War of the Worlds: istinto e assenza di regole nell'episodio 2

Autore: Chiara Poli ,

Le ha salvato la vita. Ma ha anche lasciato che il suo compagno morisse, mentendole. Non pago, dopo essere uscito dall'ascensore, l’ha lasciata lì a lungo, il tempo necessario a spostare il corpo dell’uomo.

Il dottor Bill Ward - un convincente Gabriel Byrne - sapeva cosa stava per succedere, e ha fatto in modo di salvarsi insieme alla sua ex moglie Helen (Elizabeth McGovern), ma ha anche avuto la lucidità - di fronte all’ecatombe che ha scorto per strada, con i cadaveri a terra - di garantirsi la fiducia della donna.

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Come vi raccontavo nella recensione al primo episodio, questa versione di #War of the Worlds è profondamente diversa dalle altre.

Sceglie di mettere in scena un tipo di attacco molto differente da quelli visti negli adattamenti precedenti. E sceglie, come altri, di porre al centro del racconto dei personaggi che vivono la situazione attraverso il loro punto di vista.

Istinti primari e antieroi

Da una parte abbiamo Bill, freddo e calcolatore, che fa in modo di scrollarsi di dosso ogni responsabilità per la morte di Chris.

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Dall’altra abbiamo una madre, con i suoi due figli - di cui una non vedente, la ragazza del tatuaggio nell’episodio pilota - che non sa cosa fare. Di conseguenza, come chiunque altro, si dirige verso casa.

Tutti noi, e i film catastrofici lo sottolineano frequentemente, siamo portati a tornare verso casa in situazioni d’emergenza. Ma quelli che hanno qualcosa da nascondere non perdono mai di vista il loro vero obiettivo: continuare a far credere agli altri ciò che vogliono.

L’istinto primario di tutti - tornare a casa, raggiungere i propri cari, cercare un rifugio sicuro - si contrappone all’istinto di sopravvivenza di chi prevarica gli altri per procurarsi prima le risorse necessarie (cibo, acqua, armi…) e all’istinto di conservazione dell’antieroe per definizione.

Un protagonista che, al contrario di quanto normalmente accade, viene delicato chiaramente per non piacerci.

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Cinico, meschino, bugiardo: Bill Ward viene trattato molto male dalla sua ex moglie e, in qualche modo, noi non stentiamo a credere che se lo sia meritato.

Si preoccupa del cane, sopravvissuto alla pulsazione, ma non gli importa nulla di Chris: basta poco per caratterizzare un personaggio. E War of the Worlds, lo fa davvero bene.

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War of the Worlds: episodio 2
War of the Worlds: una scena dal secondo episodio

Niente più regole

Un colpo di pistola contro un coltello. Quando al mondo non ci sono più regole, né autorità, né alcun tipo di riferimento, gli esseri umani hanno due possibilità: tirare fuori il peggio o il meglio.

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Di solito, non lo scelgono: è l’istinto, ancora una volta, a comandare.

Quando miliardi di persone - il mondo intero, per quanto ne sanno i sopravvissuti - vengono sterminate in un istante da una forza sconosciuta, l’unica cosa che può salvarci è la nostra umanità.

Gli autori di War of the Worlds non ci girano intorno: il messaggio è chiaro.

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L’unica speranza di continuare a sopravvivere è non voltarsi indietro. Non voltare le spalle a chi è in difficoltà. Perché l’abbiamo fatto a lungo, nel mondo di prima, e farlo adesso significherebbe uccidere quel che resta della nostra umanità. In ogni senso.

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War of the Worlds: la famiglia
War of the Worlds: la famiglia protagonista di una delle storie narrate dalla serie

Mostri

Ed è solo allora, verso la fine di questo secondo episodio, che la verità emerge. Quando i militari che accompagnano la dottoressa Durant (Léa Drucker) e la bambina, Charlotte, che sta aiutando e tutti vengono attaccati. Dopo aver scoperto un mucchio di cadaveri. Persone uccise con armi da fuoco e trascinate, perché i corpi non vengano scorti.

Sono loro. Sono qui. Gli Alieni. I nemici più spietati mai visti prima. Pronti a sterminare sistematicamente chi è sfuggito all’attacco della pulsazione, e a farlo senza guadare in faccia a nessuno. La piccola Charlotte lo dimostra: non ci sono più regole.

Né per loro, che probabilmente non le hanno mai avute, né per noi.

Con una differenza: noi, almeno in linea teorica, prima ne avremmo dovute avere.

Non l’avrei mai lasciato morire, non avrei potuto.

Bill lo dice a Helen prima di lasciarci al prossimo episodio, che vedremo lunedì su FOX.

Lo afferma, mentendo, per dimostrare che i mostri alieni sono spietati, ma anche noi non siamo da meno...

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