Il 17 luglio è uscito in tutto il mondo Ghost of Tsushima, la nuova esclusiva di PlayStation 4. Questa è anche l’ultima esclusiva in arrivo sulla console Sony, subito dopo il grande lancio di The Last of Us 2 uscito durante il mese di giugno. Da fine anno, infatti, arriverà la nuova PlayStation 5, anche se ancora non si conoscono dettagli su data e prezzo.
Ghost of Tsushima è stato realizzato dal team Sucker Punch, già autori in passato della famosa saga videoludica Infamous, un open world a tema supereroistico. Questa volta la software house ha cambiato totalmente ambientazione spostandosi nel Giappone feudale all'epoca dell’invasione dei mongoli, realmente avvenuta nel 1274.
Ghost of Tsushima però non si ispira solo alla storia dell’arcipelago nipponico, ma come più volte hanno riferito gli stessi sviluppatori, deve molto anche alla cinematografia dedicata ai samurai giapponesi. Ovviamente, quando si parla di questo genere di pellicole non si può non pensare al grande regista Akira Kurosawa, che è stato la fonte principale per la creazione del videogioco. Vi basti sapere che in Ghost of Tsushima è presente un’opzione chiamata Kurosawa Mode, che vi permette di giocarlo interamente con tonalità in bianco e nero, come i classici del regista nipponico. Oltre a ciò, uno stile cinematografico è riscontrabile sia nelle scelte registiche fatte per le diverse scene della storia, che nei temi trattati, quali l’onore e il dovere di un samurai.
Kurosawa però non è stata l’unica fonte d’ispirazione per Sucker Punch. La filmografia dedicata al mondo del Giappone feudale è amplissima e spazia dal cinema, alle serie TV fino anche agli anime. Incuriositi dalle atmosfere di Ghost of Tsushima, andiamo dunque a scoprire alcune delle fonti che hanno ispirato il videogioco o la cui visione è consigliabile a chi vuole approfondire i temi legati al mondo dei samurai e all’antico paese del Sol Levante.
Indice
La storia di Ghost of Tsushima
La nuova esclusiva di Sony PlayStation 4 ci mette nei panni di Jin Sakai, un samurai sopravvissuto all’invasione mongola che ha inizialmente toccato le coste dell’isola di Tsushima. A capo dell'esercito invasore troviamo Khotun Khan (generale e cugino del noto Kublai Khan, imperatore della dinastia Yuan), che ha catturato lord Shimura, lo zio di Jin, dopo aver annientato i samurai che gli si sono opposti.
Jin si salva per miracolo, grazie anche all’aiuto di una ladra chiamata Yuna. Rimasto da solo, dopo aver perso i suoi compagni, il samurai ferito dovrà trovare un modo per fronteggiare l’invasione mongola e salvare suo zio. Per far ciò si vedrà costretto a utilizzare tattiche di combattimento considerate poco onorevoli per un samurai, abituato ad affrontare ogni nemico a viso aperto. Ma Jin non può permettersi di affrontare da solo un intero esercito, e per questo motivo, a malincuore, decide di diventare lo “Spettro di Tsushima”, mettendo da parte il suo orgoglio di samurai.
Il videogioco offre ai giocatori la possibilità di esplorare l’intera isola di Tsushima. Le attività da svolgere saranno tantissime: oltre a seguire la storia principale, si potranno anche vivere delle storie secondarie chiamate “i racconti di Tsushima”, che ci forniranno maggiori informazioni sui comprimari della storia e sulla vita dell’isola. Ci si potrà poi perdere girovagando senza meta tra paesaggi evocativi fatti da templi, foreste e villaggi rurali, realizzati con una cura incredibile, tanto che vi verrà voglia di utilizzare il “photo mode” del gioco per crearvi un personale album dei ricordi dedicato alla vostra avventura.
Fonti d’ispirazione
Cinema
Come già detto in precedenza, Ghost of Tsushima molto si rifà al mondo del cinema dedicato ai samurai. Akira Kurosawa è stato uno dei pilastri fondanti per la creazione del videogioco. Gli sviluppatori hanno citato più volte i vari film del grande maestro, in particolare #I Sette Samurai, un classico senza tempo uscito per la prima volta nel 1954, che ha ben espresso l’idea di onore e sacrificio per cui la casta di guerrieri giapponesi è divenuta famosa. Gli ideali dei samurai sono dunque posti al centro della narrazione del gioco, in particolare la dura scelta del protagonista Jin Sakai, che dovrà venir meno a ciò che lo rende un prode guerriero per far ricorso a tattiche molto più simili allo stile di combattimento di un ninja, considerate disonorevoli per un samurai.
Altro importante film che ha contribuito a dare forma all’idea di Ghost of Tsushima è Yojimbo (#La sfida del samurai). Questa pellicola del 1962 è stata una fonte importante relativamente all’idea della libertà di un samurai errante in un paese colpito da un grande conflitto. Grazie alle sue abilità e alla sua calma, questi può veramente cambiare il corso degli eventi. Il concetto di tranquillità interiore è spesso ripreso nelle scene di combattimento del videogioco, in particolar modo nei duelli, dove i due contendenti restano quasi immobili mentre sullo sfondo la natura si agita mossa dal vento e da altre condizioni atmosferiche.
Non sono stati d’ispirazione solo i film in bianco e nero di Kurosawa; anche #Ran (uscito nel 1985), uno dei film a colori del regista, ha contribuito con il suo immaginario a dare forma alle ambientazioni e alle atmosfere del titolo di Sucker Punch. Le battaglie campali, i castelli feudali e i colori accesi delle truppe e dei loro stendardi sono stati assimilati dagli sviluppatori per poi creare il mondo virtuale di Ghost of Tsushima.
