BNA: Recensione del nuovo anime di Studio Trigger in esclusiva su Netflix

Autore: Silvio Mazzitelli ,

Dal 30 giugno è disponibile su Netflix BNA: Brand New Animal, il nuovo anime di Studio Trigger arrivato in esclusiva sulla famosa piattaforma di streaming, che ne è anche in parte produttrice. BNA ha debuttato inizialmente sul Netflix giapponese con i primi 6 episodi a marzo, seguiti dagli ultimi 6 a maggio. La serie è stata trasmessa, dopo l’uscita su Netflix, anche sulla televisione giapponese e qui si è conclusa il 24 giugno.

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Studio Trigger è ormai diventato uno degli studi più amati dal pubblico, grazie a tante opere di successo. La cosa incredibile è che tutto ciò è stato raggiunto in appena 10 anni, dato che la sua fondazione risale al 2011. Bisogna anche ammettere che dietro a questo importante studio d’animazione non ci sono i primi arrivati, ma dei veterani dello Studio Gainax. I fondatori sono infatti Hiroyuki Imaishi, che in passato ha lavorato ad Evangelion ed è stato il regista dell’anime Gurren Lagann, considerato un capolavoro, e Masahiko Otsuka, che ha condiviso con il suo collega direzione e lavori per queste due famose serie.

Dalla sua creazione il successo di Trigger è stato travolgente, tanto che recentemente è stato annunciato che lo studio si occuperà dell’adattamento animato dell’attesissimo videogioco Cyberpunk 2077, sempre in collaborazione con Netflix (l'arrivo è previsto nel 2022).

Dietro BNA abbiamo altri nomi noti di Trigger, che in passato hanno realizzato serie di successo come Kill la Kill o Little Witch Academia. Alla regia troviamo Yoh Yoshinari (animatore che ha lavorato a Evangelion, Kill la Kill, Gurren Lagann e molti altri progetti), alla sceneggiatura Kazuki Nakashima (ruolo già ricoperto per Kill la Kill e anche per Gurren Lagann) e Yosuke Yoshigaki (autore al character design).

BNA ha riscosso un ottimo successo di pubblico in Giappone: scopriamo se i 12 episodi che compongono la serie sono all’altezza delle aspettative.

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La trama

Il mondo in cui è ambientata la storia di BNA è molto simile al nostro, con la sola differenza che oltre agli umani esistono da sempre anche gli zoomorfi, delle creature antropomorfe ma che possono assumere l’aspetto di uno specifico animale. In passato si sono sempre nascosti dagli uomini, interagendo in diversi contesti storici, come ad esempio testimoniano alcuni culti dedicati a divinità in forma animale, come Anubi o Ganesh.

Nel tempo presente gli zoomorfi sono ormai usciti alla luce del sole, con tutte le conseguenze sociali che ciò comporta. Razzismo, odio e violenza da parte degli umani sono all’ordine del giorno; ci sono persone che si battono per i loro diritti, ma nonostante ciò gli zoomorfi sono molto mal visti dalla società umana. Fortunatamente esiste un posto ideale per tutti gli uomini-bestia chiamato Anima City, una città creata appositamente per loro e popolata solo da queste creature speciali.

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Michiru Kagemori è una giovane studentessa che si è trasformata improvvisamente in un tanuki (una sorta di procione originario del Giappone). Non potendo più vivere nella società umana decide di fuggire e raggiungere Anima City. Dopo essere sfuggita ad alcuni pericolosi inseguitori umani e dopo altre peripezie, arriva finalmente nella terra promessa degli zoomorfi, per scoprire però che non è così paradisiaca come sembra.

Qui viene salvata da Shirou Ogami, un uomo-bestia di tipo lupo che lavora per proteggere la città da qualsiasi minaccia. Michiru si affida dunque a lui per capire i motivi della sua trasformazione, dato che normalmente uno zoomorfo non si trasforma improvvisamente ma lo è sin dalla nascita. Lo stato di Michiru è molto insolito anche per un uomo-bestia e Shirou inizierà a investigare sui misteri di Anima City che coinvolgono anche lo strano caso della sua nuova compagna tanuki.

I temi di BNA

BNA Netflix

La storia di BNA: Brand New Animal affronta temi molto cari a Studio Trigger, temi che infatti si incontrano anche in altre sue opere, tra le cui Gurren Lagann e il recente film d’animazione Promare: il problema della diversità e l’accettazione del diverso sono tra i temi fondamentali di quest’opera e in questo periodo storico appaiono più che mai significativi, vedendo quanto succede ultimamente nel mondo. L’odio indiscriminato e senza senso degli uomini verso gli zoomorfi sarà sempre al centro delle vicende e Michiru rappresenta un ottimo punto di vista per lo spettatore, data la sua doppia natura: in origine umana e poi divenuta, suo malgrado, una zoomorfa, si ritrova improvvisamente a essere odiata da tutti i suoi simili. 

