Tom Hanks: "oggi non mi farebbero fare Philadelphia...ed è giusto!"

Tom Hanks sul suo iconico ruolo gay in Philadelphia: "oggi nessun attore eterosessuale otterrebbe quella parte...ed è giusto così".

Autore: Elisa Giudici ,

Nel 1993 uscì un film cruciale per la carriera di Tom Hanks: s'intitolava Philadelphia, lo dirigeva Jonathan Demme e lo vedeva nei panni di un uomo sieropositivo che si batte in un lungo processo contro le discriminazioni subite sul luogo di lavoro nella città del titolo. Il film fu uno dei titoli più discussi e visti dell'annata e fruttò a Hanks il suo primo Oscar.

A quasi 30 anni di distanza, un film importante per aver contribuito a fornire una rappresentazione della piaga dell'AIDS nella comunità omosessuale all'interno del cinema hollywoodiano viene visto - anche - con occhio critico, senza per questo diminuirne i meriti cinematografici e "sociali". Tra i punti più criticati dal pubblico queer di Philadelphia c'era e c'è per esempio il fatto che l'eroe omosessuale della pellicola venga interpretato da un attore bandiera dell'eterosessualità e della "normalità" bianca statunitense.

Tom Hanks torna sul suo ruolo in Philadelphia: oggi non lo farei

Tom Hanks sposa in pieno questa critica. Durante un'intervista con il New York Times, l'attore si è detto d'accordo con il fatto che oggi una scelta di casting di questo tipo (un attore eterosessuale che interpreta un ruolo così importante per la comunità omosessuale) solleverebbe un'ondata altissima di polemiche: 

Affrontiamo il punto del "può un attore eterosessuale fare quello che feci io in Philadelphia oggi come oggi?". La risposta è no, ed è giusto così. Il messaggio di Philadelphia è di non avere paura. Una delle ragioni per cui le persone non erano spaventate da quel film era il fatto che ci fossi proprio io a interpretare un uomo gay. Ora siamo oltre quel punto, non penso gli spettatori accetterebbero la falsità di un uomo eterosessuale che interpreta la parte di un uomo gay. 

Hanks insomma sottolinea come all'epoca Demme e la produzione avessero scelto un attore percepito come molto, molto rassicurante per fare in modo che il pubblico "accettasse" di andare al cinema per sentirsi raccontare la storia di un uomo omosessuale. 

Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. 

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