The Aeronauts, in tono, tecnica e storia, incarna un film troppo sontuoso per la televisione. Probabilmente avrebbe dato il meglio di sé sugli schermi IMAX, dove la spettacolarizzazione degli effetti speciali si amplifica e un giro in mongolfiera può trasformarsi in un'esperienza allo stesso tempo esaltante e da brivido. Non che non lo sia anche sul più piccolo quaranta pollici di casa, ma vederlo con il sistema di proiezione per cui è stato pensato sarebbe di gran lunga più bello. Il regista Tom Harper si basa sulla storia di James Glaisher, che nel 1862 ha raggiunto a bordo di un pallone aerostatico quella porzione di cielo in cui nessun uomo o donna era mai stato, ma la sceneggiatura di Jack Thorne (che scritto Wonder) appesantisce i protagonisti Eddie Redmayne e Felicity Jones con troppe scene da survival movie, che impediscono al film di decollare veramente.
Glaisher (Redmayne), uno scrupoloso e appassionato accademico, recluta l'aeronauta Amelia Wren (Jones) per volare più in alto di chiunque altro nella storia e, in tal modo, svelare segreti essenziali su aria, vento e atmosfera che spera di sfruttare per prevedere il meteo. Ancora in lutto per la perdita di suo marito Pierre (Vincent Perez), Amelia è invece una pilota eccentrica e un po' sfrontata, il cui desiderio di dare spettacolo si scontra rapidamente con la risoluta determinazione di Glaisher di documentare in tranquillità ogni cambiamento di pressione o raffica di vento.
I due s'imbarcano sulla mongolfiera e si staccano dal suolo, tra i numerosi applausi degli spettatori paganti. Mentre il pallone sale al di sopra delle nuvole, il loro passato viene presentato attraverso dei flashback che si alternano all'impresa senza precedenti: i traumi dei personaggi sono così messi a nudo e forniscono una quantità di informazioni sufficienti per comprendere il motivo del loro viaggio, mentre la prospettiva di successo della missione si assottiglia. A poco a poco, gli effetti dell'altitudine e del freddo iniziano a manifestarsi, specialmente quando Glaisher confessa di aver scartato l'abbigliamento protettivo, che avrebbe dovuto indossare dopo un certo lasso di tempo, in favore dei suoi strumenti scientifici. I due bisticciano, ma le loro divergenze diventano irrilevanti quando raggiungono un'altezza dove praticamente l'intero pallone si congela, incluso il meccanismo che consente ad Amelia di gestire il gas che lo tiene a galla.
The Aeronauts non è un film per chi soffre di vertigini
Allora il pericolo aumenta e la giovane donna deve fare i conti con la sua perdita passata al fine di prevenirne una futura, mentre Glaisher tenta di conciliare le sue ambizioni scientifiche con la verità nuda e cruda: se non riescono a trovare rapidamente un soluzione, nessuno potrà documentare le loro scoperte. Essendo un attore incline a esibirsi in film in costume, Redmayne si cala bene nella parte di Glaisher, topo di biblioteca la cui visione per il futuro è schernita da numerosi oppositori e dubbiosi che considerano ridicole le sue teorie. Il suo coraggio di salire a bordo di una mongolfiera per raggiungere altezze inimmaginabili è guidato dall'ostinazione e dal desiderio di riscatto tanto quanto dalla sincera determinazione, mentre Amelia (anche la Jones qui bravissima) compensa la perdita di suo marito con una spavalderia sporadicamente ridotta da dolore, solitudine e sconforto.
A dire il vero, i loro traumi individuali sono abbozzati in modo piuttosto rozzo e la drammaticità del film non si avverte granché nelle scene in cui i due attori lavorano separatamente. A un certo punto di The Aeronauts, Antonia (Phoebe Fox) dice ad alta voce a sua sorella Amelia: "Non puoi volare via dai tuoi problemi, devi affrontarli!". Ed è insieme che i personaggi lo fanno: prendono di petto i rispettivi turbamenti e diventano più affiatati, specie quando cercano di venirsi incontro e supportarsi a vicenda, o quando condividono il piacere di ciò che hanno realizzato a bordo del loro cesto di vimini sospeso.
Visivamente, The Aeronauts è fantastico. Harper utilizza riprese grandangolari per intensificare la posta in gioco e avvicina sapientemente l'obiettivo quando è il momento di evidenziare i dettagli, come le mani di Amelia divenute violacee per via della temperatura glaciale o la ferita sulla testa che Glaisher si procura durante una tempesta. C'è sicuramente qualcosa di magico nelle splendide visuali che accompagnano la spedizione dei due protagonisti, ovunque sia il confine tra realtà e immagini generate al computer. Gli spettatori che temono le grandi altezze potrebbero sentirsi maggiormente coinvolti mentre i personaggi trovano soluzioni a migliaia di metri dalla superficie terrestre, proprio per la magnificenza delle riprese e per la capacità del film di passare in un attimo da scene tranquille all'azione concitata.
Le sequenze progettate o previste per i cinema IMAX non possono fare a meno di sopraffare il resto del film. Così, quando entra nell'intimità di Glaisher e Wren, due persone che inseguono i loro sogni anche a costo delle proprie vite, The Aeronauts vacilla; non perché sia una pellicola banale o eccessivamente incentrata sulla sua natura survival (che è anche vero), ma perché tutto il resto sembra semplicemente piccolo.
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Voto di Cpop
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