Zodiac: la storia vera del serial killer e il film a confronto

Autore: Silvia Artana ,

Nel 2007, David Fincher (ri)porta sul grande schermo la storia del "killer dello Zodiaco" in Zodiac. La pellicola conta su un cast eccezionale, che annovera tra i protagonisti Jake Gyllenhaal, Robert Downey Jr., Mark Ruffalo e Anthony Edwards, e abbraccia la tesi che il feroce assassino che ha seminato il panico nella California settentrionale alla fine degli anni '60 sia Arthur Leigh Allen.

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In realtà, il coinvolgimento dell'uomo negli omicidi (5 certi e 37 presunti) non è mai stato dimostrato con prove concrete e nel corso del tempo sono stati indicati altri (potenziali) colpevoli. Addirittura, una clamorosa teoria sostiene che il misterioso omicida seriale sia un ex agente dell'U.S. Army Criminal Investigation Command (CID), tale Giuseppe Joe Bevilacqua, e che lui e il "mostro di Firenze" siano la stessa persona.  

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Tuttavia, l'identificazione del "killer dello Zodiaco" con Arthur Leigh Allen è senza dubbio la più celebre e discussa, in virtù dei libri scritti dell'ex vignettista del San Francisco Chronicle, Robert Graysmith, che ha condotto un'indagine privata decennale sul caso, accedendo in modo privilegiato ai fascicoli della polizia.

L'opera del regista di Seven e Fight Club sceglie di seguire questa ricostruzione, offrendo pertanto una visione di parte della vicenda. Oltre a ciò, in alcuni punti, si discosta dai fatti per ragioni di ordine narrativo.

Ma allora, qual è la storia vera del serial killer Zodiac? Qui trovate un confronto tra il film e i fatti accaduti realmente, in base ai dati raccolti da Zodiac Killer Facts, Chasing the Frog e Upprox.

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L'agguato a Darlene Ferrin e Michael Mageau 

Zodiac si apre sull'agguato del killer a Darlene Ferrin e Michael Mageau, avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 luglio 1969 a Vallejo, in California (ma come verrà rivelato in seguito, il misterioso assassino ha già ucciso Betty Lou Jensen e David Faraday il 20 dicembre 1968 a Benicia, un'altra città della California).

Nel film, la giovane vuole fermarsi a mangiare in un fast food, ma quando vede nei pressi del ristorante una Mustang di colore scuro, si innervosisce e decide di andarsene. La stessa auto è quella da cui scende il killer che spara ai due ragazzi, uccidendo Darlene e ferendo in modo grave ma non mortale Michael.

Nella realtà, nessuna macchina stava (apparentemente) seguendo i giovani e Michael ha identificato la vettura dell'assassino come una Chevrolet Corvair chiara. Inoltre, il ragazzo non ha chiesto a Darlene se l'uomo al volante poteva essere suo marito o qualcuno che conosceva.

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Nella testimonianza resa alla polizia, Michael ha detto di non avere parlato con il killer e ha dichiarato che il rumore degli spari gli è sembrato attutito, ma non ha mai accennato a un silenziatore. Invece, la pellicola mostra il giovane che rivolge la parola all'assassino e quest'ultimo che spara con un silenziatore apparentemente difettoso.

L'omicidio del taxista Paul Stine

L'11 ottobre 1969, Zodiac uccide il taxista Paul Stine a San Francisco. Nel film viene mostrato l'autista quando carica il killer e il momento in cui l'assassino gli spara a bruciapelo alla nuca. Poi la prospettiva diventa quella di un testimone che osserva tutto da lontano e vede Zodiac fare qualcosa all'interno dell'auto. In seguito, la polizia arriva sulla scena del crimine e trova un paio di guanti sul sedile posteriore del taxi e un'impronta digitale parziale su una portiera.