Ci sarebbero molti altri film di Kurosawa da citare, ma è scontato che tutta la filmografia del grande regista è d’obbligo per chiunque voglia immergersi nelle atmosfere del Giappone feudale. Tra i film più recenti che hanno in qualche modo influenzato il titolo c'è invece #13 Assassini, di Takashi Miike del 2010. Questo film si rifà ai grandi classici del genere aggiungendo però un po’ della follia tipica del famoso regista giapponese, con una delle scene di battaglia tra samurai più lunghe mai realizzate. I combattimenti spettacolari di questa pellicola hanno influenzato molto gli sviluppatori, specialmente nei momenti in cui ci saranno scontri in netta inferiorità numerica contro il nemico, cosa che capiterà spesso a Jin durante il suo viaggio a Tsushima.
Per quanto riguarda le ambientazioni, tra le fonti d’ispirazione troviamo anche #L’Ultimo Samurai, film del 2003 con Tom Cruise. Questa pellicola è importante per il suo modo di dipingere artisticamente il paese del Sol Levante, ricco di bellezze naturali e di una serenità che si respira ad ogni inquadratura.
Infine, se volete approfondire questo genere con un film più recente, vi consigliamo #L'Immortale, pellicola del 2017 sempre di Takashi Miike, presente anche su Netflix. Il film è tratto dal famoso manga omonimo e racconta la storia di Manji, un samurai reso immortale da una maledizione e che per liberarsene dovrà uccidere mille uomini malvagi. Al di là di questo elemento sovrannaturale, è un ottimo film sui samurai, con combattimenti ben coreografati e una visione del Giappone feudale molto ispirata.
Serie TV
Quando si parla di serie TV dedicate al Giappone feudale non si può non pensare a Lone Wolf and Cub. L’opera è nata come manga e poi è stata trasposta in due distinte serie televisive e diversi film. Protagonista della storia è Ogami Itto, un samurai al servizio dello shogun costretto a diventare un ronin per via delle macchinazioni di un clan rivale, quello degli Yagyu. Questi sono anche responsabili dello sterminio della sua famiglia, di cui si salva solo il figlio di 1 anno chiamato Daigoro. Itto decide dunque di vendicarsi del clan Yagyu e inizia a vagare per il Giappone insieme al figlio diventando un assassino pronto a sterminare senza pietà i suoi nemici.
Nelle sue tante versioni, Lone Wolf and Cub è diventato un’opera imprescindibile quando si parla di Giappone feudale. La storia di Itto e di suo figlio è pregna di momenti molto forti sia emozionalmente che visivamente. La sete di vendetta di Itto lo rende un assassino che dimentica i principi che lo muovevano in qualità di samurai dello shogun: rispettandoli, non avrebbe mai potuto intraprendere il cammino di vendetta contro i suoi nemici. La stessa cosa accade a Jin Sakai, desideroso di sconfiggere i mongoli e vendicare la morte dei suoi compagni.
Fumetti e anime
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Anche i mondi del fumetto e dell’animazione hanno avuto la loro parte nel processo creativo di Ghost of Tsushima. Usagi Yojimbo di Stan Sakai è stato citato da Nate Fox, creative director del gioco, come una fonte d’ispirazione per l’immagine del samurai errante. Il fumetto infatti si rifà molto alla storia del cinema giapponese dedicato ai samurai, prendendo molto delle sue atmosfere e dei personaggi, seppur questi siano rappresentati in forma di animali. Recentemente è stato anche annunciato un progetto animato di Usagi Yojimbo, in arrivo in futuro su Netflix.
Tra gli anime abbiamo diverse opere importanti ambientate nel Giappone feudale, che spesso viene da queste reimmaginato. Un esempio è #Samurai 7, una serie animata del 2004 ispirata al celebre film di Kurosawa, che ne riprende il canovaccio della storia spostandolo però in un setting futuristico. L’anime è molto rispettoso della sua fonte, con i sette protagonisti che ricalcano nel nome e nel carattere i personaggi creati da Kurosawa. La serie, composta da 26 episodi, è presente anche su Netflix.
Un altro anime perfetto per Ghost of Tsushima è Angolmois: genkō kassen-ki, arrivato sugli schermi giapponesi proprio nel 2018, anno in cui per la prima volta è stato annunciato il videogioco. La serie è ambientata proprio a Tsushima durante l’invasione mongola del 1274 e vede il samurai rinnegato dallo shogunato, Kuchii Jinzaburo, esiliato sull’isola e messo a capo di un esercito di resistenza formato dai guerrieri più disparati. La serie animata è presente nel catalogo di Crunchyroll.
Infine, un anime imprescindibile sui samurai è #Samurai Champloo, uscito nel 2004 in Giappone e diretto da Shinichiro Watanabe, regista di Cowboy Bebop. La storia ruota intorno al viaggio di Jin e Mugen: il primo è un samurai molto fedele all’immaginario classico, mentre il secondo è un vagabondo che combatte con uno stile molto personale, che ricorda la capoeira. I due viaggiano insieme alla giovane Fu per aiutarla a trovare il “samurai che profuma di girasoli”, unico indizio che la ragazza ha del suo passato. La serie, dotata di una colonna sonora di alto livello e con sonorità di vario tipo, si sviluppa principalmente in episodi autoconclusivi, ma le citazioni del cinema classico dedicato ai samurai e al Giappone feudale si sprecano, spesso con interi episodi che richiamano film famosi del passato.
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