Diretto da Gregory Hoblit nel 1996, Schegge di paura è un thriller considerato un piccolo capolavoro di suspense con protagonista Richard Gere. Nel film però a spiccare è l'incredibile interpretazione di un giovane Edward Norton, al suo esordio sul grande schermo, che gli valse la sua prima nomination agli Oscar come Miglior attore non protagonista. La statuetta poi andò a Cuba Gooding Jr. per il suo ruolo in Jerry Maguire ma Norton riuscì a portare a casa un Golden Globe nel 1997.
Nel cast troviamo poi attori del calibro di Laura Linney (The Truman Show), John Mahoney (Frasier), il premio Oscar Frances McDormand (Tre manifesti a Ebbing Missouri), Alfre Woodard (12 anni schiavo) e Terry O'Quinn (Lost).
Prodotto da Paramount Pictures con un budget iniziale di 30 milioni, la pellicola è riuscita ad incassare al botteghino oltre 100 milioni di dollari in tutto il mondo. La sceneggiatura di Schegge di paura è è liberamente ispirata al romanzo giallo Primal fear scritto da William Diehl.
La trama
La storia è ambientata a Chicago dove l'Arcivescovo Richard Rushman viene ucciso mentre si trova all'interno del suo appartamento. Tutte le prove rinvenute sulla scena del crimine indicato Aaron Stampler (Edward Norton), un giovane chierichetto timido e balbuziente, come l'unico indiziato. Rushman era uno dei cari amici del procuratore distrettuale John Shaughnessy, il quale decide di affidare il caso alla sua assistente Janet Venable (Laura Linney) chiedendole di convincere la giuria a condannare Stampler alla pena capitale. Il brillante e spregiudicato avvocato penalista, Martin Vail (Richard Gere), decide di difendere il giovane Aaron.
Vail è un uomo ambizioso che punta ad avere visibilità e successo e non gli interessa se il giovane parrocchiano non abbia i soldi necessari per pagarlo. Il suo unico obiettivo è vincere tutte le cause a prescindere che i suoi clienti siano realmente colpevoli o meno. Durante le sue ricerche Martin trova nella stanza dell'Arcivescono una videocassetta in cui è stato ripreso l'incontro sessuale tra Aaron, la sua ragazza Linda Forbes ed un suo amico con Rushman che osserva compiaciuto i tre. Nel corso dell'interrogatorio il giovane ammette che l'Arcivescovo li obbligava a fare sesso perché questo avrebbe depurato le loro anime. I tre ragazzi non potevano rifiutarsi in quanto Rushman li minacciava di buttarli in strada.
Nonostante il video mostri il movente dell'omicidio, l'avvocato Vail crede che Aaron soffri di un disturbo mentale che lo porta ad avere dei vuoti nella sua memoria. Martin decide così di sottoporre il ragazzo a sedute di analisi psichiatrica con la dottoressa Molly Arrington. Dagli incontri viene fuori che Aaron sia affetto da disfunzione di personalità multipla e nei vuoti di memoria viene svelata un'altra identità di Aaron molto aggressiva di nome Roy. Durante una delle sedute il giovane confessa di aver ucciso l'Arcivescovo perché Roy non sopportava le oscenità a cui Rushman lo costringeva.
Quando arriva il giorno del processo Martin, deciso a salvare Aaron dalla pena di morte, mostra al giudice gli appunti e le registrazioni delle sedute psichiatriche chiedendo l'infermità mentale per il suo cliente. Il ragazzo viene chiamato alla barra e, incalzato dalla pubblica accusa rivela la sua doppia identità e aggredisce il pubblico ministero Janet, afferrandole il collo. La giuria, sconvolta da quanto accaduto, emette la sua sentenza e decide di concedere il patteggiamento all'imputato che però dovrà prima trascorrere un mese in un ospedale psichiatrico. Martin riesce così ad ottenere la tanto sperata vittoria professionale ma quando si reca nella cella di Aaron per salutare il ragazzo farà una scioccante scoperta.
Il sorprendente finale di Schegge di paura
Durante il colloquio finale in cella tra Martin e Aaron, quest'ultimo si tradisce svelando un particolare che in realtà aveva detto di non ricordare al processo. Il giovane rivela così all'avvocato il suo inganno per riuscire ad ottenere l'infermità mentale. Il ragazzo ha infatti finto di essere il timido e balbuziente Aaron per nascondere quella che in realtà è la sua vera identità, ossia Roy. Il giovane descrive inoltre l'omicidio dell'Arcivescovo Rushman come un vero e proprio capolavoro. Martin, sconvolto dalla terribile scoperta, si allontana e lascia il Tribunale.
Presto o tardi un uomo che indossa due facce dimentica qual è quella vera.
Il finale di Schegge di paura è considerato da molti come la ciliegina sulla torta di un film davvero ben realizzato e ricco di suspense. Inoltre la scena conclusiva ha spesso creato dibattiti tra il pubblico che si è spesso diviso nell'interpretarlo. Da una parte c'è chi crede che il giovane Aaron si sia realmente inventato di soffrire di personalità multipla per evitare la pena capitale ma ci sono anche persone che hanno provato a dare una spiegazione diversa al finale del film di Hoblit. Alcuni pensano che durante il colloquio con Martin, la personalità più aggresiva ossia Roy abbia preso completamente il sopravvento sul timido Aaron.
E voi cosa ne pensate del sorprendente finale di Schegge di paura?
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