Siamo assuefatti dalla tecnologia, è inutile negarlo, dato che si tratta di un elemento attualmente essenziale e imprescindibile della nostra esistenza, sia personale che lavorativa. Le agevolazioni di tutti i giorni, gli assistenti digitali e i social media dominano la nostra quotidianità, proiettando, insieme alla robotica e all'intelligenza artificiale, in avanti le possibilità attuali verso una dimensione in cui i comfort passano tutti attraverso la programmazione e una modernità in cui l'elemento umano, forse, passerà sempre più in secondo piano. Il Migliore dei Mondi, il nuovo film con Maccio Capatonda (pseudonimo di Marcello Macchia), Martina Gatti e Pietro Sermonti, si sviluppa partendo proprio da un ragionamento del genere, proiettando il progresso più moderno dell'umanità in una dimensione in cui l'assurdo diventa un mezzo di critica e riflessione sociale.
Accedi a Prime Video con il tuo abbonamento Amazon Prime
Targato Prime Video, e disponibile sul portale dal 17 novembre 2023, stiamo parlando di un'esperienza per immagini che si impegna a mescolare la dimensione della commedia con alcune dinamiche che, inevitabilmente, ci riguardano e toccano in prima persona, ragionando sui nostri attualissimi modelli di vita e su quelle dinamiche che governano la nostra quotidianità, estremizzando gli stereotipi più comuni in viaggio che, pur se leggero e dai tratti grotteschi, tratteggia una serie di ragionamenti anche diretti e piuttosto impattanti verso il pubblico contemporaneo.
Di cosa parla Il migliore dei mondi?
Al centro de Il Migliore dei Mondi troviamo la storia di Ennio Storto (Maccio Capatonda), un uomo estremamente comune che vive la sua vita alternando le giornate nel proprio negozio, ad alcune uscite con le donne e al rapporto col fratello (Pietro Sermonti). Il suo rapporto con la tecnologia è estremamente morboso e dai tratti patologici, sposandosi alla perfezione con una lettura esistenziale in cui ogni cosa viene continuamente programmata e ispirata dal terrore dell'ignoto. La ripetitività prevedibile resta per lui il carburante principale, in un ecosistema in cui le agevolazioni e gli automatismi dei mezzi tecnologici che ha comprato e installato (Alexa, smartphone, smartwatch ecc.ecc.) diventano l'impronta principale a delineare la sua vita alienata, in cui tutti, grazie all'esistenza di internet, vengono continuamente tenuti sotto controllo (amicizie, uscite amorose…).
Ennio non riesce proprio a lasciarsi andare, preferendo circondarsi di nozioni certe e informazioni sulle persone che lo circondano, mostrandoci uno spaccato umano in cui le sue stesse incertezze e isolamento vengono amplificate dall'esistenza della tecnologia contemporanea e dal suo ruolo. Tutto cambia, però, dopo l'incontro con Viola (Martina Gatti), una ragazza spigliata e all'apparenza estroversa che vive la propria vita alla giornata. L'opposto di quello che fa Ennio ogni secondo della sua esistenza, praticamente. Sarà lei a portargli un vecchio router dei primordi internettiani, chiedendogli di ripararglielo. L'approccio con questo "antico ritrovato", però, causerà un effetto imprevisto, trasportando magicamente Ennio in una dimensione parallela in cui la tecnologia non si è mai evoluta dal 1999. Questo viaggio dimensionale metterà l'uomo davanti ai propri limiti personali e sociali, costringendolo a scontrarsi con un mondo in cui l'alienazione tecnologica non è mai riuscita a prendere il sopravvento, sostituita da altre particolarissime dinamiche sicuramente interessanti e difficili da prevedere.
Il riso amaro de Il Migliore dei Mondi
Il lato più interessante de Il Migliore dei Mondi risiede nel messaggio di fondo che si trascina dietro dall'inizio alla fine. Pur trattandosi fondamentalmente di una commedia, il lavoro fatto da Danilo Carlani, Alessio Dogana e lo stesso Marcello Macchia (i registi) presenta tutta una serie di critiche dirette alla società contemporanea e all'abuso, fin troppo diffuso, della tecnologia nella nostra vita. Ennio è l'esempio estremo attraverso il quale vengono elaborate tutte le critiche connesse con il racconto filmico, sfruttando le sue fissazioni patologiche per raccontare qualcosa che va oltre gli stessi eventi di trama.
