Demon's Souls, la recensione: il ritorno del capostipite dei Souls

Autore: Silvio Mazzitelli ,
Videogames
11' 14''

La nuova generazione di PlayStation 5 si apre ufficialmente con l’arrivo di Demon’s Souls, reliquia risalente ai tempi di PlayStation 3 giunta nell’era delle nuove console grazie al perfetto lavoro tecnico di Bluepoint Games. Il titolo in origine era uscito sulla console Sony di ormai due generazioni fa nel 2009 in Giappone, e fu in pratica il prototipo del genere dei soulslike poi divenuto popolare grazie all’arrivo di Dark Souls nel 2011. Demon’s Souls è dunque la riscoperta del titolo che diede origine a un nuovo sottogenere amatissimo nell’ultimo decennio, l’opera prima di Hidetaka Miyazaki quando ancora il mondo non era a conoscenza del fenomeno dei soulslike.

Il marchio Demon’s Souls è rimasto a Sony, in quanto From Software lo sviluppò ai tempi di PS3 come esclusiva finanziata dalla casa di PlayStation, un po’ come poi avvenne per Bloodborne in epoca PlayStation 4. Anche per questo motivo From cambiò nome in Dark Souls per i successivi titoli, dato che i diritti del nome Demon’s Souls erano di Sony. Adesso i talentuosi sviluppatori di Bluepoint, sempre più specializzati nella creazione di remake (loro è anche il remake di Shadow of the Colossus, altro grande capolavoro del passato), hanno messo le mani proprio su questo titolo storico, rendendolo al momento l’unico vero videogioco disponibile solo ed esclusivamente su PlayStation 5. Tecnicamente è infatti da slogarsi la mascella per la cura che i Bluepoint hanno riposto nel ricreare completamente una veste grafica di altri tempi. Ma oltre le novità visive c’è altro di nuovo in questo remake di Demon’s Souls? Scopriamolo.

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Demoni e nebbia

La storia di Demon’s Souls ci riporta in quell’atmosfera tipica delle produzioni From Software dove la trama è presente in sottofondo alle nostre gesta. Non che questo la renda meno importante, anzi, è sempre lì presente in ogni oggetto e in ogni angolo del regno di Boletaria dove si svolge l’avventura. La narrazione è perciò lasciata più all’interpretazione del giocatore che a una lineare messa in scena tipica di altri titoli.

Tutto inizia quando Re Allant incanalò il potere delle anime per dare prosperità al regno di Boletaria, ma il suo gesto in realtà attirò un male antico sulla regione del nord che si manifestò sotto forma di una strana nebbia. La nebbia portò con sé diversi potenti demoni che iniziarono a nutrirsi delle anime del popolo. Ben presto il regno fu isolato dal resto del mondo e chiunque provasse ad avventurarsi non faceva più ritorno. Con il tempo però la nebbia iniziò ad espandersi oltre i confini del regno, e per fermare questo male antico molti coraggiosi cavalieri provarono a entrare al suo interno nella speranza di uscirne vittoriosi.

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Demon's Souls Bluepoint

Qui inizia l’avventura del nostro personaggio, personalizzabile nel nome e nell’aspetto come è consuetudine nei diversi Souls, con anche la scelta iniziale della classe. Questa in realtà non è così fiscale come possa sembrare, perché se scegliete di iniziare come barbaro o guerriero, nulla vi impedirà di darvi alla magia per creare un personaggio ibrido avanzando nel gioco. Chi ha già giocato ad altri Souls riconoscerà questo sistema facilmente.

Il lavoro di Bluepoint in questa nuova versione di Demon’s Souls è stato certosino per quanto riguarda l’aspetto tecnico; Boletaria è più viva (o morta se preferite) che mai, con ambientazioni evocative e rinnovate nell’estetica, ma estremamente fedeli al titolo di 11 anni fa. Chi ha consumato fino all’osso l’originale non troverà grossi cambiamenti nel gameplay, a parte alcune ottimizzazioni, come ad esempio la schivata ora eseguibile in 8 direzioni (nell’originale era possibile solo in 4) e una diversa gestione dell’inventario. Ora infatti ogni oggetto che supera il peso massimo dell’inventario verrà mandato direttamente nel deposito. Per il resto i Bluepoint hanno agito come i restauratori di un’opera d’arte, abbellendola esteticamente per renderla adatta ai tempi moderni, ma lasciandola intonsa nel suo nucleo, tra pregi e difetti rimasti per lo più immutati.

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Demon's Souls luoghi

Due sono le modalità grafiche per godersi Demon’s Souls: la prima enfatizza l’aspetto grafico facendo girare il gioco in 4K nativi a 30FPS, mentre la seconda permette di giocare con una risoluzione di 4K dinamici, ma a 60FPS. Se la prima rende il mondo di gioco ancora più dettagliato e con effetti particellari e di luce ancora più splendidi, la seconda rinuncia leggermente alla qualità grafica (comunque sempre molto notevole) per una fluidità nell’azione e nei comandi molto migliore. Una volta provati i 60FPS non si torna indietro: il titolo ne guadagna molto nelle innumerevoli battaglie che si è tenuti ad affrontare, e difficilmente vi verrà voglia di tornare ai 30FPS, anche perché le differenze grafiche non sono così eccessive tra una modalità e l’altra.

