The Walking Dead: Recensione episodio 7x14. L'altro lato

Autore: Chiara Poli ,

Un episodio da manuale. Un teaser (la parte prima della sigla) muto, con un montaggio che riassume la vita a Hilltop - i legami, le relazioni, le lacrime che sgorgano silenziose - e la musica, sola, a commentarla. La dimostrazione che The Walking Dead può fare tutto - avrebbe potuto fare l’intero episodio in stile cinema muto, volendo - incluso commuoverci e farci riflettere.

Da dove comincio? Dall’inizio: #Maggie. Finalmente. L’abbiamo ritrovata, intenta ad addestrare i residenti di Hilltop che vogliono combattere i Salvatori. Quelli che hanno scelto di non andarsene senza nemmeno provare ad alzare le mani contro gli oppressori.

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Perché in ballo, qui, c’è la libertà individuale. I Salvatori rappresentano la dittatura nel mondo 2.0.

The Walking Dead: episodio 7x14
Il viaggio di Rosita e Sasha

Si prendono il dottor Carson perché il loro medico è stato brutalmente ucciso dallo stesso #Negan. Si arrogano il diritto di trattare chiunque - ragazzine incluse - come “oggetti” di loro proprietà. Si sentono superiori a tutti. E trasmettono questo senso di superiorità ai soggetti più deboli e spaventati. O dovrei dire codardi… Come #Eugene.

In ballo, qui, c’è il principio di individualità, di libero arbitrio, di democrazia.

Non a caso è l’episodio del coming out di Jesus: si è liberi di amare chi si vuole (e ci mancherebbe!).

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Non a caso è l’episodio della confessione di #Daryl: non osava rivolgere la parola a Maggie per la colpa di aver causato la morte di Glenn… Ma si è liberi di reagire d’istinto, di mostrare compassione e umanità, e di essere dispensati dalle colpe per le vendette di un mostro assassino.

Non a caso è l’episodio del viaggio (verso i Salvatori, ma anche nel passato) di #Sasha e #Rosita, in marcia verso una missione suicida con due approcci diversi: Sasha vuole uscirne viva, a Rosita non importa. Ma si è liberi di scegliere di sacrificarsi per gli altri, e Sasha decide di sacrificarsi per lasciare a Rosita l’occasione di fuggire. Di vivere.

Non a caso, infine, è l’episodio del tradimento di Eugene: si è liberi di tradire, di scegliere il male minore o quello che si considera tale. Si è liberi di dimostrare davvero di che pasta si è fatti, nel bene e nel male.

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Questo episodio, a due settimane dal finale di stagione, ci ricorda la grandezza di The Walking Dead: si parla di libertà, di libero arbitrio, di amore e di sacrificio. Di lealtà e di tradimento.

I codardi - Eugene e Gregory - si preoccupano solo di sé. Mentre il mondo intorno a loro sta crollando, l’unica preoccupazione è mettersi al riparo.

Non sono stupita che Gregory non abbia tradito Maggie e Daryl: a Hilltop l’avrebbero odiato (e probabilmente ammazzato). Eppure, ho letto sul suo volto la delusione quando non sono stati individuati. Teme il potere di Maggie. E l’appoggio di Jesus (che è per Maggie ciò che Daryl è per #Rick).

I coraggiosi - Sasha e Rosita, Enid e Maggie - si preoccupano del futuro. A loro non importa il potere, come a Gregory o Eugene (finalmente "considerato" dai Salvatori).

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Rosita vuole uccidere Negan perché il mondo sia migliore, anche se non le interessa più farne parte: ecco il punto. Uccidere Negan non è vendetta. Non è giustizia. No: è liberazione. Il giorno della liberazione. La festa dell’indipendenza. L’occasione di offrire a tutti i sopravvissuti una seconda chance.

Enid vuole prendersi cura di Maggie, ma cerca anche di dissuadere Sasha (niente da fare: libero arbitrio…).

E Jesus, infine, indirizza Daryl verso la base dei Salvatori. Perché è Daryl, vero, l’uomo che Rosita scorge subito dopo che Sasha è entrata. Vero? Vero?!

Nel prossimo episodio di #The Walking Dead...

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