Atlante dei Giochi da Tavolo, recensione: il cammino dell'Homo Ludens

A ottobre in tutte le librerie il volume di Andrea Davide Cuman e Cristian Confalonieri, Atlante dei Giochi da Tavolo, edito da Topic.

Autore: Gianni Negrini ,

Negli ultimi decenni, i giochi da tavolo hanno vissuto la loro epoca rinascimentale, durante la quale si è consumata la completa evoluzione dalla forma di semplici modi per combattere la noia a quella di vere e proprie opere d'ingegno artistico e strategico, collaborativo e narrrativo. In questo panorama, lo splendido volume intitolato "Atlante dei Giochi da Tavolo" si propone come un tracciato guida alla libera portata di semplici appassionati, curiosi neofiti e consumati veterani di questa particolare area ludica.

Introduzione

L'opera di Andrea Davide Cuman e Cristian Confalonieri regala, con sistematica e puntuale intelligenza, una visione ben costruita e collegata dell'universo del gioco da tavolo, a partire dalla dimensione storica, proseguendo una descrizione sinottica delle principali aree terminologiche usate dagli appassionati ed esperti delle meccaniche di gioco più diffuse, per finire con la disamina dei cento titoli più rappresentativi delle diverse correnti progettuali e delle loro germinazioni.

Pur non essendo un'opera con intento narrativo spiccato, il volume non disdegna il racconto quando il contenuto lo consente, non cedendo a una sistematizzazione estenuante, a un'eccessiva ingegneria dell'informazione che lo inaridirebbe. A riprova di questa volontà estetica, le raffinate ed eleganti illustrazioni di Marta Signori che accompagnano le schede della parte centrale e favoriscono immersioni e voli pindarici.

Struttura

"Atlante dei Giochi da Tavolo" presenta un'organizzazione tematica, con sezioni ben definite e riconoscibili che aiutano il fruitore nella consultazione sporadica e/o mirata cui solitamente un atlante si presta per definizione. Le principali aree di approfondimento si alternano all'interno del volume come lungo un'articolata linea temporale, dal passato profondo al futuro prossimo, con brevi digressioni tematiche.

La nostra bussola, come giustamente la chiamano i due autori, ha il pregio strutturale, segno della competenza di chi ha composto il volume, di saper dedicare sempre il giusto spazio a ogni informazione. La lettura, infatti, sia essa inframmezzata o continuativa, è leggera, la fruibilità è veloce e precisa, segno di una costruzione molto efficiente, e la longevità dell'intera opera decisamente alta.

A corollario, sono da menzionare anche le piccole gemme di contorno, che conferiscono all'opera un carattere credibile e ancor più completo. Anzitutto l'interessante sintesi numerica di settore, che rende concretissimo un mondo che spesso, solo per il fatto di chiamarsi gioco non viene preso sul serio. Infine il trittico bibliografia, sitografia e indice analitico, curato, approfondito e indice ulteriore della dedizione con cui è stata curata l'edizione.

Contenuto

Storia

Dopo i doverosi elementi introduttivi alla lettura, l'opera apre con una sezione che percorre l’evoluzione dei giochi da tavolo dalle loro radici antiche fino all'inizio del secolo scorso. La trattazione, seguendo il filo rosso dell'intero volume, è schematica, costruita con brevi e interessanti schede monografiche schede. Le diverse tradizioni del gioco, come per esempio quelle del Senet e del Go, trovano uno spazio comune di vita, come fosse un grande agorà per giochi e giocatori.

Il viaggio storico che il libro propone è un modo molto arguto per introdurre il lettore allo stile e al contenuto dell'opera. Lontano da un mero elenco di date, il fruitore si deve muovere per schede e per caratteristiche, con l'unico onere di legare tra loro queste informazioni secondo un percorso. L'assenza totale di uno sterile nozionismo, lascia ampio spazio alla partecipazione del lettore e alla speculazione su elementi estremamente concreti.

