Selezionare i 10 migliori episodi di #The Walking Dead? Già una sfida impossibile.
Ma sceglierne 10 che rappresentino le tematiche della serie, che presentino i personaggi e che spieghino a chi non la conosce i meccanismi narrativi e le regole del mondo straordinario di The Walking Dead è stato infinitamente più difficile.
Perché 10 episodi sono veramente pochi, contando che le stagioni trasmesse sono 6 (e almeno un paio di titoli a stagione ci stavano).
Alla fine, dopo ripensamenti e sostituzioni, sono arrivata a una lista.
Ecco gli episodi che, secondo me, spiegano al meglio le dinamiche di The Walking Dead.
Attenzione: naturalmente, i testi e i video che accompagnano gli episodi contengono spoiler per chi non ha mai seguito la serie.
Se volete approcciarla per la prima volta, il consiglio è quello di vedere gli episodi senza leggerne prima la spiegazione o guardarne i video...
I giorni andati (1x01)
L’episodio pilota di una serie TV ha il compito di introdurre personaggi e ambientazione, principali regole narrative e atmosfera della storia che inizia a raccontare.
Quello di The Walking Dead è un episodio pilota da manuale: ci risvegliamo insieme a #Rick Grimes, nostri occhi e orecchie in un mondo finito, cancellato, dominato dagli zombie e da riscrivere per gli esseri umani.
Il nostro legame con il protagonista, scelto per farci da guida attraverso l’orrore, è subito solido e le regole del nuovo mondo sono chiare: se vuoi sopravvivere, devi lottare. Pensare in fretta. E organizzarti al meglio con le (scarse) risorse a disposizione.
TS-19 (1x06)
Il primo finale di stagione, di una prima stagione composta da soli sei episodi, è fondamentale non solo per fare il punto della situazione sui personaggi, che nell’episodio si mostrano per ciò che sono davvero (come succede sempre di fronte alla morte); è anche un episodio fondamentale per la comprensione di ciò che è successo al mondo, e di come i morti tornino in vita.
Il soggetto TS-19 del titolo è la moglie del dottor Jenner, l’ultimo scienziato rimasto al Centro per il Controllo delle Malattie di Atlanta.
La donna, che era a capo della ricerca, è il simbolo di come la piaga che ha quasi cancellato la razza umana non guardi in faccia a nessuno. E di come perfino le persone più esperte e preparate possano cadere vittima del morbo più temibile che l’umanità abbia mai visto.

Muore la speranza (2x07)
Il primo midseason finale di The Walking Dead è uno di quegli episodi che lasciano il segno.
La ricerca della piccola Sophia finisce nel peggiore dei modi - in un momento scioccante che solo il leader ha il coraggio di affrontare - e il segreto di #Hershel, il veterinario che ospita i sopravvissuti nella sua fattoria, viene alla luce.
Esponendo non solo i molti modi in cui gli uomini potrebbero reagire di fronte a un’epidemia tanto sconvolgente, ma anche la verità sull’unico modo possibile di considerare gli zombie: macchine senza morale, strumenti di morte senza rimorsi, creature che non hanno nulla a che vedere con le persone che erano in vita.
La linea del fuoco (2x13)
Il secondo finale di stagione ripropone lo schema del primo: il rifugio che avrebbe dovuto tenere al sicuro i sopravvissuti viene distrutto. Dal fuoco, ancora una volta. E nel caos generale, come sempre accadrà nella serie, il gruppo che è diventato una famiglia si separa.
Qualcuno verrà lasciato indietro, altri verranno creduti - erroneamente - morti e il nuovo scontro con gli zombie porterà a decisioni drastiche. Come la fine della “democrazia”…
Benvenuti a Woodbury (3x03)
Per ragioni di numeri, sono stata costretta a scegliere solo un episodio della terza stagione. Così ho scelto quello che introduce il #Governatore, personaggio fondamentale per la mitologia della serie ma anche per lo sviluppo narrativo e degli eventi più memorabili che coinvolgeranno i protagonisti.
