Con le dovute proporzioni qualitative, il terzo capitolo della fortunatissima saga di Hiccup e Sdentato fa pensare a una trilogia altrettanto fortunata, quella di Toy Story (che tra poco si arricchirà di un quarto capitolo). Entrambe le saghe sono miti fondativi e gioielli delle rispettive case di produzione cinematografica, Dreamworks e Disney/Pixar; entrambe sono cresciute insieme al loro pubblico; entrambe hanno saputo evolvere irreversibilmente le proprie situazioni e i propri personaggi, creando un orizzonte complesso e problematico, ricco del realismo che solo i cambiamenti della vita possono donare.
L'animazione cinematografica in questi due casi trascende una certa, omogenea reperibilità che altrove ha reso sequel e franchise sempre uguali a sé stessi, trovando la forza e il coraggio di cambiare. A stupire in un mondo realizzato virtualmente (quindi per molti aspetti immune al passare del tempo) è come i protagonisti siano al contrario profondamente segnati e cambiati dal suo scorrere.
Il cambiamento continua anche in Dragon Trainer: il mondo nascosto, il terzo capitolo della saga tutta draghi e vichingi. Da ragazzino Hiccup è diventato un vero e proprio adulto, alle prese con la responsabilità che comportano il suo ruolo ereditario di capovillaggio e la sua utopia di convivenza tra umani e draghi. Decisioni difficili e cambiamenti ineluttabili lo attendono ancora una volta all'orizzonte.
La trama del film
L'isola di Berk è più affollata che mai: la convivenza ormai rodata tra draghi e umani sembra quasi vicina a un punto di rottura per l'altissimo numero di bestiole che scorrazzano tra le abitazioni dei vichingi. Hiccup e la sua banda continuano infatti a liberare i draghi catturati dai cacciatori dei villaggi vichingi vicini, attirandosi le attenzioni indesiderate di molti nemici. Tra di loro c'è anche un abilissimo cacciatore di furie buie, che mette gli occhi su Sdentato. Per stanare il drago alfa e mettere in crisi gli equilibri di Berk e la leadership di Hiccup si servirà di un'esca irresistibile: una femmina della medesima specie, un drago bianchissimo capace di confondersi tra le nubi del cielo.
Sdentato se ne innamora da subito, mettendo Hiccup nella non semplice posizione prima di aiutarlo e poi di lasciargli sempre maggiore libertà di movimento e azione. Sembra quasi un padre che vede il figlio crescere con orgoglio e un po' di tristezza. Il progressivo allontanamento di Sdentato però fa emergere i dubbi più profondi di Hiccup, che fatica a riconoscere il proprio valore di uomo e capo quando separato dal formidabile drago con cui ha fatto amicizia.
Eppure la necessità di prendere decisioni è più che mai pressante. Berk è infatti minacciata da un'alleanza di vari leader vichingi, decisi a riprendersi propri draghi e a chiuderli in gabbia. Affinché l'utopica convivenza tra uomini e draghi possa continuare, Hiccup pensa che sia necessario trovare un luogo al riparo dagli occhi indiscreti del mondo, dove i draghi possano prosperare. Quel luogo esiste, almeno nelle leggende: si tratta del mondo nascosto, un regno oltre i confini del mare conosciuto da cui provengono tutti draghi che popolano la terra. Scappare lontano da tutti sarà però la scelta migliore?
La recensione
A livello tecnico Dragon Trainer continua a esplorare i confini dell'animazione contemporanea. La saga ancora una volta si mette alla prova moltiplicando gli elementi più impegnativi da gestire nel campo dell'animazione, senza mai risparmiarsi: fuoco, fiamme, nebbie, acque cristalline e texture complesse per la pelle a scaglie dei draghi e per le articolate armature dei protagonisti. D'altronde a fare da consulente tecnico per l'aspetto visivo del film c'è un certo Roger Deakins, leggendario direttore della fotografia dei fratelli Coen e di tanti blockbuster hollywoodiani. Il livello raggiunto è tale da impressionare anche se il film viene fruito nelle tante, troppe sale cinematografiche italiane il cui basso standard di definizione dell'immagine (niente 4K, niente IMAX, niente di niente) non permette di apprezzare appieno lo sforzo di Dreamworks.
Oltre gli aspetti tecnici però Dragon Trainer: il mondo nascosto è un film che vive tutto di emozioni e sentimenti familiari e affettivi. Rispetto ai precedenti capitoli tende a scivolare di più verso soluzioni tradizionali e quindi prevedibili, ma almeno un paio di spunti interessanti vengono forniti allo spettatore. Il primo è quello della fuga desiderata da un Hiccup in crisi di certezze, che fatica a vedere il proprio valore individuale quando separato dal suo drago. Questo sviluppo è una risposta, un avvertimento non scontato a certe derive presenti che fanno venir voglia di fuggire (o di rimpiangere) un mondo che di fatto non esiste, o per meglio dire non potrebbe farlo se invaso da quanti si sono restii ad affrontare le difficoltà del presente.
La seconda scelta davvero non scontata che Dragon Trainer fa è di non fermare le lancette del tempo, anzi, di concentrarsi sul loro scorrere. Dragon Trainer: il mondo nascosto è un raro lungometraggio animato per ragazzi e famiglie con al centro una figura ormai adulta, alle prese con un numero crescente di responsabilità. Qui è impossibile non pensare alla chiusa di Toy Story 3, anche perché il numero di lacrimoni che genera la chiusura del film è simile. L'aspetto forse più bello di Dragon Trainer è la maturità dimostrata nel capire quando è il momento di cambiare, quando è arrivata l'ora di dire basta, di mettere una parola fine al normale corso degli eventi (narrativi) in via d'esaurimento. La mossa più demodé e più convincente del film è quella di porre fine all'eterno scorrere di sequel, lasciando che sia il tempo a dare la giusta chiusa a una saga e a un'epoca. Con la speranza che non venga voglia di tornare sui propri passi con un quarto capitolo a meno di non avere un'idea eccezionale per le mani, come accaduto al rivale di sempre Toy Story
Dragon Trainer: il mondo nascosto è nelle sale italiane dal 31 gennaio 2019.
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