I 10 imperdibili film francesi da vedere (gratis) su RaiPlay

Chi vi dice che sulla piattaforma streaming della Rai (completamente gratuita) non c'è nulla da vedere sbaglia di grosso: ve lo dimostriamo con questi dieci titoli francesi, da (ri)scoprire durante questi giorni di solitudine forzata.

Autore: Alessandro Zoppo ,

È diventato sempre più complicato scegliere i contenuti da vedere nell'oceano immenso di offerte delle tante piattaforme streaming a disposizione, specie in questi giorni di vita casalinga forzata. Ora che si può accedere in tutta Italia a RaiPlay senza bisogno di registrazione, il più grande catalogo online del nostro Paese "complica" ulteriormente la faccenda.

Poco male, anzi: su RaiPlay trovate tantissimi film che forse avete perso e che adesso potete recuperare. Stavolta ci occupiamo della Francia, che ha una produzione ricca e tutta da conoscere. Grazie alla quarantena avete già finito di vedere tutti i film che avevate programmato di recuperare? Ecco i migliori dieci (secondo noi) dei nostri cugini d'oltralpe che trovate gratuitamente su RaiPlay.

Molière in bicicletta

Teodora Film
Fabrice Luchini in una scena di Molière in bicicletta
Fabrice Luchini è il burbero Serge

Serge (Fabrice Luchini) era un attore. Ha mollato la carriera per ritirarsi a vita privata in una casetta sull'Île de Ré. La sua vita tranquilla viene stravolta dall'arrivo di Gauthier (Lambert Wilson), un collega che gli fa una singolare proposta: recitare insieme a teatro Il misantropo di Molière. Dopo lo scetticismo iniziale, Serge accetta: le prove per la parte del protagonista Alceste e l'incontro con Francesca (Maya Sansa) sembrano un nuovo inizio. Almeno in apparenza.

Philippe Le Guay, il regista della commedia Le donne del 6° piano, dirige un brillante gioco di specchi tra arte e vita, affidandosi alle performance strepitose del suo tris di interpreti, Luchini su tutti. Un film sulla lotta per il potere e sulla libertà dell'attore: "È come se il pubblico – ha detto Le Guay – potesse assistere ai retroscena di questo lavoro, a come procede il suo sforzo creativo". Missione riuscita.

Mià e il Migù

Enanimation / R.V.EN
Una scena dell'animazione Mia e il Migù
La piccola Mia

Mia è una dolce e sensibile bambina di 10 anni che vive sulla Cordillera, in America Latina. Il papà sta lavorando in un gigantesco cantiere che presto trasformerà parte della foresta in un lussuoso complesso alberghiero. Allarmata da un presentimento, Mia lascia il suo paese e decide di andare a cercare il padre: il viaggio sarà un'avventura straordinaria durante la quale farà nuove amicizie e conoscerà i segreti della natura.

Dopo La profezia delle ranocchie del 2003, Jacques-Rémy Girerd torna con un'animazione vecchia scuola (216 disegnatori da 15 Paesi diversi, 1218 scene) che ha vinto numerosi premi in giro per il mondo, tra cui l'Oscar europeo. Una dolce favola ambientalista à la Miyazaki: già, i Migù del titolo sono proprio gli spiriti della foresta come i Kodama di #Principessa Mononoke. Per i bambini è una delizia per gli occhi, e i genitori non si annoieranno. Anzi.

Francofonia

Academy Two
Johanna Korthals Altes in una scena di Francofonia
La Marianne di Sokurov

Giugno 1940, i tedeschi hanno ormai preso Parigi. Il direttore del Louvre, Jacques Jaujard (Louis-Do De Lencquesaing), e l'ufficiale dell'occupazione nazista, il conte Franziskus Wolff-Metternich (Benjamin Utzerath), cambiano campo: da nemici, diventano collaboratori. In nome dell'arte, dell'umanesimo, della ragion di stato e della vita: sarà grazie alla loro alleanza che molti dei tesori del museo saranno salvati.

