo avrebbero inventate le patate fritte, ma anche il taglio a bastoncino o a listarelle.

D'altra parte, i belgi sostengono al contrario che siano stati loro a inventarle, addirittura 100 anni prima della Rivoluzione francese. A conferma delle loro teorie, c'è un manoscritto del 1781 che complica infatti la vicenda.

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Questo libro racconta di come i belgi fossero appassionati di un particolare tipo di frittura. Erano soliti pescare piccoli pesci nel fiume Mosa e friggerli nel grasso bollente.

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Quando il fiume ghiacciava in inverno e la pesca era impossibile, non volevano privarsi di questo gustoso spuntino, così si abituarono a tagliare le patate a bastoncini e friggerle, simulando i loro amati pesciolini. Queste particolare patatine le chiamavano semplicemente "Pomme Frittes" o "Frittes".

Come se la situazione non fosse già abbastanza "agguerrita", a complicare la contesa tra Francia e Belgio ci pensa l'America. La teoria che attribuisce la paternità delle patate fritte agli Stati Uniti, risale verso la metà del 1800.

Il cuoco americano George Crum aveva tra i suoi clienti, uno che si lamentava delle sue patate fritte. Secondo lui, non erano cotte mai bene. Stanco delle lamentele, Crum decise per dispetto di tagliare le patate sottili, a rondelle, friggerle e servirle con abbondante sale.

Invece di trovare le patatine disgustose, il cliente le amò, sparse la voce e da allora il ristorante di Crum divenne celebre per le sue patate fritte rotonde, sottili e croccanti. Per quanto l'origine di questo amato cibo sia dunque un mistero, una cosa è certa: le patatine hanno conquistato il mondo in molte forme.

Come sono fatte le patate fritte?

Come abbiamo avuto modo di dimostrare poco fa, ci sono numerosi modi per preparare le patate fritte

Anche in Flamin' Hot è possibile avere un "assaggio" della versatilità e variabilità che una semplice patatina può avere: nel film, infatti, scopriamo come Richard Montañez (interpretato da Jesse Garcia) stravolga l’industria alimentare, sfruttando le sue origini messicano-americane per trasformare i Flamin' Hot Cheetos.

Ma arriviamo al dunque: per fare le patate fritte dovete prendere le patate e... friggerle. Il metodo di preparazione è seriamente tutto qua. A fare la differenza, sono i tagli delle patate, il metodo di cottura e le salse abbinate. 

Le patate fritte, infatti, sono generalmente conosciute in due varianti, le patate a listerelle (note comunemente ormai come "French Fries", tanto anche i belgi parlavano francese) e le chips, le patate tagliate a rondelle e immerse in olio bollente. Un grande classico finale: ketchup o maionese

Ma la verità è che in giro per il mondo, le patate fritte sono ancora più variegate. In Inghilterra se ordini le crisps riceverai le iconiche patatine sottili e rotonde, quelle che trovi anche al supermercato. Mentre se chiedi il famosissimo "Fish and Chips", aspettati le patatine fritte tagliate grossolanamente. 

In Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica si chiamano chips entrambe le versioni, mentre in Italia le chiamiamo tutte semplicemente patatine. Nei paesi anglofoni in generale le patatine diventano snack essenziali a tavola, in Germania e in Olanda spesso vengono servite ancora adesso come contorno per accompagnare le altre portate.

In Belgio, invece, alcuni usano tuttora il "Blanc de bœuf", un particolare grasso bovino, per friggerle, mentre in Spagna conoscono le chips, le crisps e tutte le varianti, ma spesso vengono cotte al forno.

Le patate fritte fanno bene? Comfort food

Fa strano leggere questo tipo di domanda, vero? Eppure le patate fritte possono fare davvero bene. Almeno al nostro cervello.

Procediamo, però, con attenzione: già all'inizio del Settecento numerosi scienziati hanno confermato le proprietà nutritive della patata.

Ricche di vitamine, fibre e minerali che fanno bene ai muscoli e alle ossa. Tra i loro elementi più importanti, c'è il potassio, che previene l'ipertensione, oltre agli antiossidanti che proteggono le coronarie. Sono inoltre un potente alleato per assorbire il ferro vegetale e combattere i radicali liberi.

Le patatine fritte, più che fare bene al nostro corpo, ci "confortano", appagano i nostri sensi oltre alle papille gustative. Questo è possibile perché sollecitano molto la dopamina, conosciuto come uno dei neurotrasmettitori della "felicità". Questo è il segreto dei "comfort food".

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Alcuni scienziati dell'Università dell'Oregon hanno scoperto che è tutta una questione di "gusto" più che di sostanza: le patatine fritte, così come molti altri cibi "da conforto", restituiscono al nostro palato oltre ai classici dolce, acido, amaro, salato e umami, un nuovo sapore, che hanno chiamato "amidaceo".

Questo particolare gusto è quello che vi fa amare il sapore di riso, pane, pasta e tutto ciò che ha un sapore simile alla farina. Non solo il suo sapore vi colpisce, vi soddisfa e vi fa salivare, ma anche il suo odore, che ricordiamo sempre costituisce circa il 90% del sapore del cibo.