È vero che la tecnologia sta gradualmente facilitando la nostra esistenza, ma è anche vero che lo stesso ruolo di internet e di tutto quello che offre potrebbe, in alcuni casi, alimentare la nostra stessa solitudine in favore di un approccio esistenziale in cui lo schermo diventa l'unico modello e fonte d'ispirazione anche emotiva. I social media, le app per incontri, e tutti gli elementi che si muovono nella stessa direzione, sono diventati il sostitutivo a tantissime altre attività che ad oggi tendiamo ad evitare, optando per un mondo in cui i legami diretti sono traslati continuamente dai mezzi tecnologici di questo tipo. Il ragionamento principale de Il migliore dei mondi si sviluppa partendo proprio da queste dinamiche, per poi approdare in un viaggio nell'assurdo che vuole insegnare e lasciare qualcosa, raccontando di un uomo che si è trovato obbligato, da una situazione surreale, a fare i conti con se stesso e con lo stesso significato della propria vita.
Non solo, la possibilità di articolare un ragionamento che si serve di una narrazione surreale per parlare del reale, ma anche un lavoro in cui la stessa comicità si formalizza intorno a un'amarezza di fondo in grado di rompere facilmente il piccolo schermo relazionandosi con il pubblico casalingo intento nella visione. Tutti noi siamo Ennio, è inutile negarlo, e tutti noi siamo dipendenti dal nostro smartphone e da quello che riesce ad offrirci alla massima velocità possibile. Le informazioni, le immagini, i video, sono il pane quotidiano di un approccio a questa tecnologia velocissimo e senza troppi ragionamenti. Siamo stimolati continuamente dalle stesse cose amate disperatamente da Ennio, e come lui, molto probabilmente, non riusciremmo più a tornare indietro o a vivere in una dimensione in cui non c’è stato un progresso di questo tipo.
Vale la pena vedere Il Migliore dei Mondi?
La risposta a questa domanda è sì. Il Migliore dei Mondi, pur nel suo essere un lungometraggio imperfetto nel suo insieme, resta comunque un'esperienza divertente e interessante, con un'anima critica da non sottovalutare affatto. La storia che coinvolge i suoi protagonisti oscilla continuamente fra la critica sociale e un certo appeal assurdo e leggero in grado di muoversi di pari passo, pur scontrandosi con alcuni sviluppi disordinati in alcuni frangenti della narrazione. Non una pellicola eccelsa, ma comunque un lavoro per immagini piuttosto incisivo a livello intellettuale e super comico pure nelle modalità critiche e satiriche.
Maccio Capatonda si prende sulle spalle una storia che parla direttamente al suo pubblico di appartenenza e, senza starci troppo a pensare, articola un percorso di crescita che potrebbe tranquillamente interessare tutti noi, anche nei momenti in cui l'assurdo e il grottesco prendono il sopravvento. Dal punto di vista formale la pellicola risulta essere un tantino altalenante, con qualche caduta di stile in alcuni momenti (che non vi anticipiamo), senza riuscire a sfruttare pienamente alcune esagerazioni che avrebbero potuto avere un impatto più forte, se curate a dovere. Ne resta una importante amarezza di fondo, e un lavoro per concetti spassosamente amaro, attuale e piuttosto affascinante.
Commento
Voto di Cpop
75Pro
- Tutta la riflessione sulla tecnologia e sulle sue caratteristiche e impatto alienante sulla vita degli esseri umani
- Alcune trovate comiche risultano sia divertenti che amare, dal punto di vista intellettuale, esprimendo alla perfezione il messaggio del film
Contro
- Alcune incertezze in termini formali. Non tutte le idee funzionano al meglio e l'ultimo atto del film è realizzato in modo troppo sbrigativo
- Approfondimenti maggiori sulla realtà parallela in cui si ritrova Ennio avrebbero ulteriormente valorizzato l'esperienza narrativa generale
Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!