Schede

A questo punto dell'opera, dopo il riscaldamento costituito dalla parentesi storica, il lettore entra nel cuore pulsante e nell'autentico elemento di caratterizzazione di '"Atlante dei Giochi da Tavolo": le schede dei cento giochi più rappresentativi e a seguire degli altri cinquecento che da essi gemmano. Un universo in cui entrare non prima di aver consultato bene le chiare e semplici istruzioni per l'uso.

Le schede dei giochi, spesso corredate anche da illustrazioni tematiche ed evocative, sono strutturate con grande chiarezza espositiva, hanno delle aree contenutistiche suddivise con freschezza e pulizia e riescono a unire sintesi e profondità d'informazione. La solida e coerente combinazione tra iconografia semplice e testo scorrevole rende questo strumento divulgativo assolutamente idoneo allo scopo.

Ogni scheda di gioco è un piccolo gioiello informativo, che racchiude, dopo le necessarie informazioni da carta d'identità del gioco, come autore, durata e anno di pubblicazione, una sintesi delle meccaniche e dei componenti di gioco, una serie di parole chiave  che suggeriscono l'ambientazione, una breve storia editoriale, aneddoti e curiosità legati al titolo e al suo ciclo vitale.

Una menzione particolare va certamente a due sezioni della scheda di grande utilità per i giocatori e i designer: la valutazione del grado di complessità, secondo una scala dettagliata e spiegata dagli autori nelle istruzioni iniziali; e la citazione dei cinque giochi che gemmano dal capostipite con il relativo posizionamento all'interno del volume.

Il criterio con cui sono stati scelti i titoli da esporre e le loro relazioni è un elemento di valore per questa opera. In contrapposizione con la tradizione didascalica e ripetitiva degli atlanti classici, Cuman e Confalonieri hanno scelto di creare una correlazione tra giochi, che ha la migliore rappresentazione nella genealogia.

Da ogni gioco annoverato tra i cento, ne fioriscono per relazione di meccanica di gioco, cinque successivi, creando una gerarchia che non è certamente basata sull'importanza, bensì sul grado d'innovazione in rapporto al periodo di pubblicazione.

Le schede dei successori, raccolte in un denso e interessantissimo corpus, sono maggiormente sintetiche, contengono l'essenziale, necessitano di tenere sempre in considerazione il legame con la scheda generatrice per una comprensione più ampia. Il fruitore, grazie a questo sagace artificio, è sempre intellettivamente coinvolto in un dialogo con il manuale, in una riflessione su più livelli.

Conclusione

Atlante dei Giochi da Tavolo è un’opera indubbiamente matura e riuscita che ha successo nel difficile compito di riunire giocatori neofiti ed esperti comunicando attraverso un linguaggio comune. Grazie alla sua struttura ben organizzata, alle sue schede informative e alla passione e alla conoscenza degli autori per l'argomento, questo libro si candida come uno strumento professionale e letterario imprescindibile per chi ama conoscere quel che gioca e per coloro che progetteranno quel che giocheremo nel prossimo futuro.

L'atlante, infatti, non solo offre una panoramica completa e dettagliata di alcuni tra i giochi più importanti e famosi, ma stimola anche una riflessione più ampia sul ruolo che questi giochi hanno avuto sul mercato di settore, sul design e sullo stile con cui i giocatori si sono approcciati alle nuove frontiere e alle nuove soluzioni. E se il gioco preferito non fosse in elenco? Quello che potrebbe essere un problema, in realtà, è solo la scusa per farlo notare e aspettare che esca il secondo volume.

Commento

Voto di Cpop

90
Atlante dei Giochi da Tavolo è un ambizioso volume per arricchire la conoscenza e le relazioni tra giochi da tavolo e meccaniche, che, oltre la naturale necessità di eleggere un criterio di catalogazione, raccoglie e divulga la genealogia progettuale di tanti capolavori della ludica.

Pro

  • Coerenza nell'impostazione del criterio di analisi e catalogazione
  • Completezza dei contenuti delle schede in funzione della consultazione da parte di fruitori diversi

Contro

  • Rischio di confronto con un universo e un mercato che non possono essere racchiusi nelle pagine di un solo volume
  • Scelte di relazione tra giochi ipoteticamente non condivisibili dal fruitore pur estremamente coerenti
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