Battaglie oltre la morte

Il gameplay di Demon’s Souls, come accennato in precedenza, è rimasto a grandi linee immutato rispetto a 11 anni fa, mantenendo sia i suoi pregi che i suoi difetti. Le caratteristiche che sono diventate poi dei marchi di fabbrica da Dark Souls in poi sono a grandi linee tutte già presenti all’interno di Demon’s Souls. Le anime ottenute uccidendo i nemici saranno la valuta principale del titolo: con queste infatti non solo potremo salire di livello, ma potremo anche comprare oggetti e molto altro. Quando capiterà di morire, cosa che come di consueto avviene di frequente, dovremo poi tornare sul luogo della nostra dipartita per recuperare le anime perse, ma se nel tragitto moriremo una seconda volta prima di riprenderle le avremo perse per sempre.

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Anche il sistema dei falò è nato da Demon’s Souls, anche se qui è presente in una forma più acerba. Non avremo infatti la comodità di avere un falò pronto a pochi passi dal boss di un’area, ma avremo qui invece le Arcipietre da attivare. Di queste però ne esiste solo una per ogni zona (ogni macroarea è divisa in diverse zone minori), e per attivare la successiva dovremo prima sconfiggerne il boss. Dunque morire contro un boss vorrà dire rifarsi spesso la strada dall’inizio del livello. Altra differenza rispetto ai Souls successivi è la mancanza delle fiaschette Estus per recuperare la vita, qui sostituite con delle erbe da trovare in giro per le diverse zone, con la possibilità di accumularne un po’ da portarsi dietro. Il vantaggio è che così facendo avrete molte più cure a disposizione, anche se Bluepoint ha aumentato il peso delle erbe più potenti così da limitarne il loro utilizzo; lo svantaggio è che se le finirete dovrete dedicare un po’ di tempo a cercarle per farvene una scorta.

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Demon's Souls boss

Il sistema di combattimento è alla fin fine la sorgente da cui si sono sviluppati i Souls successivi, leggermente meno ottimizzato per possibilità, ma con tutto il fascino di interpretare un cavaliere medievale in lotta contro creature mostruose. Il titolo vi permetterà di variare il vostro stile potendo scegliere tra svariati tipi di armi e armature. Potrete decidere di essere un pesante cavaliere corazzato, con poca agilità e una difesa impenetrabile, un guerriero veloce e leggero armato di pugnali o spade a una mano, che basa la sua difesa sulle schivate, o una macchina da guerra armata di asce o spadoni a due mani in grado di fare ingenti danni con pochi colpi. Tutto dipende dalla build che deciderete di fare con il vostro personaggio. Non manca poi ovviamente la magia, che qui ha meno rami per svilupparsi rispetto ai successivi capitoli, ma in compenso è molto più letale se paragonata ai Dark Souls. Nell’originale Demon’s Souls la magia era eccessivamente potente, e anche qui, seppur leggermente limitata, continua a fare danni enormi ai nemici, rendendo il gioco effettivamente più facile a chi predilige il combattimento arcano.

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Le Boss Battle poi, fiore all’occhiello di questo genere, dimostrano maggiormente il peso degli anni, soprattutto per chi ha affrontato le epiche Boss Fight nei titoli più recenti di From. Molte di queste sono basilari nel metodo d’approccio, senza grossi cambiamenti nello schema d’attacco del nostro avversario. Alcune non ci richiederanno nemmeno di affrontare un vero combattimento, ma basterà capire la giusta sequenza d’azioni da fare per vincere. Si capisce dunque che queste battaglie erano all’epoca dei tentativi sperimentali per provare qualche nuovo approccio, e giustamente non possono avere lo spessore di quelle di un Dark Souls III, create invece grazie all’esperienza degli sviluppatori iniziata proprio da Demon’s Souls. Ad ogni modo, nonostante quanto detto, non sono affatto delle brutte Boss Fight, anzi, alcune di queste sono molto avvincenti.

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Demon's Souls nemici

Demon’s Souls ha poi un sistema unico chiamato Tendency, che è una sorta di karma di ogni area di gioco, che può cambiare da bianco a nero a seconda delle morti e altre azioni che faremo in un determinato livello. In base al livello di Tendency potranno apparire specifici oggetti, ottenibili solo con la giusta Tendency o dei nemici più agguerriti e aggressivi. Nell’originale il sistema era molto confusionario dato che non esisteva nemmeno un indicatore per capire il livello di Tendency di ogni area. Adesso Bluepoint ha aggiunto un indicatore nel Nexus, l’hub del gioco di cui parleremo a breve, che vi aiuterà a capire meglio se il livello è più vicino al bianco o al nero.

