The Lone Ranger e gli altri: i ruoli più controversi di Johnny Depp

Autore: Silvia Artana ,

Affascinante, carismatico, istrionico, provocatorio, anticonformista. Gli aggettivi per descrivere Johnny Depp e la sua carriera di attore si sprecano. Il ragazzo del Kentucky che sognava di fare il musicista ed è approdato a Hollywood quasi per ripiego è diventato una star planetaria e ha collezionato una serie di interpretazioni memorabili.

Dallo struggente e poetico Edward mani di forbice allo scaltro, irresistibile Jack Sparrow, dall'indecifrabile e sedicente grande seduttore John Arnold DeMarco al magnetico ed enigmatico zingaro Roux, Johnny ha dato vita a personaggi che sono entrati a fare parte della storia del cinema, conquistando il pubblico, i critici e molti illustri colleghi, come i registi Tim Burton e Terry Gilliam.

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Ma l'attore è anche inciampato in ruoli controversi e film discussi - talvolta ritrovandosi al centro di vere e proprie polemiche - non solo (o non tanto) per le sue performance, quanto per ragioni di casting e vicende legate alla sua vita privata e alla condotta sul set.

Tonto - The Lone Ranger (2013)

Quando nel 2012 Disney ha annunciato di avere ingaggiato Johnny Depp per il ruolo del nativo americano Tonto in #The Lone Ranger, la major si è vista piovere addosso feroci accuse di whitewashing. Ma il peggio doveva ancora arrivare. All'uscita del film in sala, la rappresentazione del fedele compagno di avventure del Cavaliere Solitario ha spinto diversi critici a parlare di razzismo.

In un accurato articolo pubblicato all'epoca dei fatti, il Time ha riportato le opinioni di due dei principali protagonisti della polemica: il Presidente della Nazione Comanche, oltre che "consulente non ufficiale ma rispettato" di The Lone Ranger, Wallace Coffey, e l'autrice di un popolare blog sulla rappresentazione nella società e nella cultura americana delle popolazioni indigene, Adrienne Keene.

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Coffey ha promosso la pellicola come "un ritratto molto realistico di un nativo americano":

C'è drammaticità e c'è divertimento. È perfettamente in linea con la cultura dei Comanche, perché siamo conosciuti per essere un popolo dotato di senso dell'umorismo. In alcuni casi, [in sala, n.d.r.] ridevamo solo noi Comanche, perché potevamo identificarci.

Inoltre, l'uomo ha lodato la rappresentazione della spiritualità di Tonto e si è detto felice di vedere i nativi americani coinvolti in progetti pop.

All'opposto, sul suo blog Native Appropriations, Keene ha definito il film "un altro orrore pieno di stereotipi", sottolineando e stroncando le tante, troppe somiglianze tra il braccio destro del Cavaliere Solitario e Jack Sparrow e puntando il dito contro la rappresentazione superficiale e distorta di un popolo intero:

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Il costume di Tonto è un miscuglio di abiti indiani stereotipati, c'è un pettorale nello stile delle Pianure e una fascia nello stile del Sud-Ovest e ci sono piume e perline a caso. Ma la vernice bianca sul viso che lo fa sembrare allo stesso tempo cattivo, disperato e arrabbiato è un tocco di classe. Inoltre, il fatto che la locandina del film mostri il 'selvaggio' e 'ribelle' (ok, io dirò 'primitivo') Tonto dietro al pulito, raffinato, educato (e bianco) Lone Ranger va considerato un grande 'onore' per i nativi americani e dimostra che Tonto ha un ruolo importante, giusto?

Come riporta ancora il Time, l'autrice ha anche bollato come fallimentare la dichiarata volontà di Johnny Depp di interpretare Tonto per abbattere gli stereotipi sugli indiani d'America, affermando anzi che l'attore ha contribuito a mistificare ulteriormente la già distorta visione della società. 

