Ha già fatto il giro della rete: l'immagina di Borat (Sacha Baron Cohen) con una mascherina chirirgica al posto dell'indimenticabile - non necessariamente in senso positivo - costume da bagno fosforescente che sfoggiava nel primo film.
Il trailer di #Borat 2 (in originale Borat Subsequente Moviefilm) in uscita il 23 ottobre su Amazon Prime Video per la regia di Jason Woliner (The Last Man on Earth, What We Do in the Shadows), applica l'umorismo politicamente scorretto di Borat anche alla pandemia che sta flagellando il mondo.
Alle prese con la quarantena, il video che cerca di schiacciare affermando di poterlo vedere, la gravidanza indesiderata della figlia e il disperato tentativo di trovarle un buon partito (qualcuno "vicino al Re", come dice lui), Borat è pronto a farci ridere con il suo umorismo dissacrante.
Una mascherina in fronte e una a mo' di costume, tanto per prendere in giro chi non la indossa correttamente, e tutte le battute più feroci sui democratici, il Kazakistan e l'America - terra di obesi - che l'aveva ospitato 14 anni prima ma che purtroppo si ricorda ancora la sua faccia, costringendolo al travestimento...
Sacha Baron Cohen non risparmia nessuno, come da tradizione, da Donald Trump alle donne (che non possono stare all'interno dei veicolo: è consentito solo agli uomini e agli orsi...), dall'ex sindaco di New York Rudy Giuliani al vicepresidente Mike Pence, tutti nei panni di loro stessi.
Perché rifiutare un'apparizione in Borat - già fenomeno di culto ancora prima che passasse una settimana dall'uscita del film del 2006, il cui titolo completo era #Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan - non si fa. Semplicemente, non si fa.
Borat, giornalista kazako che il suo interprete ha trasformato in un volto noto in tutto il mondo, nasce in TV nel Da Ali G Show e ha sempre mantenuto intatte le sue caratteristiche, fin da allora: misogino, ignorante (non a caso c'è un errore nel poster: save live - letteramente "salvare vita" dovrebbe essere "save life" o "save lives", ma Borat parla così...) irresistibilmente scorretto. Tanto che anche le sue vittime non se la prendono: la maschera di Borat consente a Sacha Baron Cohen di dire e fare qualunque cosa. Lanciando frecciate velenose su tutto e tutti.
L'arrivo sul grande schermo l'ha trasformato in un'icona della satira moderna, che si appresta a dissacrare lockdown e quarantena in un momento storico in cui, mai come prima, c'è davvero bisogno di lui. Perché una risata ai tempi di Covid-19 non ha prezzo, soprattutto se arriva da un personaggio che prende a padellate un virus invisibile come se fosse una zanzara.
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