Solo per vendetta è uno degli innumerevoli film che Nicolas Cage ha girato tra il 2010 e il 2011 per pagare il fisco statunitense (a cui doveva 14 milioni di dollari), i matrimoni e i successivi divorzi (il divo è stato sposato cinque volte) e le sue spese folli e costose, come la famigerata villa LaLaurie di New Orleans, una piramide, due cobra albini, il teschio di un dinosauro e la Lamborghini appartenuta allo scià di Persia.
Scritto da Robert Tannen con il russo Yuri Zeltser, il thriller di Roger Donaldson (neozelandese di stanza a Hollywood dagli anni '70, già dietro film più o meno di successo come Senza via di scampo, Cocktail e Cadillac Man) segna il ritorno dell'attore nella città di Katrina a due anni dal remake del cult Il cattivo tenente. Stavolta non ci sono crack e "fucking iguanas", ma la storia di un uomo qualunque che assediato da una spietata organizzazione, si trasforma in (stra)ordinario action hero.
La trama
Nicolas Cage è Will Gerard, un professore che insegna letteratura in una scuola frequentata da ragazzi difficili. Il prof è felicemente sposato con Laura (January Jones, la Betty di Mad Men), bionda violoncellista di un'orchestra. I due vivono in un bell'appartamento nella città che hanno scelto per trascorrere insieme i loro giorni: la New Orleans post uragano Katrina.
La coppia ha da poco festeggiato l'anniversario di nozze in compagnia degli amici Jimmy (Harold Perrineau) e Trudy (Jennifer Carpenter) quando, una notte, accade la tragedia: Laura viene aggredita e stuprata da un balordo senza apparente motivo. Will arriva in ospedale per assistere la moglie, ma nella sala d'attesa viene avvicinato da un uomo misterioso. Dice di chiamarsi Simon (Guy Pearce) e spiega al professore che il sistema non punirà mai lo stupratore di sua moglie: l'aggressore è un recidivo, già condannato per violenza sessuale.
Simon rappresenta un gruppo di "cittadini in cerca di giustizia", che amministrano la legge al di fuori dalla legge. La sua proposta è chiara: loro elimineranno lo stupratore di Laura evitando i tempi lunghi e le incertezze del processo, in cambio lui si impegna a fare futuri favori. Will è confuso e angosciato, ma accetta la proposta. La parola d'ordine dell'organizzazione è una frase in codice: salta il coniglio affamato (il titolo di lavorazione del film era proprio The Hungry Rabbit Jumps, cambiato poi in Seeking Justice), ovvero una citazione del politico inglese Edmund Burke.
Non è quello che un avvocato mi dice che potrei fare ma ciò che umanità, ragione e giustizia mi dicono che dovrei fare.
Umanità, ragione e giustizia: sono questi gli (apparenti) obiettivi della banda di vigilantes dell'occhio per occhio. H sta per Humanity, R per Reason e J per Justice. Quindi HRJ, Hungry Rabbit Jumps: salta il coniglio affamato. Will ormai è coinvolto e Hodge, l'aggressore della moglie, viene effettivamente fatto fuori. Passano sei mesi e tutto sembra tornato alla normalità, quando il cellulare del prof squilla all'improvviso: è Simon che gli chiede di onorare il patto e ricambiare la "cortesia". Will deve seguire allo zoo una donna con due figlie e un uomo di nome Alan Marsh (Jason Davis). Simon gli dice che si tratta di un pericoloso maniaco pedofilo.
Il compito non si limita ad un'operazione di mera sorveglianza. Will non deve rompere la catena: il prossimo passo è uccidere Marsh facendolo precipitare da un cavalcavia. Inizialmente ricalcitrante, Will decide di svelare la verità sulla setta sovversiva a Marsh ma l'uomo, già paranoico e sospettoso, lo affronta brutalmente. Il corpo a corpo tra i due si conclude nella maniera più drammatica: Marsh cade accidentalmente e muore schiantandosi su un'auto in corsa. Tornato a casa, Will vede piombare nel suo appartamento i detective Rudeski (Joe Chrest) e Green (Marcus Lyle Brown), che lo arrestano per l'omicidio di Marsh: è l'inizio di una spirale di eventi che trasformano il tranquillo prof Gerard in una specie di Jason Bourne.
Will è condotto in centrale e interrogato: i sospetti sono caduti sul suo conto perché sul cellulare di Marsh c'è il video dello zoo e le camere di sorveglianza piazzano Gerard sulla scena del crimine. Il professore sembra davvero spacciato quando entra in scena il tenente Durgan (Xander Berkeley). Il superiore chiede ai due investigatori di poter parlare da solo con il sospettato. Durante l'interrogatorio, Durgan pronuncia la domanda fatidica: il coniglio affamato?
