Rapiniamo il Duce, diretto da Renato De Maria, narra di un gruppo di perdenti e disadattati ai margini della società che mette insieme il proprio ingegno e incredibili capacità per lottare contro Mussolini nelle ultime settimane della Seconda guerra mondiale: gli ultimi provano a riprendersi la Storia, quella con la S maiuscola, riscattando innanzitutto sé stessi.
Quella di Rapiniamo il Duce sembra ed è la trama di Freaks Out, film di Gabriele Mainetti del 2021. Una pellicola con cui il regista, dopo il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot, ha tentato la strada di realizzare un blockbuster in salsa italiana (ne abbiamo scritto nella recensione di Freaks Out) ma gli incassi non gli hanno sorriso. Rapiniamo il Duce è un film prodotto da Netflix, davvero non riuscito, che però almeno raggiunge un traguardo: quello di dimostrare il valore del talento registico e della produzione precisa del film di Mainetti.
Di cosa parla Rapiniamo il Duce
In Freaks Out i protagonisti sono a Roma, ne Rapiniamo il Duce i personaggi si ritrovano in una Milano popolata dai soliti attori romani, che ogni tanto inseriscono un “testina” nel loro intercalare per tentare di dare un’atmosfera milanese e retrò.
Pietro Castellitto è Isola, un orfano divenuto ladro e faccendiere della borsa nera. È innamorato di Yvonne, cantante di cabaret interpretata da Matilda De Angelis, amante di un gerarca fascista. Giunge voce che Mussolini stia organizzando la sua fuga in Svizzera, portando con sé un tesoro rubato nell'ultimo ventennio al popolo italiano: un'occasione ghiotta per Isola, Yvonne e la banda di scapestrati radunata per l'occasione. Il piano prevede di mettere a segno il colpo del secolo e diventare ricchi, rubando ai fascisti ciò che è stato rubato agli italiani.
Rapiniamo il Duce vs Freaks Out
Meno soldi, una sceneggiatura e una regia decisamente meno ispirati, un parco interpreti che attinge sempre agli stessi nomi: difficile non bollare Rapiniamo il Duce come la brutta copia di Freaks Out. La presenza in entrambi i film di Pietro Castellitto permette di fare un confronto davvero impietoso sulla riuscita della pellicola Netflix, presentata alla Festa del Cinema di Roma.
Guidati dalla regia tutt’altro che memorabile di Renato De Maria e alle prese con personaggi insapore, anche talenti comprovati come Tommaso Ragno e Matilda De Angelis non trovano nulla da dire o da dare a un film che fatica a trovare un suo ritmo e una sua coesione.
L'ambizione di Rapiniamo il Duce è quella di raccontare una storia con sullo sfondo la storia vera del ventennio fascista. La pellicola però non riesce mai a sembrare viva, autentica, specie se confrontata a tentativi recenti simili, come per esempio Il cattivo poeta di Gianluca Jodice. Il film è ambientato negli stessi luoghi e negli stessi anni, ma con protagonista Castellitto senior nei panni del poeta Gabriele d'Annunzio.
Se per caso non aveste visto Freaks Out, Rapiniamo il Duce potrebbe riuscire appena più sopportabile, con il suo intento didattico nel raccontare la Storia e i suoi ribelli tremendamente stereotipati. Siamo comunque molto lontani dai titoli più riusciti che Netflix ha prodotto in Italia raccontando “incredibili storie vere”, come per esempio L'incredibile storia dell'isola delle rose. Il consiglio? Lasciate perdere questo film e passate direttamente a Freaks Out se volete vedere un bel film di fascisti che subiscono quel che si meritano.
Commento
Voto di Cpop
45Contro
- Somiglia eccessivamente a Freaks Out
- I personaggi sono troppo stereotipati
- Manca di ritmo e coesione
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