Stasera in TV c'è We Were Soldiers - Fino all'ultimo uomo, ricordiamo le migliori frasi del film

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Autore: Danilo Abate ,

We Were Soldiers - Fino all'ultimo uomo (We Were Soldiers) è una pellicola del 2002 diretta da Randall Wallace, con protagonista il due volte premio Oscar Mel Gibson (entrambi gli Oscar vinti nel 1996 per Braveheart - Cuore impavido), nei panni del Tenente Colonnello Hal Moore.

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Stasera, 6 settembre su Rai Movie dalle 21.10 c'è We Were Soldiers - Fino all'ultimo uomo

Il film è incentrato sulla Battaglia di la Drang, una fra le più sanguinose e importanti della guerra del Vietnam, ed è basato sul libro We Were Soldiers Once ... And Young dell’ex Tenente Colonnello Hal Moore e del reporter Joseph Galloway, interpretato da Barry Pepper nella pellicola. Sia Moore che Galloway combatterono in prima linea nella Valle di la Drang, situata nella provincia di Pleiku, in Vietnam del Sud. Tale battaglia durò più di un mese, dal 23 ottobre al 27 novembre 1965.

In We Were Soldiers - Fino all'ultimo uomo, il Tenente Colonnello Hal Moore del Primo Battaglione del 7º Reggimento Cavalleria, 1ª Divisione Cavalleria (Aeromobile), è un ufficiale di grande esperienza militare e, assieme ai suoi soldati, si prepara a combattere nella guerra del Vietnam per la prima volta. Analogamente a quanto accade in Full Metal Jacket di Stanely Kubrick, nel film viene mostrato prima l’addestramento dei soldati e poi si entra nel vivo del conflitto in Vietnam nella Valle di la Drang.

A differenza del film di Kubrick, i toni presenti in We Were Soldiers - Fino all'ultimo uomo sono molto meno crudi e dei protagonisti viene enfatizzato in qualche modo l’eroismo più che l’insensatezza del conflitto. Tutti i soldati americani vengono descritti come parte di una grande famiglia e il sentimento di fratellanza è molto forte.

Nel libro scritto da Moore e Galloway non vi è traccia della sequenza dell’assalto alla montagna occupata dalle truppe vietnamite. Non viene descritta nessuna scena di strage compiuta dagli elicotteristi e neanche il gesto del Sergente Ernie Savage (Ryan Hurst), che recupera la tromba del soldato francese caduto in un’imboscata delle forze vietnamite a inizio film, è presente nel libro. Nel film inoltre non si fa alcun riferimento alla disastrosa ritirata dei soldati statunitensi da X-Ray, che portò al quasi totale sterminio dell’intero battaglione.

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La canzone che fa da sottofondo ad alcune scene di battaglia s'intitola Sgt. MacKenzie.

Adesso però, a circa 16 anni dal suo debutto nei cinema di tutto il mondo, andiamo a vedere insieme quali sono le citazioni più iconiche di We Were Soldiers - Fino all'ultimo uomo.

Il Tenente Colonnello Hal Moore

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“Quando Cavallo Pazzo era bambino, succhiava il latte dal seno di tutte le donne della sua tribù, i Sioux allevavano i figli così; ogni guerriero chiamava ogni donna della tribù mamma, e chiamava nonno ogni guerriero più anziano, combattevano come una famiglia, questo voglio dire, proteggete i vostri uomini, insegnate loro a proteggersi a vicenda perché quando saremo là, potremo contare solo l'uno sull'altro.” - Tenente Colonnello Hal Moore

Il Sergente Maggiore Basil L. Plumley

"Il primo figlio di puttana che mi chiama nonno lo ammazzo!" - Sergente Maggiore Basil L. Plumley

Sergente Maggiore Basil L. Plumley: Prendi questo fucile.
Joseph Galloway: Ma io sono un civile...
Sergente Maggiore Basil L. Plumley: Oggi non vale.

Sergente Maggiore Basil L. Plumley: Non me lo perdonerò mai...
Joseph Galloway: Che cosa signore?
Sergente Maggiore Basil L. Plumley: Che i miei uomini siano morti e io no.

Sergente Ernie Savage: Bella giornata sergente maggiore!
Sergente Maggiore Basil L. Plumley: Sei diventato un meteorologo del cazzo?

Moore e Plumley

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Tenente Colonnello Hal Moore: Mi chiedo cosa provasse il generale Custer quando vedeva i suoi uomini morire.
Sergente Maggiore Basil L. Plumley: Il generale Custer era una mezza sega, lei no.

Tenente Colonnello Hal Moore: È meglio che lei vada a rimediarsi un M-16!
Sergente Maggiore Basil L. Plumley: Quando verrà il momento che mi servirà, ne troverò a cataste sul terreno!

Il reporter Joseph Galloway

"Alcuni avevano la famiglia ad attenderli. Per altri la famiglia erano i compagni accanto a cui erano stati feriti. Non c'erano bande, né bandiere, né guardie d'onore ad accoglierli. Erano andati in guerra perché il loro Paese l'aveva loro ordinato.ln fondo, però, non avevano combattuto per la Patria o la bandiera, ma per i propri compagni." – Joseph Galloway

“Noi che abbiamo visto la guerra ce l'avremo sempre negli occhi, nel silenzio della notte udiremo le loro grida, questa è la nostra storia, di noi che un giorno fummo soldati... e giovani.” – Joseph Galloway

Il discorso di Moore al 7º Reggimento Cavalleria

“Guardatevi intorno, è il 7º Cavalleria. Abbiamo un capitano che viene dall’Ucraina, un altro da Porto Rico. Abbiamo giapponesi, cinesi, neri, latino americani, indiani Cherokee e israeliti e argentini: tutti americani! Qui negli Stati Uniti, qualcuno di questa unità, forse discriminato per ragioni di razza e di religione. Ma questo per tutti noi, ora non conta più. Ora stiamo partendo per la valle oscura della morte, dove guarderete le spalle dell’uomo che vi sta accanto, come lui guarderà le vostre, senza badare al colore della pelle o con quale nome chiamate Dio. Lasciamo la nostra famiglia, ma noi andiamo dove ‘famiglia’ ha il suo vero significato. Quindi vediamo di capire la situazione. Ci troveremo a combattere contro un nemico forte e determinato a vincere. Non vi posso garantire che vi riporterò tutti vivi a casa, ma giuro solennemente davanti a voi e a Dio Onnipotente, che al momento di combattere, io sarò il primo a scendere sul campo di battaglia e sarò l’ultimo ad abbandonarlo, e non mi lascerò nessuno di voi alle spalle.
Vivi o morti vi giuro, ritorneremo tutti insieme a casa, e che Dio mi aiuti..."  – Tenente Colonnello Hal Moore

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