La pellicola non sembra avere dubbi sul fatto che i guanti siano del killer e questo fa sì che i detective che si occupano del caso, Dave Toschi (Mark Ruffalo) e Bill Armstrong (Anthony Edwards), si ritrovino ad affrontare un problema non di poco conto, ovvero come sia possibile che un assassino del calibro di Zodiac abbia commesso l'errore di toglierli, dimenticarli e lasciare pure un'impronta. La risposta suggerita dal film è che i guanti siano una sfida e che l'impronta non sia del killer.

Nella realtà, i due investigatori non si sono arrovellati sulla questione, perché Toschi ha scoperto che i guanti appartenevano a una donna, che li aveva persi nel taxi durante una corsa precedente. Per quanto riguarda l'impronta, entrambi i detective sono sempre stati convinti che fosse dell'assassino e che non fosse la conseguenza di una qualche contaminazione della scena del crimine.

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Zodiac: Paul Avery e Robert Graysmith
Robert Downey Jr. e Jake Gyllenhaal sono Paul Avery e Robert Graysmith in Zodiac

Invece, è vero che Zodiac ha inviato per posta al San Francisco Chronicle un brandello insanguinato della camicia di Paul Stine. Così come è vero che nella stessa lettera ha minacciato di uccidere i bambini degli scuolabus.

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Infine, corrisponde alla realtà che una pattuglia ha incontrato il killer poco dopo l'omicidio del taxista. Gli agenti Donald Fouke ed Eric Zelms hanno dichiarato di avere visto un uomo allontanarsi dalla scena del crimine, ma di non averlo fermato perché era bianco, mentre la prima descrizione del sospetto (rettificata poco dopo) parlava di un afroamericano.

La telefonata con Melvin Belli durante The Jim Dunbar Show

Nel film, il detective Armstrong sveglia il collega Toschi nel cuore della notte, per avvisarlo che il "killer dello Zodiaco" ha chiamato il Dipartimento di polizia di Oakland, chiedendo di parlare con il famoso avvocato Melvin Belli. L'uomo accetta la proposta e viene scortato dai due detective agli studi di The Jim Dunbar Show, per una diretta telefonica televisiva. Durante la trasmissione, l'avvocato parla con un sedicente Zodiac, che dice di soffrire di mal di testa, minaccia di uccidere dei bambini e lancia un urlo agghiacciante, prima di chiudere la comunicazione chiedendo un incontro di persona con Belli. Alla fine, il killer non si presenta sul luogo dell'appuntamento e la polizia rintraccia la chiamata e scopre che è stata fatta da un paziente di un ospedale psichiatrico.

L'episodio è avvenuto anche nella realtà, ma in modo diverso. In una occasione in cui Melvin Belli era ospite in trasmissione, il sedicente Zodiac ha chiamato 12 volte chiedendo di parlare con l'avvocato, ma è sempre stato bloccato. Allora, l'uomo ha telefonato al Distretto di polizia, dichiarando di essere il "killer dello Zodiaco" e di volere parlare con Belli durante The Jim Dunbar Show. Il presunto killer ha chiamato in trasmissione, ma non ha lanciato nessun urlo e la telefonata non è stata rintracciata. Invece, la polizia è arrivata alla conclusione che non si trattasse del vero Zodiac facendo ascoltare la chiamata a uno dei sopravvissuti agli omicidi (Bryan Hartnell) e agli agenti che avevano parlato al telefono con il killer.

Il rapimento di Kathleen Johns

Nella notte del 22 marzo 1970, mentre sta guidando sulla strada da San Bernardino a Petaluma insieme alla figlia di 10 mesi, Kathleen Johns viene fermata da uno sconosciuto, che le dice che la ruota destra dell'auto non è bene avvitata e si offre di sistemarla. La donna accetta, ma quando riparte, la ruota si stacca. Lo sconosciuto torna indietro e le offre un passaggio fino alla prima stazione di servizio.

