Come nei più celebri heist movie di matrice classica, anche Everybody Loves Diamonds, la nuova serie TV in arrivo su Prime Video il 13 ottobre 2023, costruisce la propria narrazione seguendo un filo conduttore sottilissimo fatto di volti facilmente identificabili, ruoli riconoscibili, un colpo all’apparenza impossibile e un mistero di fondo che coinvolge in prima persona tutti i personaggi all’interno del gioco criminale in atto. Partendo da una storia vera, quella ispirata dal furto realizzato nel 2003 da Leonardo Notarbartolo al World Diamond Center di Anversa, il lavoro di Amazon tenta di modernizzare, italianizzandolo, un genere cinematografico e televisivo specifico (non è la prima volta che in Italia si affronta un’operazione del genere) traslandone i tratti attraverso un tocco tipicamente nostrano capace di fondere insieme una cura generale per il materiale in corso, a una leggerezza che sa intrattenere.
Ad alimentare il fascino di Everybody Loves Diamonds, oltre alla sua trama, troviamo un cast d’eccezione composto da volti noti e da una manciata di personaggi che, volenti o nolenti, non possono non ricordarci alcuni stereotipi tipici del genere di appartenenza. Gianluca Maria Tavarelli, il regista, dirige una storia abbastanza imprevedibile, giocando coi modelli più famosi, cinematograficamente parlando, per poi impiantare nella sua storia influenze differenti, così da tratteggiare un percorso formale con più identità, idee e qualche punta di sperimentalismo leggero.
Il colpo e le sue conseguenze in Everybody Loves Diamonds
Il racconto alla base di Everybody Loves Diamonds è piuttosto semplice nel suo complesso, risultando fin da subito familiare e accessibile anche nelle dinamiche più tecniche e complesse. Leonardo Notarbartolo (Kim Rossi Stuart) è da sempre un ladro in attesa dell’occasione giusta per cambiare il corso della propria esistenza. Per lui non si tratta solamente di denaro e beni preziosi, ma di una vera e propria vocazione profonda che lo spinge a ipotizzare, e in seguito costruire, il colpo del secolo: tentare di ripulire il Diamond Center di Anversa (il cuore nevralgico e luogo di custodia di alcuni dei diamanti più preziosi sulla Terra). Per misurarsi con questo luogo apparentemente inaccessibile, quindi, si impegnerà nella costruzione di una banda, un team di professionisti in grado di seguirlo e affiancarlo nella folle impresa.
Con lui, quindi, avremo Ghigo (Gian Marco Tognazzi), Sandra (Carlotta Antonelli) e Alberto (Leonardo Lidi), ognuno contraddistinto da un talento particolare, specifico e soprattutto funzionale al piano architettato per infiltrarsi all’interno. Laddove ci si aspetterebbe la classica storia in cui un gruppo di perdenti realizza qualcosa di grandioso, però, Everybody Loves Diamonds sorprende cambiando le regole del gioco in favore di una narrazione più variegata e disordinata (che ricorda inevitabilmente storie come La Casa di Carta), in cui apprendiamo gradualmente quello che è successo attraverso continui cambiamenti e spostamenti temporali, in funzione dell'attuale presente narrativo in corso. Un racconto fatto di tante linee differenti, percorsi che cercano di disegnare il quadro completo di un atto criminale piuttosto sfaccettato, in cui tutto può essere messo in discussione da un momento all’altro.
Everybody Loves Diamonds: classico e moderno
All'interno della trama di Everybody Loves Diamonds, troviamo numerosi spunti diversificati che, partendo dal furto come fulcro del racconto, cercano costantemente di complessificarne le motivazioni profonde, sfruttando i vari protagonisti coinvolti, le loro abilità e, soprattutto, i legami prima d'amicizia e successivamente professionali. Da un lato, abbiamo il personaggio di Leonardo interpretato da Kim Rossi Stuart e la sua natura da leader sognatore e inavvicinabile, mentre dall'altro lato ci troviamo di fronte a un contesto complesso caratterizzato da ombre e pericoli difficili da definire in modo definitivo. È evidente che un furto di tale portata comporti inevitabilmente conseguenze legali di vario genere e suscita reazioni provenienti da diverse sfere della società contemporanea.
Il potere che i diamanti rappresentano va al di là del semplice valore monetario e, spingendosi ben oltre i confini della legalità, la serie intreccia alle indagini in corso, condotte con ferocia da Albert Mertens (interpretato da Johan Heldenbergh), il veterano capo della Diamond Police prossimo al pensionamento, anche il subdolo coinvolgimento di un mondo criminale sottocutaneo di cui nessuno osa parlare. La bravata compiuta dalla nostra squadra coi diamanti attira ben presto l'attenzione di individui dall'aspetto inquietante e losco, pronti a complicare ulteriormente la situazione presentando un conto molto più salato e difficile da affrontare rispetto a quello della legge e della giustizia.
In aggiunta, la serie dimostra un'attenzione scrupolosa per i dettagli, che si riflette nella narrazione, alternando momenti quasi pedagogici per spiegare il contesto a schermo, cercando costantemente di contestualizzare ogni evento. Questo contribuisce ad approfondire il pensiero e le emozioni dei vari personaggi in momenti specifici della trama, ampliando la portata generale di un racconto che mantiene sempre un tono familiare. Inoltre, la stessa cura viene applicata ai dettagli relativi alle attività criminali in alcune situazioni specifiche (il notevole talento di Sandra nell'aprire le serrature ne è un esempio), con l'obiettivo di renderle credibili senza lasciarle al caso.
Vale la pena vedere Everybody Loves Diamonds?
Nel complesso, Everybody Loves Diamonds è una serie che funziona e svolge il suo compito. Pur partendo da una storia già vista, spesso caratterizzata da stereotipi e modelli narrativi familiari, riesce comunque a intrattenere e stimolare l'interesse. Non si tratta di un capolavoro di originalità, ma è comunque qualcosa in cui si nota un impegno generale tangibile e significativo, delineando uno stile riconoscibile che non va affatto sottovalutato.
La serie non racconta solo la storia di un colpo apparentemente impossibile, ma mette in primo piano il percorso di un gruppo di persone che decide di cimentarsi in un'impresa folle, ognuno con le proprie ragioni e segreti, e successivamente cerca di affrontare le conseguenze delle loro scelte. In un contesto del genere, la cosiddetta "commedia all'italiana" svolge un ruolo centrale nel definire l'identità del progetto, che, al di là della sua natura di heist, resta ancorato a sfumature tipicamente italiane che lo distinguono da altri prodotti simili. Un ulteriore tocco di raffinatezza, inoltre, è dato dall'internazionalizzazione del suo cast, che include volti del calibro di Rupert Everett, i quali, pur se costretti a interpretare personaggi relativamente stereotipati, risultano convincenti dall'inizio alla fine.
Commento
Voto di Cpop
70Pro
- I componenti del cast e le loro performance
- L'attenzione nella scrittura e nel contesto intorno
Contro
- Molti stereotipi narrativi restano tali e non vengono mai approfonditi.
- Fin troppo familiari in alcuni sviluppi
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