Il 15 gennaio 2009, il pilota di linea Chesley Burnett "Sully" Sullenberger III fa ammarare il volo US Airways 1549 sul fiume Hudson. Con la sua manovra, resa necessaria dall'impatto del velivolo con uno stormo di uccelli, che manda in panne entrambi i motori, salva la vita a tutte le 155 persone a bordo e diventa un eroe nazionale.
Ma nonostante il lieto fine e la stima incondizionata dell'opinione pubblica, l'uomo si ritrova ad affrontare una commissione di inchiesta e solo dopo 15 lunghi mesi vede finalmente riconosciuta una volta per tutte e senza ombre la grandezza della sua azione.
A distanza di 7 anni, Clint Eastwood ha portato la vicenda sul grande schermo nel film Sully, basandosi sul libro biografico Highest Duty: My Search for What Really Matters, scritto dal pilota in collaborazione con il giornalista Jeffrey Zaslow. Con Tom Hanks nel ruolo del protagonista, la pellicola ha ottenuto ottime critiche e ha incassato più di 240 milioni di dollari a fronte di un budget di 60, consacrando definitivamente nella leggenda Chesley Burnett "Sully" Sullenberger III e la sua impresa.
Se volete saperne di più sulla storia vera del pilota-eroe americano, leggete quanto segue.
La storia vera di Sully Sullenberger
Chesley Burnett "Sully" Sullenberger III è nato nel 1951 a Denison, in Texas, da genitori figli di immigrati di origine svizzera-tedesca.
Dotato di un elevato quoziente intellettivo (idoneo per l'ammissione al Mensa), ha conseguito il Bachelor of Science presso la United States Air Force Academy, un master in Psicologia industriale presso la Purdue University e un master in Pubblica amministrazione presso la University of Northern Colorado.
Secondo la sorella Mary, ha iniziato a mostrare interesse per gli aerei fin da piccolissimo e a 16 anni ha preso le prime lezioni di volo.
Sully ha fatto parte dell'Air Force fino al 1980, anno in cui è stato assunto dalla Pacific Southwest Airlines (l'attuale US Airways). L'uomo ha lavorato come ispettore investigativo in diverse inchieste relative a incidenti aerei sia in qualità di ufficiale dell'aviazione USA che come consulente esterno.
La sua esperienza di 40 anni di servizio e 20mila ore di volo si è rivelata fondamentale il 15 gennaio 2009.
Insieme al copilota Jeff Skiles, Sully era al comando dell'Airbus A320 US Airways 1549, appena decollato dall'aeroporto LaGuardia di New York e diretto a Seattle, quando l'aereo è stato colpito da un grande stormo di Oche del Canada. A causa dell'impatto con gli uccelli, i motori prima hanno perso potenza e poi si sono spenti.
In quel momento, il volo US Airways 1549 si trovava sopra New York e Sully e Skiles hanno dovuto prendere rapidamente una decisione per evitare che si schiantasse su Manhattan. Come riporta History vs Hollywood (che cita diverse fonti, tra cui il documentario Miracle of the Hudson Plane Crash), dopo avere valutato in meno di 3 minuti che non c'era tempo per tornare a LaGuardia, i piloti hanno deciso di fare ammarare l'Airbus A320 sull'Hudson:
Mentre eseguivamo la manovra, Skiles e io eravamo molto tranquilli. Eravamo una squadra. Ma non avere spinta dai motori è stato scioccante. Quel silenzio...
L'incredibile atterraggio è riuscito con successo, ma l'aereo ha iniziato a imbarcare acqua dalla coda e i passeggeri si sono messi a chiamare i loro cari con i cellulari, mentre cercavano di uscire e di non essere inghiottiti dalle acque gelide dell'Hudson.
Stando alle informazioni raccolte da History vs Hollywood, Sully ha percorso due volte la cabina per essere certo che nessuno fosse rimasto intrappolato all'interno del velivolo, ha condotto i passeggeri alle scialuppe di salvataggio e ha tagliato gli ormeggi in modo che non affondassero insieme all'Airbus A320.
