Il Contastorie, recensione: il confine tra storia e menzogna

Autore: Manuel Enrico ,

A furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. Con questa poetica concessione a un padre poco presente Will Bloom cercava di preservare la sua infantile visione del genitore in Big Fish, delicato film di Tim Burton in cui il potere delle storie e la loro manipolazione aveva un ruolo centrale.

Dove il cineasta americano tendeva a presentarne un potere quasi salvifico, questa concezione viene resa meno poetica e lievemente più disincantata in Il Contastorie, il nuovo racconto della premiata coppia Turconi e Radice edito da Bao Publishing.

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Con la loro delicatezza, Stefano Turconi e Teresa Radice hanno mostrato di sapersi destreggiare abilmente in contesti narrativi variegati. Ci hanno guidato alla scoperta di un amore romantico con Il porto proibito e nelle più angoscianti atmosfere della guerra con La Terra, il cielo, i corvi, mantenendo sempre un dogma che è divenuto il loro tratto più apprezzabile: le emozioni e la storia comandano.

Il Contastorie, scoprire la verità perdendo l'innocenza

Sembra scontato, ma trovare un equilibrio tra racconto emotivo e linearità della trama non è così semplice. I due autori hanno invece creato un’alchimia segreta che consente di non tradire mai la loro regola, ma anzi adattarla in modo sensibile alle diverse storie con cui si sono cimentati.

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Una firma autoriale che preserva questo suo candore narrativo anche ne Il Contastorie, la cui trama danza con leggiadria su elementi di grande importanza e complessità, presentandoli con leggerezza ma senza diluirne oltre modo il forte impatto emotivo.

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Torniamo agli anni 60, nel cuore dell’Amazzonia. In una località sperduta della foresta, in prossimità di un fiume, vive Pedro, ragazzino sveglio con la passione delle storie. Nella sua vita nulla conta più della sua famiglia, dopo la perdita dei genitori, che lo hanno lasciato con due fratelli maggiori e due sorelline più piccole.

Pedro passa così le sue giornate dividendosi tra gli studi e la cura delle sorelline, con una speranza quotidiana: assistere al ritorno di Vincent, il fratello giramondo. Tramite i racconti dei suoi viaggi, Cent svela il mondo alla sua famiglia, portando regali da posti esotici e viziando il piccolo Pedro con i libri di avventure raccolti nei suoi viaggi.

Un vero tesoro per Pedro, che non ha mai lasciato il suo villaggio, e vede in questi preziosi doni il suo modo di vivere, seppure di riflesso, le incredibili avventure vissute da Vincent.

Domandandosi anche come mai Vincent non sia ben accolto dal maggiore dei fratelli, o perché il girovago di famiglia si accompagni a personaggi poco raccomandabili durante le sue sporadiche e sempre troppo brevi visite a casa. Interrogativi che in breve diventano il fulcro de Il Contastorie, andando a scardinare la sicurezza e l’ammirazione di Pedro per Vincent. Come potrà cambiare il loro rapporto, una volta che la verità si rivela?

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Il Contastorie è un racconto che ritrae una necessaria, quanto dolorosa, perdita dell’innocenza. La venerazione di Pedro per Vincent è figlia di un’infantile ingenuità, alimentata dalla fascinazione per l’avventura che viene saziata dai racconti di Cent e dai libri che il viaggiatore dona al fratellino.

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La scelta di intrecciare il racconto alternando annotazioni del diario di Pedro con vignette che ritraggono gli eventi aiuta il lettore a sentirsi partecipe della vicenda, sentendo il punto di vista di Pedro come il proprio.

Empatia perfettamente costruita, che ci consente di passare dalla gioiosa (e ammettiamolo, un pochino invidiata) voglia di avventura tipica dell’infanzia, alla più disarmante e spaventosa scoperta di un mondo lontano dalle storie di avventura di Salgari o Verne.

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Pedro scopre, in modo doloroso, come la verità possa infrangere il nostro mondo, andando a colpirci anche negli affetti, svelando come anche le persone a care possano rivelarsi diversi, nascosti dalle proprie maschere.

Scoprire chi sia realmente Vincent è devastante per Pedro. Imbarcatosi in un viaggio che profuma di avventura, rendendolo un novello Tom Sawyer, lentamente il ragazzino scopre dettagli e segni che la meravigliosa vita di Vincent sia una finzione, sino a una rivelazione sconcertante che cambia radicalmente il loro rapporto.

La brutalità della verità costringe Pedro a crescere rapidamente, accettando la realtà e cercando un modo per venire a patti con la delusione e la sensazione di tradimento patita, senza che questa annulli il profondo amore per il fratello, ora visto finalmente nella sua vera natura.

