Un’ossessione per dei disegni, un’immagine che non sa se sia reale, ma che gli suscita emozioni. La sua casa dei sogni che lo porta a essere incapace di concentrarsi, non staccandosi mai davvero da quei disegni. Il richiamo a Inception, per l’inizio di questo film, è quasi immediato. Ma c’è qualcosa di diverso.
C’è un uomo, Greg Wittle (Owen Wilson) che assume farmaci, che ha dolori alla spalla e alla gamba, che ha una figlia che sta per laurearsi e una ex moglie che non vuole stare nella stessa stanza con lui e un figlio che non vuole nemmeno vederlo.
Un lavoro che è una specie di gabbia, di prigione, in un piccolo ufficio immerso in un’azienda molto grande, piena di persone… E una finestra che guarda sulla scritta di una clinica di riabilitazione chiamata Porto sicuro.
La metafora è evidente: la piccola prigione della realtà e l’enorme, sterminata immaginazione della mente di Greg.
Oggetti che sembrano svanire, come i déjà-vu di Matrix, errori di un sistema che non sembrano in grado di vedere.
E poi, in rapida successione: un delitto - o meglio un incidente mortale - una fuga, una città grigia e rumorosa, fredda e decadente.
C’è qualcosa di hitchcockiano nei primi minuti di Bliss, nel suo stesso protagonista, nel modo in cui realtà e immaginazione si mescolano senza consentire a Greg - e di conseguenza a noi - di distinguere la realtà dalla fantasia.
Scritto e diretto da Mike Cahill, Bliss sembra iniziare davvero solo quando Greg incontra Isabel (Salma Hayek) nel bar in cui si è rifugiato. Dal tavolo del bar, Isabel ha visto tutto. Ha visto Greg che nascondeva il corpo di Bjorn (Steve Zissis), il suo capo, prima di fuggire.
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Siamo davvero pochissimi
Isabel chiede a Greg di recuperare il suo amuleto dalle mani del suo ex fidanzato. Gli parla di un mondo finto, di un’illusione, di cose e persone che non sono reali. Tranne Greg, Isabel e pochissimi altri.
Nella sua “casa” sotto un ponte, Isabel offre a Greg riparo per il tempo necessario a far sì che il delitto sembri un suicidio, come ha orchestrato la stessa Isabel. Sa che se Greg venisse interrogato manderebbe tutto all’aria, e vuole proteggerlo. Ma niente, in Bliss, è come sembra.
Attori e spettatori
Il senso del film, le sue contraddizioni, le difficoltà nel riconoscere il reale dall’immaginario privato e collettivo sta tutto qui, nell’affermazione che siamo tutti sia attori che spettatori, nelle nostre vite.
I momenti in cui Greg vede se stesso in un’altra situazione, passando da una situazione all’altra con una fluidità che non ci viene mai davvero spiegata, sono i momenti che rappresentano la dualità delle nostre esistenze. Da un lato, siamo protagonisti assoluti. Dall’altro, assistiamo impotenti a ciò che accade. Subendolo.
Il potere “magico” che permette a Isabel e Greg di fare del male agli altri, dal farli cadere a schiacciare un furgone, rappresenta il nostro potere di agire sul mondo. Il cambiamento che possiamo rappresentare, anche nel nostro piccolo, l’impatto di ogni nostra azione, le conseguenze di ogni piccola scelta. Tutto è connesso. Come diceva il grande poeta John Donne, nessun uomo è un’isola.
Matrix
La casa dei sogni rappresenta il ricordo della vita di Greg e Isabel insieme. Secondo Isabel, Greg si sta lasciando sedurre dalla simulazione di un mondo che in realtà non esiste. Il mondo in cui si sono ritrovati, un’illusione in perfetto stile Matrix.
Con tanto di cristalli blu, diversi da quelli gialli, un meccanismo di uscita dalla simulazione: vi ricorda qualcosa? Sì, la pillola blu e la pillola rossa.
E nel momento stesso in cui Greg assume i cristalli, si sveglia in un altro posto. Legato a un macchinario che lo connette a una serie di cervelli, il brain box. Esattamente come in Matrix, di nuovo: una serie di poltrone con persone fisicamente presenti ma immerse in un altro mondo.