Il meta-film di Aleksandr Sokurov è un'elegia della civiltà occidentale e un saggio sul rapporto tra cultura e potere, girato come un film storico con materiale di repertorio e inserti di finzione, forme e stili differenti, personaggi realmente esistiti e figure simboliche. "Che cosa saremmo noi, chi sarei stato io se non avessi visto dipinti gli occhi di coloro che sono stati uomini prima di me?": immenso Sokurov.

Ritorno a L'Avana

Lucky Red
Una scena del film Ritorno a L'Avana
L'Avana secondo Laurent Cantet

Tanía (Isabel Santos), Eddy (Jorge Perugorría), Rafa (Fernando Hechevarría) e Aldo (Pedro Julio Díaz Ferrán) sono quattro amici che si ritrovano per festeggiare il ritorno a casa di uno di loro, Amadeo (Néstor Jiménez), appena rientrato a Cuba dopo 16 anni di esilio a Madrid. Da una terrazza che domina l'isola, i cinque ballano, scherzano, ridono, bevono, ma soprattutto ripercorrono il passato, le delusioni e la speranza, mai sopita, di costruire un mondo migliore.

Laurent Cantet, vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes con La classe, ha collaborato con lo scrittore cubano Leonardo Padura a questa amara commedia umana che diventa potente riflessione sulla rabbia e sui fantasmi del passato. "Ho filmato – racconta Cantet – le lacrime e gli scoppi d'ira: il film credo trasmetta quell'emozione che provo ogni volta che sento i cubani raccontare la loro storia".

Angèle e Tony

Sacher Distribuzione
Clotilde Hesme e Grégory Gadebois in una scena del film Angèle e Tony
Angèle e Tony

Normandia, ai nostri giorni. Angèle (Clotilde Hesme) è una donna bellissima e allo sbando. Appena uscita di prigione, condannata per aver causato un incidente costato la vita al marito, non può prendersi cura del figlio, affidato ai nonni paterni. Tony (Grégory Gadebois) è un pescatore taciturno: vive con la madre vedova da quando suo padre è scomparso. Entrambi in cerca di un legame, si trovano grazie ad un annuncio: scopriranno un sentimento che non hanno mai provato.

La giornalista Alix Delaporte debutta alla regia (seguirà l'ottimo Le dernier coup de marteau nel 2014) con questa storia d'amore delicata e commovente, ispirata alla sua infanzia vicino a Port-en-Bessin e dominata da due attori fantastici. "Con questo film – spiega la regista – volevo che si vibrasse insieme ad Angèle e Tony. Che fossimo dentro al loro desiderio. Che ce ne importasse qualcosa. Che ci toccasse". Bersaglio centrato.

Le nevi del Kilimangiaro

Sacher Distribuzione
Jean-Pierre Darroussin e Ariane Ascaride in una scena di Le nevi del Kilimangiaro
Michel e Marie-Claire

Michel (Jean-Pierre Darroussin) ha perso il lavoro, ma vive felicemente perché è circondato dalle persone che ama: la moglie Claire (Ariane Ascaride), i figli, i nipoti e gli amici. Tutto cambia quando due sconosciuti armati fanno irruzione nella loro casa derubandoli dei loro risparmi e Michel scopre che uno dei ladri è un giovane operaio licenziato insieme a lui. I dubbi e le incertezze cominciano a mettere in discussione gli ideali nei quali ha sempre creduto.

Partendo dalla poesia Les pauvres gens di Victor Hugo, Robert Guédiguian torna nella sua Marsiglia per un grande film popolare sulla coscienza di classe (che non c'è più), sull'eroismo del quotidiano e sull'unione sempre più necessaria tra i diseredati, la "povera gente". Una commedia umana toccante in perfetto equilibrio tra dramma e risate, affidata ad una coppia di protagonisti in forma strepitosa.  