Nel film, il misterioso uomo rivela rapidamente le proprie intenzioni, superando senza fermarsi la prima stazione di servizio e dicendo alla donna (incinta di 7 mesi) che ucciderà lei e la sua bambina. Dopo uno stacco in cui si vede lo schermo nero, la pellicola riprende mostrando Kathleen in stato di shock in mezzo alla strada. La donna viene soccorsa da un camionista e da un'altra automobilista e, quando capisce di essere al sicuro, va a prendere la figlia che aveva nascosto in un cespuglio.

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Zodiac: Dave Toschi e Bill Armstrong
Mark Ruffalo e Anthony Edwards sono Dave Toschi e Bill Armstrong in Zodiac

Nella realtà, lo sconosciuto soccorritore ha portato Kathleen alla stazione di servizio di Richfield, ma era chiusa. A quel punto, ha saltato tutte le successive stazioni di servizio, dicendo alla donna che nessuna andava bene, ma senza minacciarla apertamente di nulla. Dopo un'ora e mezza, quando l'uomo si è fermato a uno stop, Kathleen si è buttata fuori dall'auto con la sua bambina. La donna si è nascosta e dopo 5 minuti lo sconosciuto se n'è andato, senza scendere dall'auto.

Kathleen Johns ha modificato più volte il resoconto dell'episodio e ha dichiarato al reporter del San Francisco Chronicle Paul Avery che il misterioso uomo si è messo a cercarla con una torcia, dopo che si era lanciata fuori dalla sua macchina. Le continue ritrattazioni hanno spinto diversi studiosi del caso a dubitare che la donna sia stata davvero una vittima di Zodiac.

L'interrogatorio di Arthur Leigh Miller

In una scena chiave del film, Dave Toschi, Bill Armstrong e il sergente Jack Mulanax (Elias Koteas) interrogano il loro principale sospettato, Arthur Leigh Allen, e l'uomo sembra confermare una prova dietro l'altra di essere l'assassino. Indossa un orologio Zodiac e degli scarponi della stessa marca di quelli che sono stati collocati sulla scena di uno degli omicidi del serial killer, dice che aveva dei coltelli insanguinati perché ha ucciso dei polli (senza che nessuno glielo chieda) e dichiara di essere un grande estimatore de La preda più pericolosa, il libro preferito dall'assassino. Inoltre, prima di congedarsi dai detective, dichiara:

Io non sono Zodiac. E se lo fossi, di certo non ve lo direi.

Nella realtà, stando al rapporto stilato dal sergente Mulanax, Arthur Leigh Allen ha parlato esclusivamente dei coltelli insanguinati (tra l'altro, senza speculare sul fatto che il vicino che li aveva visti potesse averlo denunciato alla polizia pensando chissà che). Il resto compare solo nei libri di Robert Graysmith e nel film.

Paul Avery e Robert Graysmith

Gran parte del film si basa sull'interazione tra Paul Avery (Robert Downey Jr.) e Robert Graysmith (Jake Gyllenhaal). Nella realtà, il talentuoso quanto inaffidabile cronista del San Francisco Chronicle e l'ingenuo ma brillante vignettista si sono incontrati solo due volte, dopo che entrambi avevano lasciato il giornale.

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Zodiac: Arthur Leigh Miller
John Carroll Lynch è Arthur Leigh Miller in Zodiac

Invece, come si vede nella pellicola, è vero che l'ossessione per il "killer dello Zodiaco" è costata a Graysmith il matrimonio con Melanie (Chloë Sevigny).

Inoltre, corrisponde alla realtà che l'ex vignettista e Arthur Leigh Miller si sono visti. Tuttavia, l'incontro non è avvenuto nella ferramenta dove lavorava il presunto assassino, ma all'esterno. Graysmith era in auto e l'uomo si è avvicinato alla portiera dal lato del guidatore, impedendogli di aprirla e fissandolo per un lasso di tempo che all'ex vignettista è sembrato eterno.

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