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Una complessa meccanica narrativa che già nel titolo trova la sua natura. Non Il Cantastorie, che avrebbe potuto farci pensare a menestrelli o narratori di favole della nostra tradizione, ma il Contastorie, una sola vocale di differenza, ma con una grande significato.

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Una lettera che lascia emergere una certa fragilità nel ruolo di Vicent, un ‘conta’ che ricorda l’accezione negativa con cui si appellano persone propense a ingigantire o alterare la verità a loro beneficio.

Scelta quanto mai felice da parte degli autori, che in questo modo lasciano al lettore il gusto della scoperta, della ricerca della verità che avviene con i tempi di Pedro, tra disperata ricerca di una spiegazione che difenda il fratello e l’impietosa presa di coscienza.

Evoluzione interiore di Pedro che coincide con un percepibile cambiamento nelle parole del ragazzino e nei suoi atteggiamenti, specularmente presenti anche nella involuzione di Vincent.

Dove Pedro lentamente guadagna in sicurezza e in percezione del reale, mostrando maggior forza e una vena di acida delusione, Vincent perde gradualmente il suo fascino, lasciando emergere rimorso e paura, ma anche un’arrendevolezza che impedisce tanto a Pedro quanto a noi lettori di odiarlo.

Nel momento più duro per Pedro, sarebbe facile detestare Vincent, complice una presa di coscienza brutalmente onesta, segno indelebile della sofferta perdita dell’innocenza di Pedro:

All’improvviso, mi rendo conto per la prima volta che “raccontate storie” è anche un sinonimo per “dire bugie”

Una spiazzante rivelazione accompagnata da un mirabile lavoro di Stefano Turconi, che in una rapida sequenza di immagini racconta il crollo del castello di menzogne.

Man mano che il liberatorio racconto di Vincent si abbatte su Pedro, assistiamo a una sequenza di espressioni del piccolo uomo che passa dalla rabbia alla delusione, dal rifiuto all’accettazione.

Le pose amareggiate di Vincent tradiscono una certa liberazione nella sua postura, mentre Pedro sembra man cedere allo scoramento.

Turconi non perde nemmeno un filo del momento, lo ritrae nelle pose dei personaggi e nel modo in cui si guardano, con una scelta di prospettive che mostra i due sempre assieme, anche nei momenti più intensi, perché il lettore respiri ogni istante.

Una storia imperdibile da due maestri del fumetto italiano

Il Contastorie vive di un immaginario visivo affascinante, che esalta la sensibilità di Pedro mostrandone la progressiva disillusione, ma anche avvolgendo il lettore in un’Amazzonia colorata a degna cornice di una grande avventura.

Le tavole in cui Turconi illustra il viaggio di Pedro nella prima parte del volume sono meravigliose, capaci non solo di ritrarre una natura selvaggia ma anche di trasmettere la sensazione di avventura che anima Pedro.

Prodotto Consigliato

Il Contastorie

Una meravigliosa storia tra romanzo d'avventura e racconto di crescita
 

Il Contastorie riconferma la stupenda sensibilità narrativa di Turconi e Radice, capaci di lasciarsi suggestionare da diverse ispirazioni, ma rimanendo fedeli alla propria identità emotiva. Bao Publishing pubblica Il Contastoria nel tradizionale formato della casa editrice, con un volume cartonato su carta usomano liscia che premia la colorazione di Turconi, mostrandoci una gamma cromatica magnetica.

Il Contastorie è una lettura affascinante, tra il romanzo d’avventura e la storia di crescita, un rito di passaggio per il giovane protagonista, un momento di comunione con il lettore, in cui riconoscersi ma con la sensazione di esser testimoni al contempo di una storia di perdono e accettazione.  

Commento

cpop.it

90

Amazzonia, anni Sessanta. Pedro vive in una piccolissima località, con le sorelline e un fratello maggiore. Cent, l’altro fratello più grande, è un giramondo, e ogni volta che torna a casa porta a Pedro libri che il ragazzo divora, con la stessa curiosità con cui ascolta i racconti delle avventure di Cent. Il giorno in cui Pedro scopre che Cent gli ha sempre mentito, qualcosa si spezza in lui, un ormeggio si rompe, e Pedro capisce di non poter più avere confini. Per salvare il fratello crescerà in fretta e si scoprirà capace di un coraggio che non aveva mai incontrato neanche nei libri.

Pro

  • Storia mirabile ed emozionante
  • Turconi offre un ritratto dell'Amazzonia strepitoso
  • Dialoghi di una potenza disarmante
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