Il suo nome è leggendario: Perry Mason è diventato l’avvocato più famoso della TV ed è entrato di diritto nell’olimpo della cultura pop.
La storia di Perry Mason
Era il 1957 quando il personaggio di #Perry Mason, il brillante avvocato protagonista dei romanzi dello scrittore statunitense Erle Stanley Gardner, comparve per la prima volta in TV.
La serie, divenuta subito popolarissima e venduta ai network di tutto il mondo, si basava su una formula ben precisa: Perry Mason, interpretato dall’indimenticabile Raymond Burr (Ironside, La finestra sul cortile), difendeva un innocente ingiustamente accusato di un grave crimine.
La formula, vincente, era sempre la stessa: incastrando il vero colpevole, Perry Mason faceva scagionare il suo cliente con l’aiuto del fedele investigatore privato Paul Drake (William Hopper, Gioventù bruciata) e portava il vero criminale, di solito il principale accusatore del suo cliente, alla condanna.
Perry Mason ha varcato i confini dei romanzi e della TV per entrare nel linguaggio di tutti i giorni, vantando anche un primato nella storia del piccolo schermo: cinquant’anni dopo il suo debutto aveva mantenuto intatta la sua formula base e l’interesse del pubblico di ogni età.
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La formula vincente
Per mezzo secolo l’abile avvocato si è mosso su un terreno conosciuto, ripetendo le stesse tappe in un meccanismo narrativo sempre efficace, che è rimasto fedele a se stesso: squadra (o meccanismo) che vince non si cambia.
Le differenze fra un episodio e l’altro, attribuibili sia alla serie del 1957 che ai successivi film per la TV, in linea di massima si limitavano all’identità del colpevole, al tipo di delitto o alle sue circostanze e al cliente di Perry Mason ingiustamente accusato e salvato dal nostro eroe.
Perché il punto di forza non è mai stata la varietà: il punto di forza è sempre stato lui, Perry Mason, capace d’ipnotizzarci con la sua dialettica, di sorprenderci con un asso nella manica che cambia tutto in un istante, di sedurci con uno sguardo sincero e determinato che impedisce a chiunque di perseverare nella menzogna.
Carismatico, onesto, determinato e invincibile, Perry Mason ci regala colpi di scena, prove decisive, ma soprattutto giustizia.
Raccoglierne l’eredità non è facile. Ecco come il prequel ha scelto di riportarlo in TV.
Un’eredità difficile: il prequel con Matthew Rhys
Vista la popolarità del personaggio, vestire i panni di Perry Mason non è facile.
Ma Matthew Rhys, già straordinario protagonista di #The Americans, ha tutte le carte in regola per uscirne indenne.
Adattato alla sensibilità moderna - perché ricreare la magia di Burr sarebbe stato impossibile - e prodotta da Robert Downey Jr. insieme alla moglie Susan, la nuova serie su Perry Mason ci presenta un personaggio molto diverso da quello conosciuto dal grande pubblico.
Ex militare, veterano della Grande Guerra, Perry Mason ha un matrimonio fallito alle spalle e ricorre troppo spesso alla bottiglia per dimenticare i propri guai.
Il suo lato oscuro emerge rendendolo umano e fallibile, ma la sua maestria e il suo intuito non ne escono compromessi: l’aspetto noir delle storie è preponderante, e la Los Angeles a pezzi negli anni seguenti la Grande Depressione (con la famosa crisi economica esplosa nel 1929) diventa teatro per la nascita del personaggio.
Conosciamo infatti un giovane Perry, che prima di diventare avvocato lavora come detective privato e le cui indagini finiranno per avere un forte impatto sulla città.
Creata da Ron Fitzgerald (Westworld) e Rolin Jones (Weeds), la serie che riporta in TV Perry Mason nella Los Angeles del 1932 è composta da 6 episodi che vedremo in prima assoluta su Sky Atlantic dall’11 settembre.
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