Inoltre, Woodbury e il Governatore sono l’esempio più lampante di come la sicurezza apparente offerta da un luogo recintato e sorvegliato, in cui la vita vuole scorrere “normalmente” facendo il verso al mondo di prima, non siano che uno specchietto per le allodole.
Se il mondo è nuovo, anche il modo di viverci deve diventarlo. E il Governatore è destinato a soccombere perché non sarà mai in grado di capirlo.
Isolamento (4x03)
Ho scelto questo splendido episodio - che è uno dei migliori della serie, oltre che uno dei miei preferiti in assoluto - perché mostra la vita alla prigione (il nuovo rifugio del gruppo) e mette i sopravvissuti di fronte a un nuovo, insidioso nemico: un virus.
La malattia, quando mancano le norme d’igiene di base e quando cadaveri in putrefazione dominano il mondo, è dietro l’angolo.
Introducendola nella trama, mostrando il coraggio (e la redenzione, dopo la questione del fienile) di Hershel, gli autori ci regalano importanti occasioni di riflessione su come tutto, nel mondo di The Walking Dead, possa sconvolgere il fragile equilibrio di chi cerca di sopravvivere.
Indietro non si torna (4x08)
Un altro midseason finale per un altro momento indimenticabile. L’ultimo atto della guerra con il Governatore si compie nel sangue, nel dolore, nella disperata lotta per il rifugio più sicuro trovato finora… Che fra i due litiganti viene completamente distrutto.
Il Governatore mostra la propria follia e la propria crudeltà, il personaggio simbolo del cambiamento e dell’adattamento a un mondo che richiede nuove prospettive viene eliminato.
E il messaggio è più che evidente: i veri mostri, nell’universo narrativo di The Walking Dead, non sono gli zombie. Sono gli esseri umani.

Preda e cacciatore (5x01)
Può esistere un rifugio sicuro, un “santuario” per chi vaga fra i morti in cerca della salvezza? No. Non può. E questo inizio di stagione lo afferma in modo inequivocabile.
Terminus, la meta di tutti gli uomini senza meta che s’imbattono nella strada che porta verso la follia, è una trappola mortale.
L’orrore del macello trova una nuova, sconvolgente interpretazione nel mondo in cui i vivi diventano una risorsa alimentare non solo per gli zombie, ma anche per gli altri sopravvissuti.
E non può che finire male, malissimo, per chi ha infranto il principe di tutti i tabù, praticando il cannibalismo.
Benvenuti (5x12)
La storia di The Walking Dead procede in modo ciclico.
I sopravvissuti sono alla ricerca dei beni primari: cibo, sicurezza, un rifugio. Ma ogni rifugio in cui si sono imbattuti finora è stato distrutto, dagli uomini o dagli zombie.
L’arrivo ad Alexandria, la nuova comunità autosufficiente che s’illude di poter ricostruire il mondo (nel suo piccolo), è fondamentale perché rappresenta una speranza nonostante le precedenti esperienze, la diffidenza, la certezza che non c’è modo di vivere in pace.
Anche solo per un breve periodo, regala ai sopravvissuti e ai telespettatori ciò di cui vanno in cerca fin dall’episodio pilota: l’illusione della serenità.
L’ultimo giorno sulla Terra (6x16)
Gli sviluppi narrativi di The Walking Dead sono lunghi, complessi, impossibili da riassumere in soli dieci episodi.
Ogni personaggio - in questa serie corale con un leader scelto per farci da guida - subisce una profonda trasformazione, si evolve, va incontro al proprio destino.
Non potendo inserire nella lista tutti gli episodi necessari a mostrare quelle evoluzioni, ho scelto un percorso che porti direttamente a colui che è destinato a cancellare quelle evoluzioni con un colpo di spugna, rimettendo tutto in discussione.
Nel mondo, più grande e più insidioso, dominato da #Negan non c’è spazio per le certezze. E se si vuole sopravvivere, si deve ricominciare daccapo, accettando le sue regole.
Verso una settima stagione che rappresenterà davvero, come annunciato dagli autori, un nuovo inizio…
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