Un thriller sociale, una favola kafkiana, un horror surrealista, un prison movie che lambisce la sci-fi orwelliana: sono soltanto alcuni dei modi con cui è stato definito Il buco (El hoyo), l'opera prima del regista basco Galder Gaztelu-Urrutia.
Il film, nato come una sceneggiatura per il teatro scritta da Pedro Rivero e David Desola e poi passato al cinema, è stato acquisito da Netflix, che ha appena lanciato il trailer ufficiale: lo potete vedere in apertura di questo articolo.
Accolto con entusiasmo al 37esimo Torino Film Festival, dove è stato presentato in concorso e ha vinto il Premio Scuola Holden per la migliore sceneggiatura, Il buco è stato selezionato (e premiato) ad altri festival prestigiosi come Toronto, Austin Fantastic Fest e Sitges.
La piattaforma del titolo originale è quella discendente che trasporta dai piani superiori a quelli inferiori i pasti per i detenuti di un misterioso carcere di massima sicurezza.
La prigione ospita due persone per piano e un numero sconosciuto di reclusi, che possono mangiare una volta al giorno, per due minuti. Ogni mese, la "direzione" cambia piano ai detenuti, a loro insaputa.
Chi sale di piano sopravvive; chi pensa troppo scende; chi è in fondo, dove il cibo arriva a malapena, soffre e soprattutto non deve fidarsi di nessuno.
In questo scenario, Goreng (Iván Massagué) si sveglia insieme al compagno di cella Trimagasi (Zorion Eguileor), un anziano che conosce bene i meccanismi di questo luogo.
Il film racconta la lotta di Goreng, che custodisce gelosamente la sua copia del Don Chisciotte di Cervantes, affinché le cose cambino e tutti ricevano cibo a sufficienza: una missione che si rivelerà una vera e propria discesa agli inferi.
Emanuela Martini, la direttrice del Torino FF, ha presentato Il buco come "un incrocio tra Bosch e Samuel Beckett". Gaztelu-Urrutia stesso ha spiegato che il suo lavoro contiene una feroce critica tanto al capitalismo ultraliberista "verticale", che alimentando l'egoismo e l'individualismo ha distrutto il mondo, quanto alla violenza insita in certe forme di redistribuzione della ricchezza.
Oltre al premio conquistato a Torino, Il buco è stato candidato a tre Goya, tra cui miglior regista e migliore sceneggiatura originale.
Se si pensa a film come #Cube - Il cubo di Vincenzo Natali o #Snowpiercer di Bong Joon-ho, pur con le dovute differenze di stile, non siamo troppo lontani per la distopia del messaggio e la geometria della messa in scena. In questo caso, l'obiettivo è confrontarsi con i limiti della solidarietà nei momenti di crisi collettiva. Una tematica mai così attuale ai tempi dell'emergenza sanitaria e socio-economica da coronavirus.
Gaztelu-Urrutia è al suo esordio dopo appena due cortometraggi: il suo secondo corto diretto nel 2011, La casa del lago, è disponibile su Vimeo.
Il regista ha raccontato la genesi di El hoyo, i suoi obiettivi e le caratteristiche del protagonista Goreng durante il TV call a Torino, online su RaiPlay.
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Il buco è in arrivo su Netflix dal 20 marzo 2020.
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