Torna anche la componente multiplayer, che vi permetterà di giocare in cooperativa, per affrontare le aree di gioco e soprattutto i Boss, o in PVP, per combattere contro altri giocatori umani. Il sistema multiplayer è stato aggiornato a quello degli ultimi capitoli. Tramite degli oggetti specifici potrete evocare (o farvi evocare) degli altri giocatori per ottenere del prezioso aiuto, oppure potrete invadere i loro mondi per affrontarli in scontri all’ultimo sangue. In Demon’s Souls è stata inserita la possibilità di utilizzare una password per evocare un amico, proprio come era possibile fare in Dark Souls III e Bloodborne. Non mancheranno poi i classici messaggi lasciati in giro dagli altri giocatori per indicarvi oggetti o trappole varie, in una sorta di sostegno indiretto per farsi forza durante il duro cammino nelle terre di Boletaria.

Un mondo da nuova generazione

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Demon's Souls grafica

Come già accennato prima, il regno di Boletaria è splendido da vedere in questo suo restauro. Il giocatore, dopo il brutale tutorial, si troverà nel Nexus, area che funge da base per il giocatore. A differenza degli altri Souls non ci sarà una mappa interconnessa, ma ci saranno cinque aree ben distinte l’una dall’altra, accessibili proprio da questo luogo tramite le diverse Arcipietre. Ogni area principale sarà poi divisa in diverse zone con a capo un Boss da sconfiggere che attiverà una nuova arcipietra. Queste zone mantengono comunque un level design complesso e affascinante come From Software ci ha abituati, con scorciatoie e nuovi passaggi da sbloccare per tornare all’Arcipietra e risparmiare tempo in caso di morte.

Bluepoint ha fatto poi un lavoro immenso nel dare nuovo vigore alle mappe che compongono Boletaria, e non potrete non restare affascinati nell’ammirare certi paesaggi, come il suggestivo Castello di Boletaria o l’evocativa Cripta delle Tempeste per citarne due tra le tante zone presenti. Oltre ai miglioramenti estetici di aree e nemici, si nota anche un netto miglioramento nelle animazioni, ora più precise e varie soprattutto in battaglia.

In tutto questo si nota dunque che Bluepoint non ha introdotto grosse aggiunte o cambiamenti al gioco originale. Il lavoro degli sviluppatori però non era quello di rivoluzionare un grande classico, ma si è trattato semplicemente di un grande lavoro di rifacimento grafico con qualche limatura qua e là per adattarlo meglio ai nostri tempi. Anche con Shadow of the Colossus è stato lo stesso alla fine. D’altronde questa scelta è comprensibile da parte di Bluepoint, che non è From Software e non ha voluto osare provando a cambiare un gioco non loro con il rischio di creare delle novità qualitativamente inferiori rispetto a quanto creato dagli sviluppatori originali di From.

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Demon's Souls storia

Ad ogni modo qualche piccola novità esiste, come ad esempio il Mondo Spezzato: una versione che inverte la destra con la sinistra nei vari livelli, che propone una modalità alternativa per chi vuole rigiocarsi il titolo. Aggiunti anche diversi filtri per cambiare l’atmosfera del gioco, tra cui uno che rende l’aspetto grafico più simile al titolo originale, e l’ormai immancabile Photo Mode, che risulta curiosamente l’unico modo per mettere il gioco in pausa.

In conclusione due parole sul DualSense, il rivoluzionario controller di PlayStation 5 dotato di tante interessanti feature come il feedback aptico e i grilletti adattivi. In Demon’s Souls non è sfruttato al meglio, e dona alcune sensazioni particolari soltanto durante il lancio delle magie o quando si utilizza un arco. A quanto pare deve ancora uscire un vero gioco che sfrutti seriamente questo nuovo pad.

Il verdetto

Prodotto Consigliato

Demon's Souls - PS5

Demon’s Souls è un remake realizzato in maniera eccelsa da Bluepoint. Gli sviluppatori non hanno osato cambiare il titolo di From Software modificandone meccaniche o aggiungendo novità che avrebbero potuto rovinarne l’equilibrio, ma si sono limitati a migliorare la qualità grafica e a ottimizzare qualche aspetto minore per adattarlo ai tempi. Chi ha già giocato in passato a Demon’s Souls non troverà infatti differenze sostanziali rispetto alla versione PS3: i boss sono identici al passato, le posizioni dei nemici sono esattamente le stesse e anche quelle degli oggetti. Potrà però godersi un gioco restaurato in maniera ottima con un comparto grafico che realmente proietta il giocatore nella nuova generazione di console.

Commento

cpop.it

90

Bluepoint ci porta il primo vero gioco next gen con Demon's Souls, grazie a un lavoro di restauro perfetto del titolo originale, proprio come se fosse un'opera d'arte da riportare in auge.

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