The New Pope: il finale della serie di Sorrentino e la sua spiegazione

Pennallate sorrentiniane (sorrentinianissime) accompagnano l’epilogo di The New Pope, un dolce filo sospeso tra due piani: umano e divino.

Autore: Alice Grisa ,

Cristo è morto, risorto e morto di nuovo e volteggia sulla folla come una rockstar. 

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C’è Dio, c’è il peccato, c’è l’arte, ci sono la corruzione, il sogno e Sorrentino stesso nel finale di The New Pope, che lascia persi, com’è naturale che sia, nella contemplazione del mistero.

La fine comincia dal primo (e dal settimo) episodio

In realtà, pensandoci bene, tutto The New Pope può considerarsi un lungo finale. Ogni sequenza è propedeutica. Anzi, forse l’epilogo comincia da ancora prima, dal primissimo episodio di The Young Pope, dallo stream of consciousness muto di Pio XIII pronto a parlare con il mondo, un neopapa che si addormenta (o si sveglia?) sulla soglia di un habitat che farà emergere la sua natura condannata al “doppio” eterno. 

Tutto, nel papato di Lenny, si legge in codice binario, dal suo oscillare tra natura umana e divina allo switch concettuale dello status di Cristo o Anticristo, fino alla sua confusione tra origini e futuro e alla figura del suo doppio, Brannox, il Papa 2, la via media alternativa a una vita di degenerazioni o di santità.

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New Pope è una lunga rincorsa (o, forse, un sogno) che raggiunge il proprio culmine nel settimo episodio, quello in cui Lenny, appena sveglio da un coma irreversibile, prende il posto dei balli delle suore nella sigla di apertura e cammina in slippino bianco sulla spiaggia, mentre parallelamente trascorre qualche giorno di gennaio in una Venezia ghiacciata e deserta, con i ristoranti chiusi e un ragazzo affetto da distrofia muscolare.

HBO/Sky
Una scena di The New Pope
Libero dal desiderio, ne comprenderai il mistero

“Non sono un santo”, ripete Lenny al medico e a sua moglie, “Mi trovo tra le coincidenze”. E non riesce a guarire il figlio della coppia, condannato a una non-vita eterna, almeno fino al raggiungimento del Paradiso.

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Questa irrealizzazione del miracolo, seguita dalla morte di Girolamo, giovane disabile e amico del cuore di Angelo Voiello, in una serra, prepara perfettamente lo spettatore al finale come in cielo così in terra.

Le scene finali della parabola di Lenny, il Young Pope

La parabola di Lenny è rappresentativa di un passaggio simbolico tra The Young Pope e The New Pope come tra due corsi di teologia, primaria e avanzata

Il papato di Lenny scivola in una scacchiera di riferimenti meravigliosamente pop, a partire dalle sue Cherry Coke fino ad arrivare alla prossemica del volley (iconicamente, accanto a Papa Belardo c’è sempre una donna che gioca a palla o pallavolo, in spiaggia o in giardino); in The New Pope, però, Lenny non è più un papa strano o dalla politica reazionaria di cui dubitare, ma un essere la cui natura appare enigmatica. Giovanni Paolo III è uno dei noi, un fedele ma anche uno spettatore, nell’attaccare il collega.

Chi sei tu? Un ciarlatano? Sei un guru? Sei un santo? Sei il diavolo? Sei il Messia? Sei Cristo? O sei Dio? Non ha importanza, Lenny. Ora sono io il papa, e per me tu sei un prete. Niente di più.

HBO/Sky
Una scena di Voiello in The New Pope
Un nuovo Voiello

Someone In The Crowd

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Giovanni Paolo III torna nella propria tenuta, in Inghilterra, dove lo aspettano Meghan Markle (o almeno lo avrebbe aspettato prima del Megxit, dopo chissà) a farsi consigliare i prossimi look e Sofia Dubois, che alla fine dell’ottavo episodio ha ballato in jeans sul divano, come a spalancare simbolicamente le porte alla sua nuova vita. Brannox è finalmente libero.

Lenny ha risolto il sequestro dei bambini a Ventotene, compiuto da Esther, che dopo essere stata miracolata e dopo essersi venduta per soldi (“Tra sante e prostitute non c’è nessuna differenza”) è caduta nella deriva del fanatismo religioso

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Una scena di The New Pope
Pio e il papato

Dopo, The New (o Old) Pope parla all’Angelus, davanti ai fedeli radunati.

Summa perfetta del suo papato e dolce coinvolgimento della via media di Giovanni Paolo III, il discorso di Lenny è un addio che fluttua lontano dall’umano per puntare al divino. Dal non volersi mostrare il papà è passato a “voler abbracciare tutti, uno per uno”.

Il suo crowd surfing finale, che strizza l’occhio a Papa Brannox sulla cover di Vanity Fair in mood punkettaro e alla guest Marilyn Manson, cita anche la poetica sorrentiniana e lo status di rock star di This Must Be the Place, che torna così, in piazza San Pietro, dove il sorriso di Lenny si accende e spegne cullato dalla folla. 

Il papa muore così, in modo naturale, e viene accompagnato dalle mani della gente fino alla pesante porta del Vaticano, dove viene accolto da un gruppo di suore e deposto nella posizione della Pietà.

