Il Gioco di Ender, recensione: piccoli soldati per salvare un mondo

Autore: Manuel Enrico ,

Un ragazzino introverso porta sulle proprie spalle il destino di un intero mondo. Dalle sue scelte, dalla sua morale, dipendono non solo le vite di miliardi di individui, ma anche come questa civiltà potrà guardare alle stelle conscia delle azioni compiute per garantirsi un futuro. Quando Orson Scott Card nei primi anni Ottanta concepì la saga di Ender, non avrebbe potuto scegliere un personaggio più adatto per dare vita a un ciclo sci-fi che rende pone il lettore davanti a interrogativi etici di forte impatto, a parte dal primo capitolo della saga, Il Gioco di Ender.

Con Il Gioco di Ender (Ender’s Game), pubblicato per la prima volta nel 1985, Orson Scott Card si fa erede di una sci-fi letteraria che vuole portare il lettore a non cercare una fuga nel futuro, quanto a utilizzare mondi fantastici per analizzare il presente. Volendo cercare un punto di riferimento per la volontà narrativa di Card si potrebbero citare maestri del genere come Bradbury o Dick, ma è nell’intento critico con cui Heinlein aveva partorito Fanteria dello Spazio (Starship Troopers) che si può percepire una nota ispiratrice per l’epopea di Andrew Wiggins.,

Il Gioco di Ender: la guerra come motore sociale

La nostra civiltà è messa in pericolo quando dallo spazio arriva la minaccia degli Scorpioni. Dopo una guerra devastante, vinta grazie alla guida militare di un eroe di guerra divenuto quasi un mito, la civiltà umana è rifiorita, progredendo verso nuove vette ma sempre con un occhio allo spazio, temendo un nuovo attacco. La scienza bellica si è evoluta, la società stessa si è abituata a un regime militaresco, arrivando a concepire un programma di formazione militare atta a creare dei soldati inarrestabili, formati nella Scuola di Guerra.

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Per ottant’anni dalla Scuola di Guerra è uscita l’elite delle forze armata terresti, ma nonostante la prolungata tregua con gli Scorpioni, vengono continuamente inviati nuovi giovani a questa accademia militare. Tra di essi, anche Andrew Ender Wiggins. Secondo genito di una famiglia della media borghesia americana, Ender è introverso, a scuola è preso di mira da alcuni bulli e tutto in lui sembra denotare una personalità tutt’altro che battagliera. Nonostante questi tratti, viene comunque selezionato per entrare nella Scuola di Guerra, in quanto alcuni test appositamente studiati per identificare potenziali cadetti lo rendono uno dei candidati più promettenti della sua generazione.

Da questo radicale cambio di vita, per Ender si apre un nuovo percorso che lo conduce a confrontarsi con una mentalità militare, che plasma le menti e i caratteri di adolescenti per trasformarli in combattenti eccellenti qualora fosse necessario tornare in guerra. Tra simulazioni e rivalità da caserma, Ender progredisce sino a mostrarsi il più valido comandante della sua generazione, ma come potrebbe reagire nello scoprire che non tutte le simulazioni erano davvero finzioni?

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Il Gioco di Ender

Il Gioco di Ender - Ciclo di Ender

Con Il Gioco di Ender, Orson Scott Card non vuole dare vita a una saga rivolta a un pubblico adolescenziale, nonostante la giovane età del protagonista. Per comprendere appieno il valore della saga di Ender, infatti, è necessario considerare Il Gioco di Ender come un lugo, articolo preambolo a quello che si rivela essere un racconto di più ampio respiro.

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Partorito durante un periodo della storia americana in cui gli ultimi afflati della Guerra Fredda e le guerre ‘clandestine’ erano una consuetudine, Il Gioco di Ender vuole metterci davanti a un’analisi di come la mentalità interventista e militarista possa plasmare menti ancora in sviluppo verso una dimensione socio-culturale irruenta e chiusa. Soprattutto, se viene creata un’intera società basata su questo approccio quasi spartano alla visione dell’altro, alla costante presenza di un senso di bellicosa attesa che rovina esistenze anziché creare nuove possibilità.

