Difficilmente troverete un nome più amato nel mondo della cultura pop di quello di Hayao Miyazaki. Il talento visionario del maestro giapponese ha caratterizzato l’immaginario fantastico di più di una generazione, attingendo a cult della narrativa come Terramare o realizzando opere particolarmente amata come Porco Rosso. E l’elenco potrebbe proseguire a oltranza, toccando diversi contesti narrativi e solleticando tutto lo spettro emotivo degli spettatori. Eppure c’era ancora un piccolo tesoro, nel passato di Miyazaki, un racconto che in Italia non era ancora arrivato, ma che dopo una lunga attesa, grazie a BAO Publishing, possiamo finalmente gustarci: Il Viaggio di Shuna (Shuna no tabi).
Non un film animato come ci ha abituati il Maestro, ma comunque fortemente legato alla sua visione artistica. Curiosamente, Il Viaggio di Shuna esiste grazie al fallimento di un progetto di Miyazaki, uno dei primi tentativi di passare dal mondo dell’animazione seriale al grande schermo. L’idea di realizzare un lungometraggio animato dopo un’esperienza concreta nel mondo della serialità aveva condotto Miyazaki a identificare in una leggenda tibetana, Il principe che divenne cane, un racconto su imbastire un racconto ad ampio respiro, ideale per arrivare al cinema.
Il viaggio di Shuna, la gemma perduta del passato di Miyazaki
Da un punto di vista narrativo, siamo davanti a un viaggio dell’eroe tradizionale. Il principe Shuna è l’erede della famiglia regnante di un popolo che abita tra impervie montagne, destinato a un lento declino a causa delle condizioni avverse del terreno, che impediscono di coltivare quanto necessario a sostenere la popolazione. A poco servono le coltivazioni di hiwabie, dei germogli, che non sfamano la gente e a malapena sostengono l’allevamento di animali.
A dare speranza è il racconto di un misterioso viaggiatore, che arrivato morente alle porte del regno di Shuna svela come alcune voci sostengano che viaggiando verso occidente si può arrivare a una terra in cui viene coltivato un cereale dorato in grado di svilupparsi anche nelle più impervie condizioni. Nonostante le leggi locali e l’avversità della sua famiglia, Shuna, col favore delle tenebre, lascia la sua terra con un unico intento: trovare quel cereale portentoso e salvare il suo popolo.
Un compito arduo, che porterà il giovane a conoscere momenti di fatica e di sofferenza, portandolo a scontrarsi con brutture dell’animo umano a cui Shuna reagirà appellandosi ai suoi principi, rimanendo saldo al proprio intento e alla propria visione del mondo.
Il Viaggio di Shuna, sotto questo aspetto, presenta una certa linearità con alcuni dei lavori successivi del Maestro. È da considerare come l’anno di uscita dell’opera, il 1983, precede di due anni la creazione del leggendario Studio Ghibli, ma la vis narrativa con cui Miyazaki presenta questo suo racconto mostra già quelle saranno le caratteristiche della sua espressività. A dominare la scena è quel senso di nostalgia del passato che Miazaky sviluppa anche in altre opere, mostrando un’asperità della natura che sembra presentare all’umanità le conseguenze della propria miope condotta verso la terra. Sono argomenti che in Shuna vengono posti al centro della trama, rendendoli non solo il punto di partenza dell’avventura del giovane eroe, ma dominando la scena grazie alla mano di Miyazaki, che tende a ritrarre il viaggio di Shuna più negli spazi aperti, desolati e aspri, che non nei pochi insediamenti umani.
Enclavi che mostrano comunque un aspetto quasi ferale, considerato che gli agglomerati urbani si rivelano luoghi di ingiustizia e di abbandono del senso di comunità. In questo, Myiazaki non concede scontri, trasforma l’ingenuità di Shuna, che sta scoprendo il mondo oltre i confini del suo regno, in una visione critica da condividere con il lettore. Curiosamente, è proprio in questo passaggio in cui Myiazaki snuda la natura acida di una certa umanità che troviamo gli unici baloon de Il Viaggio di Shuna. Un’eccezione che non dirada la sensazione di trovarsi non davanti a un manga, nonostante la saggia scelta di preservare il senso di lettura di originale, bensì di avere tra le mani un meraviglioso racconto illustrato.
