Venezia 2018 tra sorprese e delusioni: ecco i film top e i flop dell'edizione 75

Venezia 75 si avvia al termine ed è arrivato il momento dei bilanci: quali sono state le migliori pellicole viste in Laguna e quali le delusioni da evitare? Ecco i top e i flop dell'edizione 2018.

Autore: Elisa Giudici ,

Con la proiezione di Zan (Killing) del giapponese Shinya Tsukamoto si conclude il concorso ufficiale di Venezia 75 ed è già arrivato il tempo di fare un bilancio. Mentre la giuria capitanata da Guillermo Del Toro si ritira e vota per l'assegnazione del Leone d'Oro - in un'edizione più incerta che mai - è arrivato il momento di tirare le somme del Festival di Venezia: quali saranno i film che ricorderemo di questa edizione? Da qui partirà la corsa per la notte degli Oscar di qualche lungometraggio? Chi ha deluso e chi ha sorpreso al Lido? 

Ho visto per voi tutti e 21 i film in corsa per il Leone d'Oro e qualche pellicola meritevole fuori concorso e nelle sezioni collaterali. Ecco quali film tenere d'occhio e non perdere all'arrivo nelle sale e quali invece evitare. 

Venezia 75: i film migliori del concorso

Ne riparleremo domani 8 settembre con il consueto appuntamento con il toto Leone, ma è un buffo destino quello di Roma, il film più amato di questa edizione dalla critica e dal pubblico. Sulla carta sarebbe il grandissimo favorito per il Leone d'Oro, ma a nuocergli è proprio il sospetto che Del Toro posso "aiutare" l'amico di sempre Cuarón. Il film però ha davvero una marcia in più, forse ancor più del suo grande successo Gravity. 

Ve ne ho già parlato in toni entusiasti nella recensione dedicata: nel suo bianco e nero elegantissimo e contemporaneo, Roma è capace di tocchi di maestria registica davvero impressionanti (la bellissima sequenza sui titoli di testa, la scena al mare, i numerosi piano sequenza). Il suo regista racconta la sua storia più personale di tutte, ma trovando il giusto distacco, con un approccio femminista in maniera autentica. 

Venezia 75
una scena di La Favorita
La Favorita sarà probabilmente più bel film in costume che vedremo nel 2018

Chi vi scrive, per gusto e inclinazione personale, gli ha però preferito il nuovo film di Yorgos Lanthimos, La Favorita. Qui le ambizioni agli Oscar sono palesi, dato il cast di superstar e la performance coi fiocchi di Olivia Colman al fianco di Emma Stone e Rachel Weisz. Crudeltà a corte con ironia e genuina cattiveria, come solo Lanthimos sa regalare, senza le pesantezze del suo passato più autoriale. Da vedere (la recensione).

Di Double Vies di Olivier Assayas vi parlerò nei prossimi giorni. In un concorso di grandissime firme, il cineasta francese più osannato dai cinefili ha rischiato di passare inosservato, invece il suo film ci ha fatto ridere, incalzante, dialogato dall'inizio alla fine e capace di ironizzare con verve su tutto. Dal mondo dell'editoria a quello delle scappatelle coniugali, fino a un paio di battute cult sul collega Haneke. I compratori lo hanno preso d'assalto e a parere di chi scrive è destinato a fare bene anche in sala. 

Venezia 75
Suspiria di Luca Guadagnino
Un film non facile, un film imperdibile: Suspiria di Luca Guadagnino si farà ricordare

Era il film più atteso dell'edizione e si è rivelato divisivo come pochi altri, ma chi vi scrive ha ripensato a lungo a Suspiria, il remake di Luca Guadagnino, la recensione più letta dell'intera edizione. Sicuramente non è un film universale o "facile" come Chiamami col tuo nome, ma sarà un appuntamento imperdibile in sala. Non aspettatevi di uscirne immediatamente soddisfatti: è così denso di simboli e sottotesti da richiedere forse una seconda visione. È acuto, ma ancor di più ardito, per cui rischia di scontentare molti nelle sue derive più estreme, come fece Madre! l'anno scorso. Di registi così coraggiosi (e davvero padroni del loro mestiere) ne abbiamo un grande bisogno.

Venezia 75: i film peggiori del concorso

Ricorderemo l'edizione 2018 della Mostra d'arte cinematografica di Venezia come un'annata povera di autentiche sorprese, ma ricca, ricchissima di conferme di grandi autori, con film di qualità. 

Qualche scivolone però è assolutamente fisiologico e non è mancato, tra scult, derive trash e film apertamente brutti. Tra i 21 film in concorso è molto semplice individuare il peggiore, la cui presenza nella corse al Leone d'Oro è francamente inspiegabile. Sto parlando di Acusada dell'esordiente Gonzalo Tobal, un legal drama che racconta l'iter giudiziario di una ragazza accusata di aver ucciso la sua migliore amica, in un caso giudiziario divenuto mediatico. 

Ve ne parlerò presto, ma vi metto già in guardia: state alla larga da questo film in cui tutto è a livello di una produzione (brutta) televisiva: regia scadente, protagonisti decisamente non versati nella recitazione, svolte di trama cheap, talvolta involontariamente comiche. Sorprende che qualcuno abbia avuto il coraggio di applaudirlo. 

Venezia 75
The Moutain, una scena del film
Una confezione bellissima per una trama così impalpabile da non essere percepibile

Sull'altro estremo dello spettro autoriale ma ugualmente poco riuscito c'è The Moutain di Rick Alverson: regia e fotografia strepitose, curate fino all'eccesso, attori con prove impressionanti (su tutti Tye Sheridan) e taglio autoriale. Peccato che nella sua autorialità Alverson si perda, facendo naufragare in derive incomprensibili il suo film, tanto che diventa persino difficile riassumerne la trama. 

Più che deludere, Peterloo di Mike Leigh annoia: il suo imponente film storico ha tutte le facce giuste, imbruttite dalla povertà e dalla volgarità, appartenenti a ottimi attori. Se il precedente Turner riusciva a giustificare brillantemente la sua durata importante, Peterloo appare già nella prima metà inutilmente verboso, ripetitivo, impegnato a irridere i personaggi che parlano forbito e annoiano del suo film, salvo poi cadere nello stesso errore. 

Venezia 75
Una scena di Vox Lux
Natalie Portman porta alla deriva Vox Lux

I film davvero mal riusciti finiscono qui, ma certo non mancano pellicole che non sfruttano appieno il loro potenziale o sfuggono un po' di mano ai loro creatori. Ve ne facevo un esempio ieri con la recensione dell'irruento ma appassionato The Nightingale, ma lo stesso discorso vale per Vox Lux (che naufraga a causa di una Natalie Portman fuori parte). Il messicano Nuestro Tiempo è piaciuto parecchio al Lido, ma personalmente l'ho trovato inutilmente lungo e senza una guida forte, mentre il film sulla strage di Utøya 22 July risulta monotono, timoroso di prendersi un rischio o sbagliare. 

Questo è il bilancio qualitativo dell'edizione 2018 di Venezia: domani 8 settembre 2018 daremo uno sguardo al toto Leone, perciò continuate a seguirci!

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