Mea culpa

Red Film
Gilles Lellouche e Vincent Lindon in una scena di Mea culpa
Franck e Simon in azione

Simon (Vincent Lindon) e Franck (Gilles Lellouche) sono due sbirri di Tolone. Una sera, provocano un incidente d'auto che causa due vittime: Franck ne esce illeso ma la vita del suo collega è distrutta. Sei anni dopo, Simon lavora come agente privato e ogni tanto si prende cura del figlio Theo. Quando il bambino è testimone involontario di un regolamento di conti mafioso, Simon torna a far coppia con Franck per proteggerlo e salvargli la vita.

Un polar dal feeling anni '70 in piena regola: il regista è Fred Cavayé (lo stesso di #Point Blank e Anything for Her) e spinge sull'acceleratore dell'azione per tutti e 90 i minuti del film. Non c'è mai un attimo di tregua in questo thriller adrenalinico, che poggia su due attori fantastici (e con loro c'è pure Nadine Labaki), inseguimenti a rotta di collo, stunt di eccellente fattura e un colpo di scena finale da brividi.

La meccanica delle ombre

Europictures
François Cluzet in una scena del film La meccanica delle ombre
Il signor Duval

Il signor Duval (François Cluzet) è un grigio contabile ex alcolista, rimasto da tempo disoccupato. Un giorno, un uomo misterioso lo contatta per conto di un'agenzia di sorveglianza governativa e gli offre un lavoro singolare: deve trascrivere, parola per parola, alcune intercettazioni telefoniche. Senza fare tante domande, Duval accetta l'incarico: ben presto, quello che sembrava un impiego tranquillo si trasforma in un pericoloso complotto, in cui sono coinvolti i servizi segreti.

Thomas Kruithof dirige un thriller vecchio stampo, quello più politico e paranoide che guarda a John Le Carré e a capisaldi della New Hollywood come #La conversazione e #I tre giorni del Condor. Scritto bene, girato e interpretato ancora meglio, La meccanica delle ombre è un noir col quale il regista parla "non solo di spionaggio ma anche di rapporti di potere, obbedienza e alienazione intrinseca nel mondo del lavoro".

Timbuktu

Academy Two
Kettly Noël in una scena di Timbuktu
Zabou, l'incantatrice di Timbuktu

Timbuktu è una città simbolica del Mali ed è ridotta al silenzio dall'occupazione jihadista: non si può uscire, fumare, giocare a calcio, ascoltare musica. In questo scenario, Kidane è un berbero che vive in pace tra le dune con la moglie Satima, la figlia Toya e il giovane Issan, il pastore della loro mandria di buoi. Almeno fino a quando i fondamentalisti religiosi non irrompono nella loro tranquillità.

Abderrahmane Sissako, il regista mauritano di October e La Vie sur terre, prende spunto da una storia vera (una coppia di 30enni, genitori di due figli, lapidati a morte ad Aguelok) per raccontare l'assurdità e la violenza di ogni fanatismo. Un dramma che resta impresso nella memoria, ricco di scene poetiche struggenti (la partita di calcio senza pallone) e non privo di momenti comici. La fotografia è di Sofian El Fani (#La vita di Adele), le musiche di Amine Bouhafa.

La guerra è dichiarata

Sacher Distribuzione
Valérie Donzelli e Jérémie Elkaïm in una scena del film La guerra è dichiarata
Roméo e Juliette

Romeo (Jérémie Elkaïm) e Juliette (Valérie Donzelli) si incontrano a una festa e si innamorano a prima vista. Vanno a vivere insieme e fanno un figlio, Adam. Una storia d'amore come tante, se non fosse che il bambino si comporta in modo anomalo. Dopo le visite di rito, i timori dei giovani genitori vengono confermati: a 18 mesi scoprono che Adam soffre di un tumore al cervello. Da ora in poi, la guerra è dichiarata.

Il film-rivelazione di Valérie Donzelli, nel quale l'attrice e regista racconta la malattia del figlio accanto all'ex compagno e padre del bimbo, Jérémie Elkaïm. Straordinario successo di pubblico e critica in Francia, è un racconto commovente e romantico, pieno di musiche e colori, emozioni forti e irresistibile vitalità. Da vedere adesso per capire che ogni sacrificio, ogni momento tragico è spesso un piccolo granello di sabbia nel deserto.

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