Stasera in TV c'è Patch Adams, scopri la storia vera e le differenze col film

Chi era (davvero) Patch Adams? Robin Williams ha portato sullo schermo la vicenda del celebre medico ideatore della "terapia del sorriso" nell'omonimo film. Ma come quasi sempre nei biopic, tra realtà e finzione ci sono delle differenze.

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Autore: Silvia Artana ,

Un attore di talento non basta a fare un buon film. Quando è uscito nell'ormai lontano 1998, Patch Adams con Robin Williams ha incassato più di 200 milioni di dollari. Ma nonostante una nomination all'Oscar (Migliore colonna sonora) e due ai Golden Globe (Miglior film commedia o musicale e Miglior attore in un film commedia o musicale), gli addetti ai lavori sono stati piuttosto duri con l'adattamento per il grande schermo della storia del medico della "terapia del sorriso".

Stasera, 21 luglio, dalle 21.10 su Canale 5 c'è Patch Adams

Nella sua recensione scritta dell'epoca, il famoso critico cinematografico Roger Ebert, vincitore del Premio Pulitzer nel 1975, ha stroncato la pellicola:

Patch Adams mi ha fatto venire voglia di spruzzare lo schermo con il Lysol [un prodotto detergente e disinfettante, n.d.r.]. Questo film è spudorato. Non è semplicemente strappalacrime. Estrae le lacrime una a una per liposuzione, senza anestesia. 

E anche il vero Hunter Doherty "Patch" Adams ha avuto da ridire, accusando l'opera di Tom Shadyac di averlo ritratto in maniera superficiale e (di fatto) di avere causato un danno di immagine a lui e alla sua causa.

Come sono andate realmente le cose? E perché il celebre medico ha espresso un giudizio così perentorio?

La trama del film

Hunter Adams è un uomo depresso. Dopo avere tentato il suicidio, decide di ricoverarsi volontariamente in un ospedale pischiatrico. Nella struttura, entra in contatto con la malattia, il dolore e la solitudine degli altri internati e diventa amico di alcuni di loro. In particolare, il suo compagno di stanza, Rudy, e il geniale (al limite della follia) uomo d'affari e miliardario Arthur Mendelson. Proprio quest'ultimo gli dà il soprannome di "Patch", dopo che Hunter aggiusta un bicchiere con del nastro adesivo. 

L'esperienza si rivela illuminante e l'uomo capisce di volere aiutare gli altri e si iscrive alla Scuola di Medicina. In facoltà fa amicizia con Truman, che in breve rimane conquistato dalla sua visione. Ma a causa del suo carattere estroverso ed allegro, dell'incapacità di attenersi alle regole e soprattutto della volontà di rendersi utile finisce per entrare in conflitto con il Decano Walcot. Il luminare lo espelle dalla scuola dopo una goliardata, ma Patch viene riammesso grazie agli ottimi voti e ai risultati ottenuti con i pazienti per mezzo del suo approccio non convenzionale.

Nel mentre, si innamora della compagna di studi Carin. La storia tra i due parte con il piede sbagliato, ma poco alla volta diventano amici e alla fine la ragazza si unisce all'uomo nel suo progetto di creare un clinica aperta a tutti, gratuita e basata sui valori dell'accettazione, della collaborazione e dell'umorismo. Il sogno di Patch diventa realtà grazie all'aiuto di Arthur Mendelson, che finanzia l'acquisto di un terreno e di un vecchio cottage nella Virginia Occidentale, e insieme a Carin, Truman e altri volontari si dedica anima e corpo ad aiutare gli altri.

Ma un tragico incidente mette in discussione tutti i valori di Patch. Una sera, Carin va a casa di un paziente depresso che aveva cercato aiuto alla clinica, l'uomo la uccide e poi si spara. Patch pensa un'altra volta al suicidio, ma una farfalla che vola sulla sua borsa da medico gli fa cambiare idea. Tuttavia, il Decano Walcot cerca di espellerlo di nuovo dalla scuola, accusandolo di avere praticato la professione senza alcun titolo.

Grazie al suggerimento dell'ex compagno di corso Mitch, Patch presenta reclamo al consiglio medico statale e pronuncia un discorso che emoziona il pubblico e convince anche la severa commissione. Il consiglio rigetta la richiesta di espulsione e gli permette di laurearsi e di portare avanti la sua causa.

La storia vera e le differenze con il film

Il film è a grandi linee fedele alla storia vera di Patch Adams, ma presenta anche diverse (inevitabili) libertà narrative.

Hunter Doherty Adams ha realmente pensato al suicidio, ma quando era più giovane di come viene mostrato nella pellicola (tra i 17 e i 18 anni). Dopo la morte improvvisa del padre (un ufficiale dell'esercito USA), Hunter è andato a vivere con la madre e il fratello a casa degli zii, in Virginia. Lo zio è diventato in breve una sorta di "padre surrogato" per il giovane, che è rimasto profondamente sconvolto quando l'uomo si è suicidato, mentre frequentava il primo anno al college. L'episodio è avvenuto poco dopo che Hunter aveva rotto con la sua ragazza dell'epoca e lo ha spinto a pensare di farla finita. 