Tramite Michiru possiamo imparare a conoscere una popolazione che, seppur all’apparenza simile agli umani, ha una cultura e usanze diverse, molto più vicine agli istinti della parte animale che domina ognuno degli abitanti di Anima City: anche una partita di baseball, per esempio, può trasformarsi in una lotta per il predominio del territorio, dove ogni violenza è ammessa, proprio come se ci si trovasse nel bel mezzo della giungla. La serie è molto abile a mostrare tutte le sfaccettature di questa razza, senza per forza vittimizzarla troppo: proprio come nella società umana, anche in quella degli uomini-bestia vi sono svariati tipi di individui, da chi possiede un cuore d’oro a chi è invece senza scrupoli. 

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Questa scelta è stata fatta proprio per evidenziare come non esistano differenze con la razza umana, composta a sua volta da individui molto diversi tra loro e con posizioni differenti nei confronti degli uomini-bestia. BNA è dunque un inno alla diversità e all’accettazione di sé stessi indipendentemente dalla propria forma esteriore. L’anime però non vuole prendersi troppo sul serio e può capitare che questi argomenti vengano a volte mostrati con troppa ingenuità o in maniera poco approfondita, nonostante il messaggio sia sempre trattato con rispetto. A livello narrativo però queste ingenuità fanno perdere un po’ di mordente a una storia dalle premesse interessanti.

D’altronde gli anime dello Studio Trigger non sono certo famosi per le loro argomentazioni profonde o le trame troppo complesse e anche in BNA molto spesso i toni sono alleggeriti da momenti divertenti o dalle tante scene d’azione presenti. 

Furia animale

Studio Trigger/Netflix
BNA Michiru e Shirou

Come da tradizione di Studio Trigger, anche in BNA l’azione è presente, anche se è molto meno centrale rispetto a quanto accada in anime più incentrati sulle battaglie, come ad esempio Kill la Kill. Se vi aspettate un’opera basata su combattimenti ed esagerazioni di proporzioni cosmiche probabilmente resterete delusi, dato che il focus della serie non è su questo aspetto, comunque presente.

Capita infatti che i protagonisti siano costretti a menare le mani anche solo per difesa personale. Specialmente Shirou si trova più volte al centro di combattimenti molto ben coreografati, con sequenze e una regia che esaltano al meglio la dinamicità dell’azione e gli effetti esagerati dei colpi scambiati, che spesso finiscono in un tripudio di esplosioni. Trigger è sempre maestra per quanto riguarda le scene di combattimento e saprà regalare più di una soddisfazione ai suoi fan storici.

Un po’ sottotono invece i personaggi, che a eccezione di Michiru e Shirou non splendono particolarmente. I due protagonisti sono ben caratterizzati e nascondono più di una sorpresa, specialmente in merito al loro passato. Nonostante ciò non ci sono momenti in cui spicchino realmente o riescano a catturare l’empatia dello spettatore: manca quella scintilla che invece era possibile trovare in altre opere di Studio Trigger. Per quanto riguarda i comprimari, questi sono spesso delle semplici figure ricorrenti prive di un vero spessore.

Studio Trigger/Netflix
BNA personaggi

Alcuni hanno una backstory, ma viene descritta in poche battute in cui ci vengono fornite le informazioni essenziali sul loro passato. Certo, 12 puntate non sono tantissime per caratterizzare al meglio il nutrito cast della serie animata, ma in passato Trigger ci ha abituati a farci amare alcuni personaggi anche soltanto dopo poche scene.

Senza scendere nei dettagli, il nemico principale risulta sì interessante, ma senza essere particolarmente originale, anzi abbiamo notato un espediente già utilizzato in passato sempre da Trigger per giustificare le motivazioni delle sue azioni. 

Le animazioni sono invece sempre eccellenti, fatte con cura a mano e con poco uso della CG se non nelle ambientazioni. Studio Trigger è sempre maestra a rappresentare la dinamicità delle azioni con il suo tratto ruvido e dalle colorazioni particolari, in questo caso con prevalenza di tonalità calde. Il design dei personaggi colpisce nel segno nonostante qualche piccola somiglianza con i lavori passati, che solo i fan più accaniti dello studio noteranno. 

La storia si può definire autoconclusiva, ma lascia uno spiraglio aperto per un’eventuale seconda stagione, che, in caso venga realizzata, potrebbe approfondire maggiormente le tematiche dell’accettazione del diverso e alcuni misteri del passato degli zoomorfi, misteri qui appena accennati. 

Commento

Voto di Cpop

75
BNA non riesce ad arrivare al livello dei grandi capolavori di Studio Trigger, ma è comunque un anime molto godibile che nella sua leggerezza riesce ad affrontare per bene delle tematiche importanti.

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