Le uniche persone reali. Nel mondo reale di Bliss, i vuoti di memoria sono frequenti - soprattutto senza l’appropriato dosaggio per l’uscita - in chi si immerge in un’altra realtà. La realtà del dottor Wittle e della dottoressa Clemens. La realtà in cui Greg e Isabel vivono nella casa che Greg pensava di poter solo sognare.
La scienza ha salvato il mondo
La realtà di Bliss rappresenta un futuro luminoso, bellissimo, immerso nel verde, nella luce, nei colori. L’esatto contrario della simulazione dell’esperimento, che rappresenta un’altra realtà: il passato. Il nostro mondo, destinato all’inquinamento e alla povertà, alla miseria e all’autodistruzione. Un mondo in cui nessuno credeva alla scienza, non davvero.
La scienza ha salvato il mondo (lo testimonia la presenza di Bill Nye - L’uomo della scienza dell’omonimo programma TV che gli spettatori italiani hanno già conosciuto grazie anche a #The Big Bang Theory) e siamo passati da un mondo malato a uno sostenibile, sicuro e pacifico. In cui i lavori noiosi vengono svolti dai robot affinché le persone possano dedicarsi ad altro.
Nel mondo dorato di Isabel, le telepresenze - ologrammi chiaramente distinguibili dalle persone reali, presenti in quel momento - vanno molto di moda. Ma tutto cambia quando Emily (Nesta Cooper), la figlia di Greg nel mondo illusorio, si presenta alla serata fra scienziati e artisti.
Isabel vuole dimostrare che avere accesso al brain box è un diritto di tutti. Greg la spinge a pubblicare il suo studio e presentarlo al pubblico. Per apprezzare il brutto devi aver conosciuto il bello. L’esatto contrario di ciò che noi abbiamo sempre pensato.
Lo prova il confronto fra l’intervista a Greg dopo l’uscita dal brain box e prima del suo ingresso. Un grande successo per Isabel… Un motivo di ansia per Greg. Per il Greg che si è trovato faccia a faccia con il se stesso di prima, frustrato e arrabbiato. Ma soprattutto faccia a faccia con Emily, che gli consegna i cristalli gialli proprio mentre la vita vera, le persone reali, fanno irruzione nel mondo dorato di Isabel Clemens.
La vera realtà
A dirci quale sia la vera realtà è la luce. La luce rosa e bellissima che illumina per la prima volta il mondo freddo e incolore in cui Greg sceglie di restare. Perché crede che sua figlia sia reale, perché la clinica riabilitativa Porto sicuro gli offre una via d’uscita. Perché sa che Isabel non aveva nulla per cui restare in quel mondo, eccetto lui: non aveva altro a cui aggrapparsi. Perché Isabel era pazza. E i ricordi che condivideva con Greg erano soltanto un’illusione, frutto della stessa letale droga che assumevano insieme. Così come la magia che esercitavano, sia in un mondo che nell’altro.
Non vediamo cosa succede a Isabel nel momento in cui prende i cristalli: potrebbe scomparire, oppure morire di overdose con i 10 cristalli blu.
Vediamo solo Emily su una panchina, in una splendida giornata di sole, vicino a uno splendido parco. E vediamo Greg che la raggiunge, e la abbraccia.
Perché non esiste alcuna spiegazione su quale sia la vera realtà: Mike Cahill lascia a noi la scelta.
Così come Greg sceglie di restare, per dare a Isabel la chance di tornare nel suo mondo, allo stesso modo tocca a noi decidere quale pillola di Matrix vogliamo prendere, la rossa o la blu. I cristalli gialli o quelli blu.
Entrambe le realtà presentano valide prove sulla propria esistenza, e valide spiegazioni nella droga, nella follia, nell’imperfetta umanità che le contraddistingue. Perché c’è solo un elemento che accomuna davvero i due mondi di Bliss: la povertà, la discriminazione, l’illusione che il mondo e soprattutto le persone siano migliori di quanto sono davvero.
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