Di cosa è morto Lenny Belardo? Non è possibile saperlo. Sappiamo che l’arte, l’umanità, il divino e il mistero lo hanno trasportato alla fine come una star contemporanea e senza tempo della chiesa cattolica. A livello di intreccio, Sorrentino riscrive il mistero mentre la banda suona il rock su note mute. Lenny rimane in coma per molti mesi, risorge (“No, è una coincidenza”, ripete lui) e poi muore di nuovo, ma è pronto a tuffarsi in slip nelle acque del Lido di Venezia, a giocare a palla altrove, forse in Paradiso.

Forse il Paradiso è Venezia.

L’ultimo discorso di Lenny all’Angelus

L’ultimo discorso all’Angelus è una sintesi del suo pensiero religioso evoluto e compiuto a maturità: libero dal desiderio, comprenderai il mistero

La chiesa va avanti da secoli proprio grazie alle domande senza risposta, a quegli interrogativi che sono il motore della ricerca della fede umana.

Per questo, sembra suggerire Lenny ai fedeli, non occorre neanche interrogarsi sulla sua natura. Che sia umano o divino, che sia Cristo o l’Anticristo, che sia un impostore o un costrutto, che sappia o meno fare miracoli questo papa ha portato la chiesa a una nuova consapevolezza di sé. E non si tratta di una consapevolezza salda e definita.

C’è il Vaticano squarciato dagli scandali finanziari e dalle perversioni sessuali. Ci sono i terroristi, che hanno colpito la Pietà di Michelangelo (dopo Lourdes). Ci sono i papi che si fanno manovrare, i cardinali che tramano nell’ombra, i pedofili e gli alcolizzati. C’è tutto il peggio dell’umanità, ma anche il meglio, l’aspirazione a qualcosa di più.

Gli altri personaggi

Se Lenny, la cui natura non è accertata, rappresenta la dimensione divina, gli altri personaggi, tra vizi e virtù, sono il coro dell’umanità.

La perdizione in Vaticano si consuma quotidianamente, proprio come una Cherry Coke. Per questo, eliminata la possibilità di un Papa ricattabile (non lo sarà mai, garantisce Voiello, scioccato dalla morte di Girolamo, il suo unico amico, ma ancora più determinato a riprendere il proprio posto di custode della chiesa), il castello di carte cade, i colpevoli e i depravati vengono fermati, l’ordine delle cose pre-Lenny (o meglio, pre-pensionamento Voiello) viene ristabilito.

Brannox, raccontati la sua tossicodipendenza e il suo segreto dopo una giornata sulle piste da sci (proprio come faceva Giovanni Paolo II) insieme a Sofia, è pronto a riprendersi la sua vita. Non ha mai voluto dedicarsi ad altro, ha raccontato nel corso della serie, perché le altre discipline non raggiungevano lo status morale della religione. Ora, però, può farlo.

HBO/Sky
Giovanni Paolo III in The New Pope
L'evoluzione di Brannox

Due anni dopo l’esplosione del #MeToo, Sorrentino affida alle suore la vena più rivoluzionaria della serie e della chiesa. Le suore che lottano contro il maschilismo del Vaticano, si rifiutano di preparare la quotidianità a preti e cardinali, chiedono la gestione autonoma dei soldi, il potere, le possibilità. Si ammalano, trovano amanti, hanno figli, giocano a palla. L’eredità di Suor Mary è raccolta da una schiera di donne che sollevano interrogativi potenti sul futuro della chiesa cattolica. 

L’epilogo: The New Pope, Papa Voiello e Shining

Nell’estetica degli ossimori l’ultima scena non sorprende ma lascia piacevolmente scossi. Dopo un santo e un papa che ha fatto della sua debolezza una forza, dopo tanti ghost e interrogativi irrisolti, anche in Vaticano si sente la sete della normalità.

Delle partite del Napoli da vedere in TV, di una serata con la finale di X Factor, di un papa splendidamente normale, dalla cultura spiccata, dall’intelligenza acuta e dal savoir faire adatto a ogni stanza del Vaticano: The New Pope è Papa Voiello.

In una soggettiva che riprende i giri di Danny in triciclo in Shining, di Stanley Kubrick, vediamo uno dei miracoli di Pio XIII, Pio, il figlio di Esther, che gira per le antiche e silenziose stanze sede del papato. C'è un collegamento con Stephen King? Pio ha ereditato i poteri di chi ha compiuto il miracolo? O Papa Lenny possedeva lo shining come Danny Torrence?

La genialità di Sorrentino è ovunque, ma soprattutto nella chiusura in genere comedy. Pio si scontra con Voiello, che si rivolge a lui con una battuta impagabile.

È Angelo il nuovo corso della chiesa. Cambiato, sublimato, rivoltato dalla magnetica (e luccicante?) presenza di Lenny, privato dell’unica persona senza peccato che conosceva (Girolamo), pronto a portare altrove la chiesa, è consapevole che è proprio nelle contraddizioni, nelle oscurità e nelle non-risposte che risiede la sua grandezza.

E voi che ne pensate? Vi è piaciuto il finale di The New Pope?

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