Kaya 1 - I Cavalca-lucertole, recensione: fra Conan e Horizon Zero Dawn

Autore: Domenico Bottalico ,

Edizioni BD continua ad aggiungere al suo catalogo, un po' in sordina, ottime serie dal mercato americano. È il caso di Kaya 1 - I Cavalca-lucertole, primo volume della nuova serie di Wes Craig già disegnatore della gemma Deadly Class ma qui in veste di autore completo per una storia che per ispirazione e intenti vuole essere all-ages (cioè consigliata a tutti i tipi di pubblico, anche i più giovani) ma che in realtà non perde né di aggressività né di profondità.

Di cosa parla Kaya 1 - I Cavalca-lucertole

L'Impero Atriano ha distrutto Kahaka, l'ultima città degli umani. La giovane Kaya, dotata di un mistico braccio dono dei maghi delle Montagne Nere a suo zio Kova, è stata incaricata di proteggere il suo fratellastro Jin e scortarlo fino all'Isola del Monaco dove i mistici che lì risiedono possono insegnarli il punto debole degli atriani. Il ragazzino infatti è stato cresciuto per poter un giorno ascendere ed entrare in comunione con gli dei.

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Ma Kaya è una pragmatica, una cacciatrice e una guerriera, non crede alla magia e Jin non è abituato ad una vita priva di agi e comodità. Il loro viaggio è lungo e irto di pericoli. La prima tappa forzata è presso i Cavalca-Lucertole, un popolo di bellicosi uomini-lucertola. Fortunatamente per loro però lì ritrovano Seth, un vecchio amico di Kaya. In cambio dell'aiuto in una caccia al mostruoso magron, Seth riesce a convincere i suoi a scortare Kaya e Jin fino a Baia Goro.

Gli atriani stanno conquistando e affamando tutte le popolazioni e i Cavalca-Lucertole e i pesciuomini di Baia Goro, una volta rivali, hanno deciso di allearsi. Tuttavia in entrambe le fazioni c'è chi non è d'accordo e proprio Jin, gettato in un mondo di violenza, potrebbe finire per diventare la merce di scambio.

Kaya 1 - I Cavalca-lucertole: fra Conan e Horizon Zero Dawn

Se si volesse evidenziare l'unica vera ingenuità di Kaya 1 - I Cavalca-lucertole è che Wes Craig, nell'imbastire l'incipit del suo racconto, si rifaccia in maniera pedissequa allo schema del viaggio dell'eroe. Non è un caso Kaya si debba inserire nel filone del fantasy, nel senso più moderno del termine, cioè quello che va a intercettare per estetica e costruzione del plot un pubblico demograficamente molto giovane ma con gusto quasi settantiano costruisce i personaggi anche graficamente.

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Craig costruisce un mondo vibrante e affascinante in cui la componente analogica e quella tecnologica si fondono ricordando videogiochi come Horizon Zero Dawn, ma anche un certo fantasy e una certa fantascienza degli anni 80, mentre si affida a certe opere, anche a fumetti, degli anni 70 per costruire i personaggi e farli interagire. C'è il Conan classico della Marvel ma anche Warlord di Mike Grell.

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Non è un caso poi che la prima missione, la prima quest, di Kaya e Jin sembri essere uscita dalla penna di Roy Thomas. La lotta contro il mostruoso magron è una impresa tutt'altro che gloriosa. Al contrario è una lotta sporca e difficoltosa che arriva fin nella tana della bestia che non manca di mietere vittime.

Kaya infatti è tratteggiata come una novella Conan: pragmatica, lucida e soprattutto scettica nei confronti della magia e delle fede in essa che ripone il fratellastro Jin. A dispetto di una "confezione" accattivante, tutti i personaggi di Kaya 1 - I Cavalca-lucertole nascondono segreti e in taluni casi sono veri e propri doppiogiochisti. La scelta dell'autore va decisamente controcorrente rispetto alla tendenza attuale di consegnare al lettore personaggi sempre superpositivi e rende al lettura più interessante, stratificata e sicuramente meno scontata.

Dal punto di vista dello stile, Wes Craig è noto per i suoi layout retorico-produttivi (cioè si piegano e descrivono l'azione stessa) e soprattuto per la capacità di far proliferare i riquadri nella tavola pur mantenendo un certo ordine e storytelling ben precisi.

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In Kaya 1 - I Cavalca-lucertole, Wes Craig smorza un po' questo aspetto. Se il numero di riquadri nelle tavole è sempre leggermente più alto rispetto ai classici comics americani, i layout sono meno funambolici e la scelta di aprirsi a riquadri più ampi che occupano spesso mezza tavola così come la preponderanza di riquadri orizzontali, denotano la scelta di una maggiore accessibilità e velocità dello storytelling e della lettura.

Graficamente è altrettanto interessante notare una piccola virata nelle anatomie dei personaggi. Lasciatosi alle spalle il realismo di Deadly Class, Craig abbassa il baricentro dei suoi personaggi che si fanno più stilizzati unendo la ricercatezza del character design di Alex Toth con lo scattante dinamismo di Jack Kirby.

Ottimo anche il lavoro ai colori di Jason Wordie. Giocando molto con la saturazione delle tonalità, il colorista lavora molto sull'umoralità delle sequenze imbastendo bicromie eteree che contribuiscono in maniera efficace al world building di Wes Craig. A tal proposito c'è da segnalare che la tecnica simil-acqurello di Wordie, con sfumature molto materiche e dense, ben si adatta allo stile qui utilizzato dal disegnatore. 

Il volume

Edizioni BD ha deciso di presentare Kaya 1 - I Cavalca-lucertole in volume brossurato formato 17x25 cm con copertina soft touch. La scelta ovviamente vuole strizzare l'occhio al pubblico più giovane e più avvezzo al manga e ai suoi formati. Comprensibile e condivisibile però è impossibile non notare come l'ottimo lavoro grafico di Craig e Wordie stia un po' stretto anche se la rifilatura delle pagine è ottima e non ostacola la lettura. Da segnalare che il volume non presenta nessun extra di sorta né contributi redazionali. 

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Commento

cpop.it

85

Kaya 1 - I Cavalca-lucertole si inserisce nel filone del fantasy, nel senso più moderno del termine, cioè quello che va a intercettare per estetica e costruzione del plot un pubblico demograficamente molto giovane ma con gusto quasi settantiano costruisce i personaggi anche graficamente. Craig costruisce un mondo vibrante e affascinante in cui la componente analogica e quella tecnologica si fondono ricordando videogiochi come Horizon Zero Dawn, ma anche un certo fantasy e una certa fantascienza degli anni 80, mentre si affida a certe opere, anche a fumetti, degli anni 70 per costruire i personaggi e farli interagire come il Conan classico della Marvel o Warlord di Mike Grell.

Pro

  • ottimo world building
  • le matite stile Jack Kirby di Wes Craig
  • la costruzione dei personaggi che strizza l'occhio al fantasy anni 70

Contro

  • il formato sacrifica un po' le tavole di Wes Craig
  • il plot risente del classico schema del viaggio dell'eroe
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