Nonostante siano passati otto anni dalla sua prima messa in onda, la docu-serie Making a Murderer fa ancora parlare di sé. Prodotta da Netflix e lanciata in streaming nel dicembre 2015, Making a Murderer racconta la vera storia di Steven Avery e della sua famiglia proprietaria di un'attività di sfasciacarrozze situata nel Wisconsin.
Nel ricostruire la dinamica della vicenda che ha visto Avery coinvolto in due efferati crimini, il colosso dello streaming non ha riportato correttamente i fatti secondo un'accusa. Nel 2018 l'ex agente di polizia Andrew Colborn ha intentato una causa contro Netflix per diffamazione. Secondo Colborn nella docu-serie Making a Murderer viene fatto passare come un poliziotto corrotto che ha manipolato le prove per incastrare Avery.
A distanza di cinque anni da tali accuse, il giudice federale Brett Ludwig impiegato nel caso ha respinto la richiesta di Colborn. In quanto le prove da lui fornite non sono risultate essere attendibili.
Le accuse di Andrew Colborn
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Andrew Colborn che ha intentato una causa per diffamazione contro Netflix, si è visto respingere la sua mozione dal giudice in carica Brett Ludwig. In sostanza Colborn oltre a non aver fornito delle prove inconfutabili, non ha nemmeno tenuto conto di alcune leggi nell'esporre la sua causa.
Colborn ha accusato la controparte di ben 52 diverse situazioni di diffamazione, ma il giudice ha smentito ogni accusa in base alla tipologia. Per esempio una contestazione dell'agente Colborn era relativa a una scena della docu-serie di Netflix, dove un cliente di un bar ha definito la polizia corrotta. In tal caso non è stato menzionato nello specifico l'agente Andrew Colborn e quindi in tale contesto non si può parlare di diffamazione.
Colborn ha anche criticato il fatto che come personaggio pubblico in qualità di agente, doveva essere tutelato dalla stampa e non dato in pasto alla folla. Il giudice Ludwig ha invece ricordato il Primo Emendamento secondo cui è tutelato il diritto alla libertà di stampa. Un mezzo di comunicazione che deve comunque parlare nel bene o nel male dei soggetti in causa senza fare distinzioni di ruolo.
La sentenza del giudice Brett Ludwig
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Anche se nella sua causa contro Netflix l'ex agente Andrew Colborn ha mosso svariate accuse, il giudice Brett Ludwig è riuscito a smontarle tutte. Secondo Ludwig anche se il modo in cui Colborn è stato rappresentato nella docu-serie Making a Murderer non è stato di suo gradimento, non si tratta comunque di diffamazione.
Per il giudice tutti gli elementi forniti da Colborn non hanno provato in alcun modo che l'ex poliziotto sia stato diffamato. Si è trattato di accuse che sono state definite dal giudice come delle semplici critiche al contenuto televisivo. Ma non argomentazioni atte a giustificare dei reati punibili per legge come quello di diffamazione.
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Immagini di copertina e di questo articolo tratte dalla docu-serie Making a Murderer.
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