Checco Zalone, all'anagrafe Luca Pasquale Medici, con Tolo Tolo non solo ha esordito come regista sul grande schermo ma ha anche incassato una somma record al box office italiano: 8,7 milioni di euro nel giorno del debutto. Un risultato non da poco e Zalone continua ad asfaltare senza sosta il botteghino raggiungendo un totale di 36.454.794 euro aggiornato al 10 gennaio 2020.
Perché il film si chiama "Tolo Tolo"?
Il titolo del film prende ispirazione da un fatto realmente accaduto sul set del film. Tolo Tolo non è altro che la storpiatura di" Solo Solo". Durante una ripresa che prevedeva l'attraversamento del fiume Athi-Galana-Sabaki, Zalone ha invitato le comparse a nuotare "solo solo" e il giovanissimo attore Nassor Said Birya ha ripetuto ad alta voce "Tolo Tolo" dando così l'ispirazione al regista per il titolo del film.
Questa però non sembra essere l'unica teoria sul titolo del film. Durante un'intervista al Corriere della Sera, Zalone ha dichiarato:
Solo solo. È la storia di un italiano scappato in Africa, inseguito dai debiti. Nel Paese scoppia una guerra civile. E lui tenta di rientrare in patria, unico bianco tra i profughi. Incontra una donna. E un bambino: Dudù. “Ti chiami come il cane di Berlusconi!” gli urla.
Intervistato da Rai News24, Zalone ha dichiarato che il titolo è legato anche a sua figlia:
Sempre mia figlia… io sperimento le cose su Gaia. Le dicevo: “Ti piace tolo tolo?” e lei ripeteva: “Bellissimo, tolo tolo! Che cosa significa?” e io: “Non ti preoccupare!” E poi ho attribuito la frase al bambino africano…
"Tolo Tolo" sta per “Solo solo”, però il bambino africano non diceva "tolo tolo", diceva "solo solo"… infatti mi guarda anche male, “Io so parlare l’italiano!”
Però è rimasto "tolo tolo".
Il significato del film
A 3 anni di distanza da Quo Vado?, Zalone si avvale di Paolo Virzì alla sceneggiatura e porta al cinema un prodotto che si maschera da commedia per un fine più importante: far riflettere lo spettatore.
Razzismo, ipocrisia, fascismo, falsità e accoglienza sono alcune delle tematiche che Zalone affronta minuto dopo minuto.
Il protagonista - interpretato dallo stesso Zalone - è un personaggio immaturo, egocentrico e totalmente distaccato dai problemi del mondo circostante e focalizzato soltanto sul sognare ad occhi aperti, pensare ai suoi cosmetici, abiti firmati e a fuggire dai numerosi debiti e guai lasciati alle sue ex mogli, famiglia e collaboratori. Dopo aver lasciato i debiti in Italia con l'idea fallimentare di aprire un lussuoso Sushi Bar, Checco fugge in Africa per lavorare e farsi una nuova vita, fino a quando dei terroristi assaltano prima il villaggio dove lavora come cameriere e successivamente tutti i posti limitrofi.
Come in Italia, Checco ha un'estrema leggerezza e ingenua positività nell'affrontare momenti importanti di cui tante persone avrebbero paura: esplosioni di bombe, rappresaglie e tradimenti. Proprio grazie a questa "positività", Checco sembra essere un Forrest Gump al contrario, con tutti i difetti e pochi pregi ma che lo portano comunque a raggiungere i suoi obiettivi. Così Checco e il co-protagonista Oumar, emigrano verso l'Europa per scappare agli orrori del terrorismo e della guerra verso un futuro migliore. Tolo Tolo è un film sull'italiano medio, su un personaggio egoista, con idee truffaldine, di sfruttamento e senza rispetto per gli altri che passo dopo passo compie un percorso di cambiamento assolutamente non voluto, ma per costrizione e per amore, sempre con la leggerezza che lo caratterizza.
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Le sue scelte leggere ed incoscienti lo portano a vivere un percorso non programmato ma deciso dalla sorte. Ma saranno le figure dell'eroina Idjaba e Doudou la chiave di volta per il futuro del protagonista, la prima lo ha portato per infatuazione (di Checco) a smettere di fare scelte egoiche - pur di restare accanto a lei - e di accettare la cruda realtà che circondava la donna mentre il bambino restituirà non solo una parte di un'umanità dimenticata da Checco ma un nuovo senso di esistere ad un uomo interessato solo ai soldi, alla ricchezza, alle gioie effimere e un senso di paternità che ha scoperto col tempo. Da una fuga dal terrorismo e dalla guerra, Checco diventa il deus ex machina, l'unico che può riportare Doudou dal suo papà e alla fine del film, Zalone continua a sognare ad occhi aperti.Sicuramente la morale più estrema del film è che non si deve mai scappare dai problemi perché in qualche modo la vita ci presenterà sempre il conto e con gli interessi.
Ma la domanda fondamentale è: Checco dopo tutta questa esperienza sarà un uomo migliore o tornerà ad essere lo stesso di prima?
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