La polemica ha continuato a divampare e a poco sono servite le ascendenze Cherokee di Johnny e la sua nomina a membro onorario della Nazione Comanche, così come le numerose iniziative a favore dei nativi americani portate avanti da Disney durante la campagna promozionale per il film. Alla fine, The Lone Ranger è stato un insuccesso di critica e di pubblico, incassando 260 milioni di dollari a fronte di 215 di budget e ottenendo 5 candidature ai Razzie Award (con vittoria per il Peggior remake, rip-off o sequel).

Charles Mortdecai - Mortdecai (2015)

Nella lunga e prolifica carriera di Johnny Depp ci sono sono stati alcuni ruoli e film non all'altezza delle aspettative e veri propri scivoloni. Uno di questi è senza dubbio #Mortdecai.

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Basata sui libri dello scrittore inglese Kyril Bonfiglioli, che raccontano le avventure picaresche del dissoluto aristocratico mercante d'arte Charles Mortdecai, la pellicola ha collezionato un'impressionante quantità di critiche non solo negative, ma a dire poco feroci. E molto sono state indirizzate proprio a Johnny per la sua interpretazione del protagonista. All'epoca, un articolo dell'Huffington Post si è preso la briga di raccogliere alcune delle peggiori recensioni del film e l'attore ne è uscito letteralmente a pezzi.

Stephen Whitty del Newark Star-Ledger ha definito Johnny "insopportabile", mentre Peter Sobczynski di RogerEbert.com ha scritto:

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Come tutto il film, anche la performance di Johnny Depp è un errore di valutazione così spettacolare da generare una strana fascinazione che induce a continuare a guardare solo per vedere quanto possa peggiorare ancora prima di arrivare alla misericordiosa e lungamente attesa fine.

Anche Stephen Holden del New York Times ha stroncato senza mezzi termini la prova dell'attore:

Mortdecai potrebbe anche essere chiamato 'Il film di Johnny Depp', perché la sua vanitosa star - che indossa un Ascot e dei baffi da tricheco che sono fonte di continue, fastidiose battute - è l'intero spettacolo. E che spettacolo affannosamente noioso è questo presuntuoso progetto.

Il film è stato snobbato anche dal pubblico e ha raccolto poco più di 47 milioni di dollari, contro un budget di 60.

Il Cappellaio Matto - Alice attraverso lo specchio (2016)

Dopo Alice in Wonderland, sembrava che il Cappellaio Matto dovesse diventare un altro dei personaggi iconici di Johnny Depp. Invece, il sequel #Alice attraverso lo specchio ha fatto tabula rasa.

Il film, diretto da James Bobin e non più da Tim Burton, ha fatto flop al botteghino ed è stato stroncato dalla critica, che in generale l'ha definito pretenzioso e inutile e ha bocciato pesantemente la sua rivisitazione del mondo e dei personaggi inventati da Lewis Carroll. Il Cappellaio Matto di Johnny non si è salvato dalla débâcle e anzi l'attore è stato indicato come una delle cause del drammatico insuccesso della pellicola.

Come scrive Mashable in un articolo del tempo, al pubblico e agli addetti ai lavori non è piaciuta la scelta di rappresentare l'iconico personaggio "così depresso e fuori forma [...] da risultare sgradevole". Tuttavia, la reale "colpa" di Johnny non è stata tanto la sua performance - che in definitiva è stata determinata dalla sceneggiatura - quanto il divorzio da Amber Heard e lo scandalo delle  presunte violenze contro la moglie. Quella che sarebbe diventata una delle vicende più chiacchierate e controverse di Hollywood è esplosa proprio nei giorni dell'arrivo in sala di Alice attraverso lo specchio ed è opinione diffusa che abbia contribuito pesantemente al fallimento del film.

Gellert Grindelwald - Animali fantastici - I crimini di Grindelwald (2018)

La fine del matrimonio con Amber Heard e le accuse di violenza rivolte dalla donna a Johnny Depp hanno avuto un contraccolpo negativo non solo sulla vita privata dell'attore, ma anche sulla sua carriera.