A fare male è la frittura, che rende le patatine più gustose, ma anche più grasse e caloriche. 

Secondo gli esperti dell'Università Federico II di Napoli, il fritto può fare bene soltanto se abbinato a un pasto completo con verdure crude, frutta e proteine. Questo perché tali alimenti aiutano a favorire la diuresi e a eliminare le tossine dal nostro corpo. 

Un altro consiglio potrebbe essere le chips di quinoa o di carote, ugualmente salutari. Altrimenti, per renderle più salutari le patatine, è preferire le patate fresche a quelle surgelate. Sì, lo sappiamo, le patate surgelate sono pratiche, ma quelle fresche hanno tempi di cottura più veloci e ci permette di utilizzare una friggitrice ad aria, rendendole così più dietetiche. 

Le patate fritte fanno male? Trend food

Se è vero quanto scritto qui sopra, bisogna però riportare la veridicità di quanto è scritto qui di seguito.

Secondo gli esperti del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, le patate fritte sono consumate in grandi quantità da tutti, da grandi e piccini. Anzi, da questi ultimi sono particolarmente amate.

Tuttavia, un recente studio pubblicato nell'American Journal of Clinical Nutrition ha rivelato che mangiare patatine fritte troppo spesso (due o tre volte alla settimana) aumenta il rischio di mortalità. 

Questo perché le patate fritte vengono spesso cucinate in abbondante olio ricco di grassi saturi, che può aumentare il rischio cardiometabolico, e con l'aggiunta di parecchio sale, che aumenta l'ipertensione.

Soprattutto le patatine surgelate, essendo ricche di contaminanti quali acroleina e acrilammide, aumentano lo stress ossidativo, che è alla base della degenerazione cellulare come, ad esempio, il cancro.

Inoltre, è scientificamente provato che gli endocannabinoidi presenti nei grassi delle patatine fritte creano una vera dipendenza.

C'è altro di peggio che potrebbero farci le patate fritte? Ebbene sì, perché nonostante la loro comprovata pericolosità, dato che sono così "gustose", tantissime aziende continuano a creare varianti alle patatine, per renderle sempre più appetibili.

Ed è così che nascono le patatine dai gusti più strani e improbabili, come le patatine al cappuccino (non è uno scherzo, le produceva la Lay's), le patatine al gusto Pepsi (dove, se non in Giappone?) e le Pringles al gusto "Stufato sospetto di Minecraft".

Ma queste non sono neppure le patatine più strane che mente umana abbia mai concepito. Pensate che esistono persino patatine al gusto "pussy" e altre al gusto "dick". E questo ci riporta immediatamente all'ultima questione dell'articolo.

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Perché ho voglia di patate fritte?

Ammettilo: sei arrivato a questo punto e ti è venuta fame di patate fritte. Come ti abbiamo dimostrato, è normale. È chimica. Il problema è che lo sai tu e lo sanno anche le aziende, che oltre a realizzare prodotti sempre più originali, creativi e che ti invoglino a comprarli, te lo comunicano anche in modo accattivante.

Non potevamo arrivare alla fine senza citare alcune tra le pubblicità italiane più irriverenti e chiacchierate a tema. Nel 2006 va in onda per la prima volta lo spot di Amica Chips con Rocco Siffredi.

La campagna pubblicitaria, firmata dall'agenzia Fab – La Fabbrica Creativa, prevedeva uno stile di promozione del prodotto che facesse leva sul pubblico sfruttando inequivocabilmente una serie di doppi sensi. La polemica scaturita in seguito alla pubblicazione dello spot, specialmente da parte di molte donne, è storia.

La pubblicità fu oggetto di censura, venne trasmessa persino senza audio e l’istituto Autocensura Pubblicitaria lo accusava di offendere la dignità delle persone per via delle parole di Rocco.

Ciò non ha impedito all'azienda di continuare a promuoversi in questa ottica di linguaggio. Anzi, insieme a lei, sono seguite anche altre campagne che promuovevano snack simili alle chips, sfruttando (poco) ambigui doppi sensi.

Parliamo dello slogan ideato dal brand ​Fonzies​, che invita il pubblico a leccarsi le dita per godere doppiamente del sapore dei croccantini di mais al formaggio. Il tormentone è diventato a tal punto famoso, che anche durante l'epidemia da Coronavirus l'agenzia di comunicazione ZooCom ha cavalcato il messaggio, ideando la campagna ​#GodiResponsabilmente.

Il progetto comprendeva una sorta di competizione, una gara che ha rimbalzato sui social, la #NoFingersChallenge​, una sfida in cui alcuni influencer ​invitavano i propri utenti a trovare un modo alternativo di mangiare i Fonzies senza usare le mani.

In questo modo, si è riusciti a sfruttare lo slogan, ormai divenuto parte del brand, e allo stesso tempo giocarci sopra, per sensibilizzare le persone sul contagio. 

Le patate fritte, insomma, vi abbiamo dimostrato quanto siano potenti. Versatili, irrinunciabili, deliziose, pericolose. Ma pur essendo leggere a volte come petali, non vanno prese alla leggera. E, soprattutto, non vanno mai mescolate col cappuccino. Fidatevi.

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