Sylvester Stallone fa causa a Warner Bros. per Demolition Man

Sylvester Stallone cita in giudizio il colosso Warner Bros. Pictures per frode e condotta disonesta. L'attore di Rocky contesta gli incassi di Demolition Man.

Autore: Emanuele Zambon ,

Sylvester Stallone vs Warner Bros., va in scena 'il grande match', con i conti della major sorvegliati speciali dopo che l'attore di Rocky e Rambo ha citato in giudizio la storica casa di produzione, definita "avida e disonesta".

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Il motivo dell'azione legale di Sly risiede, a detta del divo americano che ritroveremo in Guardiani della galassia Vol. 2, nel mancato versamento di una parte dei profitti di Demolition Man - cult action del '93 - nelle casse di Rogue Marble, società di produzione di proprietà di Stallone.

Sly: La Legge sono io

Irremovibile come il giudice Dredd: Stallone ha querelato Warner Bros. Pictures per frode e per il mancato rispetto degli obblighi contrattuali. Le clausole di Demolition Man prevedevano infatti un 15% a favore di Stallone in caso di raggiungimento di 125 milioni di dollari al botteghino e del 20% se la pellicola avesse superato i 200 milioni.

Per diversi anni la major non ha versato nulla nelle casse di Rogue Marble e, quando Stallone nel 2014 ha inviato un rappresentante della società a chiarire la questione economica con Warner, il colosso cinematografico avrebbe mostrato un falso incasso di Demolition Man (circa 70 milioni di dollari) salvo poi fare dietrofront e scusarsi, inviando una lettera con relativo assegno di 2.820.000 dollari all'indirizzo di Rogue Marble.

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Ma l'attore di Creed - Nato per combattere non ha gradito la mossa di Warner., convinto che l'importo dovuto fosse decisamente più alto. Sly ha definito la condotta degli studios "immorale, offensiva e senza scrupoli".

Warner Bros.
Sylvester Stallone è il poliziotto John Spartan in Demolition Man

Un periodo davvero movimentato per Sylvester Stallone, che ha definitivamente salutato la saga de I Mercenari per dedicarsi ai sequel di Escape Plan (e altri progetti).

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Demolition Man, all'epoca, aveva suscitato già scandalo per via di una presunta scena di nudo integrale (poi censurata) dell'attore statunitense che metteva in risalto la 'virilità' di Sly, che vanta un breve passato proprio nel mondo dell'hard.

La pellicola finita ora nell'occhio del ciclone è stata uno degli ultimi lampi della prima parte di carriera di Stallone: si tratta di un (s)cult fantascientifico diretto dalla meteora Marco Brambilla in cui l'ex Rocky impersona il poliziotto John Spartan, ibernato con disonore e poi risvegliato per dare la caccia al criminale psicopatico Simon Phoenix (Wesley Snipes).

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