Alla fine, il giovane non ha messo in pratica il suo proposito e ha chiesto alla madre di portarlo in un ospedale psichiatrico (in tutto, ha subito 3 ricoveri). E proprio come nel film, nel periodo di internamento Hunter ha capito di voler fare il medico e aiutare gli altri. Così come ha guadagnato il suo soprannome, seppure in maniera un po' diversa. Il nomignolo "Patch" gli è stato dato da un compagno di degenza non per avere aggiustato il suo bicchiere, ma per avere messo un cerotto ("patch up") sulla sua solitudine. 

Patch Adams era davvero uno studente brillante e poco incline alle regole e ha rischiato realmente di essere espulso dalla Scuola di Medicina per "troppa allegria". È vero anche che si è innamorato di una compagna di studi, ma la storia è andata diversamente. Il "medico del sorriso" ha conosciuto la moglie, Linda Edquist, durante l'ultimo anno di università e l'ha sposata nel 1975. La coppia ha avuto due figli e ha divorziato nel 1998.

Il personaggio di Carin Fisher è solo vagamente ispirato a quello di Linda. Ma in una intervista, Patch ha dichiarato che l'episodio dei palloncini è vero. Invece, nella realtà, a essere ucciso è stato uno dei suoi più cari amici (alla fine degli anni '60).

Nel film c'è anche un po' di confusione sul progetto di Patch e la sua attuazione. L'ideatore della terapia del sorriso ha aperto la sua clinica dopo avere conseguito la laurea, nel 1971. La struttura, battezzata Gesundheit Institute (dove la parola Gesundheit significa "salute!"), era una casa con 6 camere dove viveva con altri due medici. Insieme a loro e alcuni volontari (in tutto una ventina), per 12 anni ha offerto assistenza sanitaria gratuita a circa 15mila persone. I buoni risultati della piccola clinica hanno portato Patch a sognare di aprire un ospedale su larga scala con gli stessi valori. Per questa ragione, nel 1981 ha comprato circa 128 ettari di terreno nella Virginia Occidentale. 

Nel mentre, il medico ha iniziato a portare il suo pensiero e la sua terapia olistica in tutto il mondo, tenendo conferenze, corsi, workshop e facendo volontariato (per 300 giorni all'anno). E nel 2011 ha iniziato i lavori per il primo edificio del nuovo Gesundheit Institute. Al momento, l'ospedale non è ancora operativo.

L'opinione di Patch Adams

Anche se appare in un piccolo cameo (è l'uomo seduto dietro a Robin Williams, quando il consiglio medico statale torna per il verdetto), Patch Adams non ha amato il film di Tom Shadyac. Secondo il celebre medico, la pellicola avrebbe offerto una immagine distorta della sua figura e del suo lavoro, finendo con il diventare un ostacolo alla sua causa (anziché un aiuto, come aveva sperato):

Dopo il film, non c'era un singolo articolo positivo sulla nostra attività o su di me. C'erano cose sciocche, stupide, insignificanti. Ha fatto piangere i miei figli. Pensavano di non conoscere la persona di cui stavano leggendo. Sapevo che sarebbe successo. Sapevo che sarei diventato un 'dottore divertente'. È una cosa incredibilmente superficiale rispetto a quello che sono.

Patch Adams avrebbe addirittura detto a Roger Ebert di condividere al 100% il suo giudizio sferzante sul film. Secondo un rumor che circola con insistenza, i due si sarebbero trovati insieme a un evento e il critico, in imbarazzo, avrebbe cercato di evitare il medico. Ma quest'ultimo sarebbe andato a cercarlo e gli avrebbe detto:

Sono d'accordo con ogni parola della tua recensione su quel film ripugnante su di me.

Non è possibile sapere se le cose siano andate proprio così. Ma Ebert, che è mancato nel 2013, nel 2011 ha ribadito in un tweet che qualcosa è accaduto:

Compleanno di Patch Adams. L'ho incontrato alla Conferenza sugli affari mondiali a Boulder, in Colorado. La prima cosa che mi ha detto è stata: 'Odio quel film'.

Ci sono pure voci secondo cui (buona) parte dell'amarezza di Patch Adams sarebbe dovuta al fatto che una tranche degli incassi del film avrebbe dovuto sovvenzionare il progetto del Gesundheit Institute, cosa che non è avvenuta. La questione dei mancati finanziamenti avrebbe portato il medico a criticare duramente anche Robin Williams:

Williams, per fare me, e anche in modo contestabile, ha guadagnato 21 milioni di dollari. Se fosse stato un po' più simile al vero me, quei soldi li avrebbe donati all'ospedale che tentiamo di costruire da 40 anni. Da lui non sono arrivati neanche 10 dollari.

D'altra parte, in una intervista rilasciata all'epoca dell'uscita del film, ha usato parole completamente diverse, mostrando grande stima per l'attore:

Ritengo che Robin sia un concentrato di compassione, generosità e simpatia. Mi piace pensare che siano le mie stesse qualità e per questo credo che non avrei voluto essere interpretato da nessun altro. Ha fatto un lavoro eccezionale e i miei amici credono che sia riuscito a trasmettere il messaggio di base.

E dopo la sua morte, ha dedicato a Robin Williams un lungo, commosso tributo, ricordando la grande dedizione dell'attore alle opere di bene e il suo impegno concreto nella beneficenza.

Di certo, per quanto controverso, il film Patch Adams ha fatto conoscere l'omonimo medico e le sue idee al grande pubblico. E alla fine, nell'aforisma (attribuito a Oscar Wilde) "C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé ed è il non far parlare di sé", c'è sempre un fondo di verità...

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