Il tenente fa parte dell'organizzazione e fa uscire Will prima che i suoi colleghi se ne accorgano: gli dà 24 ore di tempo per scappare e lasciare la città, altrimenti verrà ucciso e la sua morte sarà spacciata per un suicidio. Nel frattempo, Will ha fatto una scoperta inquietante: Alan Marsh non era un ricercato e pericoloso pedopornografo, ma un giornalista del New Orleans Post.
Ora Will vuole vederci chiaro e saperne di più: prima avvisa Laura – che intanto è stata sequestrata da due scagnozzi di Simon ma è riuscita a mettersi in fuga riparando in un motel – e poi va alla veglia funebre di Marsh in un pub, dove scopre da tre reporter del Post che il loro collega stava scrivendo un'inchiesta sulla congrega dei giustizieri. Una fonte (un tale di nome Bourdette) era stata ammazzata e Alan aveva nascosto il suo materiale in un luogo segreto: una rimessa sul molo dove andava a pesca.
Il finale
Dopo essere scampato ai tirapiedi di Simon e aver rubato un SUV, Will è ufficialmente ricercato ma trova il DVD di Marsh con due video. Nel primo si scopre il vero significato della frase "salta il coniglio affamato", nel secondo la vera identità di Simon: si chiama Eugene Cook ed è il capo di una parte del movimento HRJ. Inizialmente i bersagli dell'organizzazione erano soltanto i "peggiori": i violentatori, gli assassini, i pedofili. Poi Simon è stato preso da un delirio d'onnipotenza, è finito fuori controllo e ha iniziato ad allargare le maglie. Chiunque sia definito da lui "indegno di vivere", qualsiasi persona "inquina il mondo", deve essere punita.
Ma quella di Simon è soltanto una cellula: la setta ha una struttura piramidale più ampia e riceve ordini dagli alti vertici. Nel nucleo di Simon c'è anche Jimmy, l'amico di Will: ci è entrato quindici anni prima, quando il fratello è stato ucciso e il colpevole non è stato mai trovato. A quel punto Will contatta Simon e gli fa una proposta: si vedranno al Louisiana Superdome, durante uno show di monster truck, dove scambierà il DVD di Marsh con il filmato del cavalcavia che dimostra la sua innocenza nella morte del giornalista.
La resa dei conti avviene al Superdome: Will e Simon si ritrovano, ma grazie a Jimmy gli uomini della HRJ hanno rapito Laura. Ora è la moglie l'oggetto dello scambio: si trova nel centro commerciale abbandonato accanto all'arena. Will consegna il DVD, però Simon non ha intenzione di risparmiare il prof e Laura: sanno troppo, devono essere eliminati.
Quando Simon sta per premere il grilletto, Jimmy si ribella. Il conflitto a fuoco è inevitabile e a rimetterci la pelle per primo è Jimmy. Laura scappa e Gerard e Cook combattono, precipitando su una scala mobile. Will è a terra e il boss della HRJ recupera l'arma: ma è Laura ad uccidere Simon sparandogli sei colpi di pistola in pieno petto.
Will e Laura possono riabbracciarsi. Nel mall arriva il tenente Durgan: il poliziotto spiega alla coppia che Jimmy e Eugene Cook si sono uccisi a vicenda, così ne usciranno entrambi puliti. "È il semplice caso di un morto che ha ucciso un morto", spiega Durgan.
L'incubo è finito: il tribunale proscioglie definitivamente Will per l'omicidio di Alan Marsh. Resta soltanto un compito da assolvere: onorare la memoria del cronista. Will si reca alla redazione del New Orleans Post e consegna il DVD a Gibbs (Mike Pniewski), uno dei tre giornalisti incontrati alla veglia funebre di Marsh. Ringraziandolo, Gibbs risponde al prof con una frase che gela il sangue: "Salta il coniglio affamato, eh". La HRJ è viva e vegeta e più potente che mai, con una ramificazione persino nel quotidiano più autorevole della città. Materiale per un sequel di Solo per vendetta, che non è mai stato realizzato: fa sapere Box Office Mojo che il film è costato 31 milioni di dollari ma ne ha incassati appena 14 milioni e soprattutto è stato a dir poco stroncato dalla critica. Cage ha pure ricevuto una candidatura come peggior attore protagonista all'edizione 2012 dei Razzie Awards, battuto da Adam Sandler con Indovina perché ti odio.
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