Mentre il pilota si prodigava in prima persona per salvare la vita ai passeggeri, il traghetto di linea The Thomas Jefferson, pilotato dal capitano Vincent Lombardi, si è avvicinato al volo US Airways 1549 per prestare i primi soccorsi. Poco dopo, sono arrivati altri traghetti e un'imbarcazione della Guardia Costiera e tutte le 155 persone a bordo dell'aereo sono state tratte in salvo vive. Secondo i resoconti, ci sono stati 78 feriti, di cui solo 5 presentavano ferite gravi.
Per il sangue freddo mostrato, Sully è stato ribattezzato "Capitan Cool" dall'allora sindaco di New York, Michael Bloomberg. Tuttavia, l'uomo ha rivelato che nei secondi precedenti l'ammaraggio ha provato la peggiore sensazione di sempre "di nausea, mal di stomaco e di cadere attraverso il pavimento". Inoltre, dopo l'episodio, ha sofferto di sindrome post-traumatica da stress.
Sully è stato immediatamente acclamato dall'opinione pubblica come un eroe, ma l'aviazione l'ha sottoposto a una commissione di inchiesta perché riteneva che il pilota avesse agito in maniera pericolosa e avventata. La tesi sostenuta dagli ispettori del National Transportation Safety Board (NTSB) era che avrebbe potuto fare ritorno a LaGuardia e atterrare con molti meno rischi.
Solo dopo 15 mesi di indagini e decine di simulazioni, il NTSB ha convalidato senza riserve la decisione di Sully. Inizialmente, una serie di test aveva sconfessato la scelta del pilota. Ma si trattava di simulazioni che non tenevano conto dei 30 secondi che erano stati necessari a Sully e Skiles per valutare la situazione dopo lo spegnimento dei motori. Includendo questo lasso di tempo nei test, la decisione del pilota e del suo secondo si è dimostrata la più corretta.
Sully è stato insignito di numerosi riconoscimenti per la sua eroica impresa ed è stato premiato anche da George W. Bush e Barack Obama. Come lui, anche Skiles, l'equipaggio e i passeggeri del volo US Airways 1549 hanno ricevuto diversi attestati.
Il pilota è andato in pensione nel 2010 e da allora ha continuato a portare testimonianze della sua incredibile vicenda, ha scritto due libri e nel 2011 è diventato un consulente di CBS News per quanto riguarda aviazione e sicurezza.
Le differenze tra la realtà e il film
Come scrive History vs Hollywood, la pellicola è sostanzialmente fedele ai fatti e si discosta dalla realtà solo in due punti.
Uno ha a che fare con la rappresentazione dei membri del NTSB che conducono l'inchiesta sul pilota, i cui nomi sono stati cambiati per richiesta dello stesso Sully Sullenberger, dal momento che per esigenze narrative sono stati dipinti come i "cattivi" della storia.
L'altro riguarda la descrizione del pilota come tormentato dal senso di colpa per avere ammarato sull'Hudson. Stando alle informazioni raccolte da History vs Hollywood, l'uomo avrebbe avuto pochissimi dubbi in merito alla bontà della sua decisione (per non dire nessuno).
Anche i sopravvissuti del volo US Airways 1549 si sono espressi perlopiù in maniera favorevole sul film. Il banchiere Ricardo Valeriano lo ha definito "accurato e piuttosto aderente [alla realtà, n.d.r.]" e l'avvocato James Hanks lo ha elogiato per il modo in cui ha rappresentato i fatti:
[La pellicola, n.d.r.] offre un'affascinante prospettiva interna sul modo in cui Sully ha salvato tutti noi 155 a bordo, oltre a un imprecisato numero di vite che dovevano ancora nascere da chi era sull'aereo.
D'altra parte, non sono mancati commenti più "tiepidi", come quello di un passeggero che ha affermato di provare "sentimenti contrastanti" rispetto al film.
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