Heart of Stone, recensione: Gal Gadot e la spy story Netflix agitata, ma non mescolata (bene)

Autore: Manuel Enrico ,

Un agente segreto, legato a un’agenzia che opera al di sopra di ogni interesse nazionale che lo considera un elemento fuori dai ranghi, è impegnato in una corsa contro il tempo per impedire che un’incredibile intelligenza artificiale capace di controllare il pianeta. Se avete cominciato a fischiettare l’inconfondibile motivetto di Lalo Schiffrin, potete capire sia facile rivedere la trama di Mission: Impossibile – Dead Reackoning in quanto riassunto, eppure non stiamo parlando dell’ultima impresa di Ethan Hunt, bensì di Heart of Stone, nuovo action movie di Netflix con protagonista Gal Gadot, in arrivo il prossimo 11 agosto.

Abbiamo avuto modo di vedere in anteprima Heart of Stone, il ritorno di Gal Gadot in un Netflix Original dopo il già poco carismatico Red Notice, spy story in cui al fianco di The Rock e Ryan Reynolds non era riuscita a convincere pienamente. La speranza era che Netflix offrisse alla Wonder Woman del grande schermo l’occasione di riscattarsi dalla precedente delusione, ma a rendere ancora più ardua questa missione è intervenuta una trama tutt’altro che appagante.

Heart of Stone: Gal Gadot in cerca di riscatto su Netflix

Rachel Stone è un agente del Charter, agenzia segreta extra-nazionale che opera guidata da un unico principio: proteggere gli interessi della maggioranza della popolazione. Per seguire questo fine ultimo, le operazioni del Charter sono guidate dal Cuore, intelligenza artificiale estremamente evoluta, capace di prevedere con minimi margini di errore l’avverarsi di attentati e crimi di alto profilo.

 

L’esistenza del Charter è un segreto, una leggenda per l’ambiente spionistico. Designata come Nove di Cuori, Rachel viene inviata a infiltrarsi nell’MI6, il servizio segreto britannico, nei panni di semplice analista, ruolo rivestito sino a quando è costretta a violare questa sua copertura. Una scelta antitetica ai dettami del Charter, ma motivata dal voler proteggere la propria squadra. Tentativo vano, ma che porterà alla sconvolgente rivelazione che all’interno dell’MI6 ci siano dei traditori intenzionati a catturare il Cuore rendendola una letale arma, talmente decisi a realizzare questo obiettivo da non esitare a sterminare la squadra di Rachel.

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Abbandonata dalla sua agenzia, senza contatti e supporto, a Rachel non resta che giocarsi il tutto per tutto pur di riprendere il possesso del Cuore, e vendicare la sua squadra.

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Se ci si aspetta una spy story in grado di portare un po’ di novità nel genere, non facciamoci illusioni: Heart of Stone non è il film che stavamo aspettando. Ridotta ai minimi termini, la trama di Heart of Stone è una storia che arranca stancamente, incapace di mostrare una propria personalità ma cercando di creare una sintesi dello spionaggio cinematografico degli ultimi anni, senza cercare un guizzo creativo. Il flebile tentativo di creare un contrasto narrativo tra il freddo approccio dell’intelligenza artificiale e il suo più emotivo nome, che potrebbe riecheggiare in modo più evidente nella vita solitaria e sofferta di Rachel.

Sarebbe sin troppo facile fare un elenco di tutti i film cannibalizzati da Heart of Stone, al punto che viene da chiedersi se gli sceneggiatori non abbiamo voluto creare un film che fosse la quintessenza dello spionaggio cinematografico, fondendo decenni di storie in un un’unica, frettolosamente confusa avventura. Che nonostante un ricco minutaggio, che supere le due ore, riesce comunque a farse sentire il peso di una mancanza di inventiva, in cui le scene d’azione danno una momentanea sferzata di vitalità a una corsa contro il tempo estremamente prevedibile.

Pur accettando una scrittura non particolarmente brillante, si sarebbe potuto compensare con la creazione di personaggi carismatici e appassionanti. Ma anche sotto questo aspetto, Heart of Stone non ha trovato la giusta dimensione emotiva, basandosi su stereotipi talmente sfruttati da risultare prevedibili dopo pochi minuti di visione. Rachel Stone dovrebbe essere il cardine emotivo della storia, ma l’amorfo ritratto che ne viene fatto svilisce ogni possibile empatia tra personaggio e spettatore, viziata dall’eco di ferite e problemi gi visti e meglio raccontati in precedenza.

 

La Gadot si muove sullo schermo con poca convinzione, armata della sua bellezza e poco altro, sostenuta da dialoghi poco ispirati e a tratti macchiettistici. A sua discolpa, va riconosciuta che anche il resto del cast non sembra particolarmente convinto dei propri ruoli, inseriti in una dinamica di eventi che riesce a sprecare in poche scene prive del giusto pathos una presenza rilevante come quella di Glenn Close.

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Heart of Stone recupera parzialmente sul piano visivo, puntando a una vivacità delle scene di lotta che mostra l’unico accenno di vitalità. Impercettibili scariche di adrenalina che provano a mantenere alta l’attenzione dello spettatore, accompagnate da una colonna sonora abbastanza piatta.

La spy story agitata (male) e non mescolata

Non mancano tuttavia sequenze dove la spettacolarità viene meno a causa di inquadrature poco attente, che non premiano la dinamicità dell’azione ma sembrano incapaci di mettere in risalto la tensione del momento e al contempo l’emotività dei personaggi.

 

A viziare questo film è una persistente sensazione di mancanza di convinzione, l’assenza di una voglia di dare vita a personaggi action ma comunque ben definiti e la paura di volersi avventurare lontani dalle sicure atmosfere di storie già viste sin troppe volte. In un periodo in cui anche franchise storici iniziano a mostrare i primi segni di logorio, Heart of Stone sembra volere accentuare la stanchezza di un genere anziché provare a imporsi come una valida alternativa.

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La sensazione predominante vedendo Heart of Stone è che il piazzamento nel palinsesto estivo di Netflix sia la consapevolezza di avere tra le mani un film ideale per un pigro pomeriggio estivo, leggero e privo di grandi pretese in termini di attenzione da parte dello spettatore. Che rischia, in alcuni passaggi, di patire i maldestri tentativi di creare una minima connessione emotiva con i protagonisti, giocati su dialoghi traballanti e scene talmente forzate da risultare stucchevoli e, a tratti, persino lesive al crescendo narrativo, che ironicamente vede la propria fragilità proprio sul fulcro dell'intera vicenda: il cuore. 

Commento

cpop.it

60

Heart of Stone lascia la persistente sensazione di mancanza di convinzione, l’assenza di una voglia di dare vita a personaggi action ma comunque ben definiti e la paura di volersi avventurare lontani dalle sicure atmosfere di storie già viste sin troppe volte.

Pro

  • Scene d'azione gradevoli
  • Gal Gadot in azione è sempre spettacolare

Contro

  • Trama priva di mordente
  • Eventi prevedibili
  • Dialoghi poco ispirati
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