In diversi passaggi del romanzo iniziale del ciclo di Ender si percepisce questo senso di estraniante contrasto tra le visioni ancora ingenue di queste classi di cadetti adolescenti, sottratti alle famiglia in nome di una necessità che viene posta pesantemente sulle loro giovani spalle, e le manipolazioni machiavelliche di istruttori e insegnanti che, trincerandosi dietro la necessità, non esitano a usare mezzi a dir poco criminali nel portare questi giovani a rinunciare alla propria umanità, pur di renderli dei soldati freddi e calcolatori.

Il primo passo di una grande saga sci-fi

Card costruisce un mondo distopico che viene presentato in modo rapido ma efficace, una cornica che racchiude la Scuola di Guerra e la sua necessità, rendendolo al contempo causa ed effetto dell’esistenza di questa istituzione. L’attenzione dell’autore è totalmente focalizzata, tuttavia, sull’ambiente militare in cui sono catapultati i cadetti, enfatizzando non tanto le attività di addestramento, descritte sempre con vivacità, quanto sulla creazione di rapporti personali, che creano una stridente coesione tra le indoli dei protagonisti e le attente pianificazioni dei vertici militari. Una vena narrativa particolarmente suggestiva, che come il citato Fanteria dello spazio, ha solleticato la curiosità del mondo del cinema, non venendo compresa pienamente e perdendo di coesione. 

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Una combinazione che porta a una storia coinvolgente e spigolosa, nel suo voler mostrare come le sollecitazioni esterne possano fortemente condizionare un individuo. Ender diventa il nostro alter ego all’interno di questo racconto dai toni duri, caratterizzato da una persistenze sensazione di destino precostruito e di impossibilità di autodeterminazione dell’individuo. Centrali i dialoghi, ottimamente adattati da Gianluca Zuddas, che trasmettono la divergenza emotiva di questi adolescenti trasformati in soldati, in cui ingenuità e dubbi vengono progressivamente sgretolati, sostituiti da una sicurezza e una maturità posticcia.

Un messaggio forte, che viene racchiuso in un passaggio particolarmente forte, affidato alla voce di uno dei giovani protagonisti:

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Così, che ci resta da fare? La guerra con gli Scorpioni è finita, quella sulla Terra anche, e qui non si combatte più. Cos’altro resta da fare, per noi?

Card racchiude in una manciata di parole uno dei grandi traumi del post-bellico, il ritorno del reduce, e come un mantello lo pone sulle spalle di questi adolescenti privati anzitempo del proprio ruolo in una società che hanno prima difeso e che ora non ha più bisogno di loro.

Orson Scott Card, con Il Gioco di Ender, ha solo scalfito il suo universo, prendendo come temi basilari alcune delle ferite mai sanate della società americana. Un primo passo stridente, violento in alcuni passaggi e caratterizzato da figure spietate che esulano da una facile dicotomia buono-cattivo. Ha creato l’incudine su cui battere la coscienza del lettore, ma i veri strumenti sono i capitoli successivi della saga, in cui Ender e i suoi compagni devono convivere con le conseguenze delle proprie azioni.

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Mondadori ha ripubblicato dopo anni di colpevole assenza dagli scaffali Il Gioco di Ender all’interno di Oscar Fantastica. Per quanto sia una lettura appassionante anche come romanzo a sé stante, l’essenza di questa storia può essere pienamente compresa solo se collocata all’interno dell’interezza della saga, considerazione che ci spinge a sperare che Mondadori prosegua il recupero del Ciclo di Ender con i successivi capitoli.  

Commento

cpop.it

80

Orson Scott Card, con Il Gioco di Ender, ha solo scalfito il suo universo, prendendo come temi basilari alcune delle ferite mai sanate della società americana. Un primo passo stridente, violento in alcuni passaggi e caratterizzato da figure spietate che esulano da una facile dicotomia buono-cattivo. Ha creato l’incudine su cui battere la coscienza del lettore, ma i veri strumenti sono i capitoli successivi della saga, in cui Ender e i suoi compagni devono convivere con le conseguenze delle proprie azioni.

Pro

  • Trama avvincente
  • Personaggi ben assortiti
  • Storia sci-fi di alto profilo

Contro

  • Godibile appieno solo all'interno dell'intera saga
  • -
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