Just Cause 4, la recensione: torna il demolition man Rico Rodriguez

Rico Rodriguez non ha alcuna intenzione di appendere il fucile al chiodo. Il super agente arriva sull'isola di Solís, pronto a scoprire segreti sulla sua famiglia e a mettere la parola fine alla dittatura di Oscar Espinosa.

Autore: Pasquale Oliva ,
Videogames
4' 49''

A distanza di quattro anni, gli Avalanche Studios tornano a raccontare una nuova esplosiva avventura del super agente Rico Rodriguez, protagonista della saga videoludica di Just Cause. Il suo compito è, ancora una volta, quello di fronteggiare ed eliminare un temibile dittatore e il suo esercito di mercenari, mettendo a ferro e fuoco tutto quello che incontra sul suo cammino.

In Just Cause 4 lo studio svedese abbraccia pienamente il concetto di open world con l’isola di Solís, e lancia nella mischia (letteralmente) l’ormai ex agente de L’Agenzia pronto a scoprire importanti segreti sulla sua famiglia.

Abbiamo provato Just Cause 4 grazie ad una copia stampa per PlayStation 4 che ci ha concesso la divisione italiana di Square Enix. Di seguito la nostra recensione, seguita dal verdetto finale.

A volte ritornano…

Rico, giunto su una sperduta isola sudamericana chiamata Solís, vuole scoprire i segreti sul suo passato, con la figura di suo padre sorprendentemente collegata al Progetto Illapa. Il nome della divinità Inca delle tempeste non è casuale, tale tecnologia è infatti in grado di creare alterazioni meteorologiche che l’ignobile Oscar Espinosa vuole sfruttare per imporre la propria dittatura.

Restando fedele al proprio essere, Rico Rodriguez diventa in men che non si dica il faro dell’Armata del Caos, un esercito rivoluzionario nato per contrastare una vecchia conoscenza, la Mano Nera. Quale migliore occasione per il devastante protagonista, accompagnato dai suoi gadget degni di Mission Impossibile, per dare dimostrazione della sua voglia di distruzione?

Infatti, uno dei punti di forza di Just Cause 4 è proprio la possibilità di poter potenzialmente distruggere ed interagire con la maggior parte degli elementi dell’ambiente di gioco. Purtroppo, questo aspetto non è accompagnato da una profondità narrativa che è stata messa da parte anche a questo giro.

Parola d’ordine: distruzione

L’ultima fatica degli Avalanche Studios mette sul piatto innumerevoli possibilità di sperimentazione per eliminare i nemici e distruggere le basi della Mano Nera sparse sull’isola. Scommettiamo che eviterete uccisioni “facili” con il classico punta e spara pur di dare libero sfogo all’immaginazione.

Dal capitolo precedente, Rico porta con sé il rampino, un utile accessorio per immediati e spettacolari spostamenti, ed unico elemento del gioco per cui sono previsti potenziamenti. Questo può essere anche utilizzato per sollevare nemici ed oggetti con palloni aerostatici, che se colpiti causano fragorose esplosioni, e far scontrare violentemente due elementi, come un soldato nemico e una parabola satellitare, tanto per dirne una.

Square Enix
Uno screen in-game di Just Cause 4

Ma Rico non è Rico senza le sue adorate armi. Il super agente può contare su una quindicina di risorse in totale, tutte ben caratterizzate. Il sistema di shooting è lodevole, e il comparto sonoro fa il resto. Il risultato è esaltante e coinvolgente, peccato per l’intelligenza artificiale dei nemici, davvero rivedibile.

Viste mozzafiato e mezzi per tutti i gusti

I 1024 chilometri quadrati del paese sudamericano di Solís sono un mix di paesaggi esotici, con condizioni climatiche al limite. Un’isola che ospita sia foreste pluviali che deserti e picchi innevati. Un mondo meraviglioso, da esplorare fino in fondo, tuttavia ricco di insidie. Attenzione dunque non solo ai mercenari assoldati da Espinosa, ma anche a tempeste di fulmini e tornando che inghiottono qualsiasi cosa sia di passaggio, Rico compreso.

Square Enix
Uno screen in-game di Just Cause 4

Per l’esplorazione dell’isola, il protagonista può fare affidamento su numerosi veicoli e accessori. Come se paracadute, rampino e tuta alare non fossero abbastanza, il nostro eroe può prendere in “prestito” mezzi come auto, moto, aerei, elicotteri e… imbarcazioni! E proprio gli spostamenti aerei e i vari punti panoramici (sull’esempio di Uncharted) fanno sì che il giocatore metta da parte per un momento il pensiero di come annientare le schiere di nemici per godersi, in un attimo di pace, una vista mozzafiato.

Square Enix
Rico Rodriguez in sella ad una moto in uno screen di Just Cause 4

L’isola non è completamente popolata, e sono diverse le zone morte che hanno solo uno scopo riempitivo. Il consiglio dunque è di utilizzare uno dei tanti veicoli a disposizione per spostarsi più rapidamente da un punto all’altro e, ovviamente, divertirsi. Considerato poi che in alcune missioni secondarie Rico si traveste da pilota professionista, il consiglio diventa ancora più prezioso. Meglio dunque fare un po’ di pratica.

Il verdetto

Just Cause 4 è un gioco per chi vuole immergersi in uno spensierato simulatore di distruzione, senza dar troppo peso ad una trama che (spesso) sembra fare solo da cornice. Questa è la filosofia seguita dagli Avalanche Studios, ed è probabilmente sbagliato aspettarsi altro, fin dai primi minuti si capisce infatti che l’intento è quello di far divertire colui che ha il controller tra le mani. Un titolo che catapulta il giocatore in un tipico action-movie statunitense.

Il motore grafico svolge un lavoro immenso se si tengono in considerazione tutti gli elementi con cui si può interagire, e i paesaggi che solo una stupenda ma insidiosa Solís può offrire tolgono il fiato. Non mancano imperfezioni e passi falsi, ma l’esame, sotto questo punto di vista, è superato con successo.

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Sembrerebbe a questo punto che Just Cause 4 sia un gioco perfetto, purtroppo non è così. Le missioni principali sono abbastanza ripetitive e basate su standard del genere (corse contro il tempo, assedi da respingere…) di cui forse si abusa un po’ troppo. Le basi nemiche da conquistare sono strutturalmente simili tra loro e i mercenari della Mano Nera sono tutt’altro che infallibili. Una serie di fattori che rendono reale il problema della noia.

In termini di longevità è stato fatto un lavoro encomiabile. La campagna principale richiede circa 25 ore per essere portata a termine, ma è importante anche il contributo delle missioni secondarie, che garantiscono tante ore di gioco in nome del puro divertimento.

Sì perché nonostante mostri il fianco a qualche critica, Just Cause 4 è un titolo che intrattiene ed è incredibilmente spettacolare.

Commento

Voto di Cpop

75
Nonostante missioni principali abbastanza ripetitive e basate su standard del genere, Just Cause 4 è un titolo che intrattiene ed è incredibilmente spettacolare.

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