Come può uno scoglio, recensione: Pio e Amedeo più scorretti, spigliati e divertenti che mai

Autore: Nicholas Massa ,

Uno dei primissimi e più riconoscibili tratti a introdurre Come può uno scoglio, il nuovo film di Pio e Amedeo, diretti da Gennaro Nunziante, risiede in quella particolare verve comica che da sempre distingue il duo comico da tutti gli altri colleghi nello stesso settore. Stiamo parlando di un certo tipo di provocazione scorretta che trasforma le attitudini più italiane in materiale da risata e ragionamento anche oltre il grande schermo, senza troppo limitarsi in termini di morale e scrittura diretta. Nel lungometraggio in questione, disponibile nei cinema dal 28 dicembre 2023, ritroviamo tutto questo, e lo vediamo muoversi di pari passo con una storia dai tratti assolutamente semplici e accessibili, non inediti ad essere totalmente sinceri, rivestendo ogni sviluppo a schermo con momenti esilaranti che lasciano sicuramente il segno.

Lo stesso titolo Come può uno scoglio, in realtà, potrebbe facilmente trarre in inganno rimandando alla celeberrima e omonima canzone di Lucio Battisti, quando in realtà non ha troppo a che fare con la storia del cantante, legandosi quanto più a una tematica alla base di una storia che conosce la propria direzione fin dall’inizio. La lontananza e distacco creativo dagli ipotetici rimandi di poetica musicalità, però, giocano a favore di una narrazione che vuole raccontare una storia con personaggi disegnati da una riconoscibilità che impatta immediatamente sugli spettatori in sala, costudendo con loro un silenzioso legame abbastanza sfaccettato, riconoscibile e al tempo stesso sopra le righe.

Come può uno scoglio: una terapia d’urto per riscoprire se stessi

La narrazione di Come può uno scoglio si sviluppa partendo dal personaggio di Pio, un uomo che nella vita sembra aver imboccato un percorso fatto di successi personali e lavorativi, mirando a evolversi entrando nella politica locale come sindaco. La realtà dietro a questa facciata di perfezione, però, rivela fin da subito che ci troviamo davanti a un uomo senza personalità, piuttosto semplice e dall’incedere vuoto, la cui unica costante si cela nella volontà delle persone a lui vicine di usarlo per ottenere qualcosa di più dalla vita. Un vero e proprio burattino sia dal punto di vista lavorativo (eredita l’azienda del padre ma non ha alcuna autorità in consiglio, ad esempio), che familiare (con una moglie che non sembra mai, davvero, essere stata interessata a lui e a quello che prova dal punto di vista prettamente umano).

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In una situazione del genere subentra a gamba tesa il personaggio di Amedeo, un uomo plasmato da un vitalismo fuori dal comune, cresciuto fra la strada e la galera. Il suo carattere esplosivo piomberà, per pura "casualità", nella vita di Pio quando quest’ultimo, sotto suggerimento, decide di assumerlo come autista privato. L’approccio alla vita di Amedeo, ovviamente, non potrebbe essere più diverso di quello del suo nuovo capo e datore di lavoro, e nel cercare di costruire un rapporto di lavoro cristallino, entrambi instaurano una particolare e inaspettata amicizia che, forse, avrà nella sua genuinità, quella particolare energia e scossa che serviva allo stesso Pio per fare un resoconto totale della propria esistenza fino a questo momento.

La commedia come mezzo per scherzare su ogni cosa in Come può uno scoglio

Come anticipato, Come può uno scoglio mette immediatamente in chiaro la propria voce fin dal principio, costruendo una commedia dalle tonalità sia leggere che scorrette e provocatorie. Questo è un grande punto a suo vantaggio, posandosi su una scrittura che non teme neanche alcune specifiche esagerazioni in questo senso, votando la propria comicità a una spensieratezza sia leggera che critica, in un certo qual modo. Non è difficile entrare in contatto coi due protagonisti, muovendosi di pari passo insieme a loro in questo viaggio sia fisico che curiosamente introspettivo.

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Ad alimentare i momenti chiave di Come può uno scoglio, inoltre, troviamo sia la costruzione di alcuni tempi comici che plasmano il ritmo generale e ne facilitano l’assorbimento, che uno spirito creativo riconoscibile e coerente dall’inizio alla fine. Con Pio e Amedeo, la commedia italiana non si pone troppi limiti nello scherzare sui cliché passati e attuali, lavorando a stretto contatto con una struttura filmica di rapida esecuzione capace sempre di divertire e stemperare la nostra quotidianità.

Come può uno scoglio: la musica nella scrittura e in sottofondo

Un altro elemento interessante di Come può uno scoglio si ritrova nel comparto sonoro della pellicola. Andando oltre la comicità fondamentale, troviamo una particolare e specifica cura nella scelta della colonna sonora. La musica, oltre ad essere materia formale, è anche un elemento attraverso cui raccontare le scelte affrontate da entrambi i protagonisti, e un modo per distinguerli e definirli, in un certo senso.

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Partendo da una dinamica strutturale del genere, Gennaro Nunziante ci catapulta nella storia di due uomini diversissimi, entrambi impegnati a leggere qualcosa di nuovo e di nuovo nella loro vita, spinti da una serie di eventi legati sia al destino che alla casualità.

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Vale la pena vedere Come può uno scoglio?

Se siete alla ricerca di una commedia che vi trasporti altrove e vi faccia distendere e distrarre, la risposta è assolutamente sì. Come può uno scoglio si distingue fin da subito dalle altre commedie italiane in uscita in questo periodo per via della sua voglia di intrattenere senza dar troppo peso ai perbenismi del caso, e questo è un grande valore aggiunto. La sua voce, diretta e più sguaiata che mai, vive di una sincerità nella scrittura, sicuramente interessante e dai tratti diretti, cercando di parlare a più persone possibili sfottendo, giocando e divertendo in modo sfrenato.

Pur non innovando in nulla, però, il compito principale di un lungometraggio del genere resta l’obiettivo da puntare e abbattere senza troppi sentimentalismi. In questo senso Come può uno scoglio incuriosisce sicuramente, anche se la semplicità di fondo potrebbe non sorprendere; dal punto di vista narrativo, il risultato finale funziona e intrattiene, lavorando su un materiale riconoscibile per poi plasmarlo con un tocco comico assente altrove. 

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Commento

cpop.it

75

Come può uno scoglio, il nuovo film con Pio e Amedeo, prende il concetto di commedia e lo sfrutta per raccontare, senza troppi fronzoli, una storia dai tratti semplici e riconoscibili, riuscendo comunque a divertire dall'inizio alla fine. Sono i protagonisti a funzionare principalmente in questo lungometraggio, e quella particolare verve comica che da sempre distingue il duo dagli altri colleghi.

Pro

  • Il film è divertentissimo e intrattiene dall'inizio alla fine.
  • Pio e Amedeo non hanno alcuna paura nell'essere scorretti e provocare gli spettatori.

Contro

  • La storia e semplicissima e dai tratti prevedibili.
  • Alcune casualità sbrigative nella scrittura del racconto.
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