I problemi di Alice attraverso la specchio non sono stati che una pallida avvisaglia di quello che sarebbe accaduto dopo, come ha dimostrato la feroce polemica esplosa quando Warner Bros. ha annunciato che la star avrebbe interpretato  Gellert Grindelwald nella saga di Animali fantastici. Il fandom dell'universo fantastico di Harry Potter è insorto contro la scelta, criticando con veemenza la decisione di affidare il ruolo a Johnny, proprio per la sua condotta nei confronti della ex moglie.

Il diretto interessato non ha replicato, ma in suo favore si sono levate le voci del regista della pellicola, David Yates, e di J.K. Rowling. Tuttavia, la difesa del filmmaker ha finito con alimentare ancora di più il fuoco della polemica, perché tra le righe (ma non troppo) ha accusato Amber Heard di essere bugiarda:

Onestamente, c'è un problema nel momento in cui più persone vengono accusate di qualcosa da più vittime. Quello è spaventoso e preoccupante. Nel caso di Johnny, mi sembra che una sola persona abbia avuto qualcosa da ridire con lui.

Yates ha proseguito la sua arringa affermando che l'attore è un uomo "educato, rispettoso e gentile" e che per lui la questione era chiusa.

J.K. Rowling è stata più diplomatica, facendo appello al rispetto della privacy della star e della ex moglie e affermando che, in base alla "capacità di comprendere le circostanze", lei e la produzione non solo non hanno riscontrato impedimenti nel continuare a lavorare con Johnny, ma che erano anche felici che l'attore facesse parte del cast e avesse un ruolo importante come quello di Grindelwald.

In seguito alla dichiarazione della Rowling, la polemica è entrata per così dire in stand-by, ma non si è esaurita. A distanza di alcune settimane, sulla questione è intervenuto pure  Daniel Radcliffe. L'interprete del maghetto più famoso di sempre ha rilasciato una dichiarazione dai toni tutto sommato neutri, ma ha fatto intendere di essere rimasto sorpreso che nei confronti del collega non siano stati presi provvedimenti, dopo che un membro del cast di Harry Potter è stato sostituito per avere coltivato marijuana:

Essenzialmente, suppongo che la cosa che mi ha colpito è che nella nostra saga un ragazzo [Jamie Waylett, interprete di Vincent Crabbe, n.d.r.] è stato punito a causa del possesso di erba. Certo, le accuse rivolte a Depp sono molto più gravi.

L'ultimo atto (in ordine di tempo, ma molto probabilmente non in senso assoluto) della vicenda è stata la denuncia per diffamazione di Johnny nei confronti di The Sun. L'attore ha fatto causa al tabloid per 200mila euro più le spese legali e ha richiesto un'ingiunzione per bloccare nuovi eventuali articoli che facciano riferimento alle accuse di violenza domestica a suo carico.

Russell Poole - City of Lies (2018)

Dopo la polemica per il casting di Animali fantastici, Johnny Depp è finito al centro di spiacevoli speculazioni sulla sua sobrietà alla prima di Assassinio sull'Orient Express e di nuovo durante le riprese di City of Lies. In quest'ultimo caso, l'attore è stato accusato di avere aggredito il location manager del film, Gregg Brooks, dopo avere passato "tutto il giorno sul set a bere e a fumare".

Secondo le informazioni trapelate, l'attore avrebbe cercato di colpire l'uomo alle costole e poi l'avrebbe provocato, sfidandolo a dargli un pugno.

L'intervento del regista della pellicola, Brad Furman, che ha minimizzato l'accaduto, sembrava avere messo la parola fine alla vicenda. Invece, dopo alcune settimane, Brooks ha denunciato Johnny. Non solo. Parlando con i media, il location manager avrebbe dichiarato di essere stato licenziato dalla produzione del film sugli omicidi dei due rapper Tupac Shakur e The Notorious B.I.G proprio per essersi rifiutato di firmare una liberatoria in cui si impegnava a non portare in tribunale la star per la sua condotta.

La vicenda è appena agli inizi, ma sembra proprio che sarà motivo di altri problemi per Johnny. E probabilmente per il film.

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