Sensazione che arriva dalla perfetta trasformazione delle didascalie in voce narrante, che preserva un tono fiabesco merito dell’adattamento di Prisco Oliva, mai banale ma in linea con quella visione narrativa di Miyazaki con cui siamo cresciuti. Perfettamente inserite nelle tavole, perfettamente in linea con il tenore emotivo della storia, parti integranti di un viaggio meraviglioso di cui il lettore non è solo testimone, ma vive con pieno trasporti.
L'anima di Miyazaki vive nel viaggio di Shuna
Gli elementi narrativi primigeni de Il viaggio di Shuna possono risultare familiari a chi segue con affetto l’opera di Miyazaki. Difficile non vedere nei resti dell’umanità perduta incontrata da Shuna un’eco di quanto visto in Conan, opera precedente cronologicamente, o in quanto raccontato in Nausicaa nella Valle del Tempo (Kaze no tani no Naushika), coeva come concezione sul piano narrativo, prima manga (1982) e in seguito film animato (1984). Quel senso di umanità al contempo carnefice di una natura ora rimpiante e quasi ferale nell’opporsi alle nuove generazioni presente in gran parte della produzione di Miyazaki, con Il Viaggio di Shuna è vivacemente portato in primo piano, intrecciata alla tradizionale visione del Maestro della paura della perdita di conoscenze scientifiche fondamentali, che ritorna anche in opere successive.
Ancora più che nei lavori seguenti, con l’impresa del giovane Shuna Miyazaki punta la sua attenzione alla costruzione di un mondo in cui la perdita della conoscenza, la cieca distruzione dell’ecosistema del mondo e l’incapacità di trovare una sintonia tra uomo e natura, ma anche in seno alla stessa umanità, è particolarmente vivida. Al punto che gli scampoli di ambienti sociali sani sono villaggi remoti, piccole comunità in cui il mondo, più semplice e quasi antico, sembra avere insegnato come l’empatia e l’esser un unicum umorale siano valori importanti, quasi salvifici.
Evidente come Myiazaki avesse inizialmente realizzato Il viaggio di Shuna come uno storyboard, andando a creare scenari e impostazioni visive proiettate alla realizzazione di un film animato. In alcuni passaggi questo approccio è evidente, echeggia stilemi visivi del Maestro apprezzati sul grande schermo, ma al contempo si rivela una magnifica interpretazione grafica di questo racconto, oltre a mostrare un primo passo della grammatica visiva con cui Myiazaki avrebbe poi lavorato con lo Studio Ghibli.
Questo mondo aspro eppure popolato di anime meravigliose nonostante la cattiveria dell’ambiente circostante è sin dalla prima occhiata innegabilmente opera di Miyazaki. Non si tratta solo di un’evidente familiarità visiva, fatta dalla presenza di volti che tradiscono la mano del maestro, ma è anche nella realizzazione degli ambienti, dove compaiono dettagli che diverranno poi un tocco personale inconfondibile di Myiazaki, o nella creazione delle creature che popolano queste lande desolate, che ritroviamo frequentemente nelle opere successive. La bellezza de Il Viaggio di Shuna è l’esser quasi un ricordo dei primi passi di Myiazaki, il volere mostrare un passaggio essenziale della maturazione artistica che ricorda come l’immaginario di uno degli artefici della nostra fantasia sia sempre stato fortemente identitario.
BAO Publishing non si limita a proporre la storia, ma la racchiude all’interno di un volume di grande pregio, come da tradizione della casa editrice. Pubblicato all’interno della collana Aiken, Il Viaggio di Shuna viene presentato con una cura meravigliosamente maniacale sul piano cartotecnico, selezionando grammature della carta che rendano pienamente omaggio all’opera di Miyazaki, preservandone la magnificenza visiva e consentendo di apprezzare anche la colorazione originale ad aquerello. Un volume che non è solamente una lettura affascinante, ma è ricordo di un momento formativo di uno dei grandi nomi della cultura pop racchiuso in un prezioso scrigno
Commento
Voto di Cpop
95Pro
- Racconto meraviglioso e in linea con la tradizione di Miyazaki
- Visivamente magnifico
- Ottima edizione di BAO Publishing
Contro
- Lettura rivolta gli appassionati di Myazaki
- Non è un manga, ma un racconto illustrato
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