Le Fidèle, la recensione: adrenalina al volante, a mano armata e cuore aperto

Autore: Elisa Giudici ,

È una bizzarra ibridazione di lingue, generi e intenzioni quella che appassiona, confonde e talvolta annoia lo spettatore durante la visione di Le Fidèle, il film a mano armata e cuore aperto che il regista fiammingo Michaël R. Roskam ha presentato fuori concorso alla scorsa edizione del Festival di Venezia. Verrebbe da dire che nei tre capitoli di cui si compone questa storia di rapine, corse d'auto e amore il regista abbia sbagliato per eccesso. Pur raccontando di forti emozioni ed essendo ricco di passaggi adrenalinici, Le Fidèle sa essere impeccabile, muovendosi con eleganza. Non è semplice quindi raccontare gli sbandamenti narrativi di un film il cui stile ha una tenuta di strada eccezionale. 

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I protagonisti Matthias Schoenaerts e Adèle Exarchopoulos
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D'altronde a girarlo c'è Michaël R. Roskam, il regista di pellicole come Bullhead e The Drop. Stiamo pur sempre parlando del film che il Belgio ha scelto come rappresentante agli Oscar 2018. Non è insomma in dubbio la qualità della pellicola, anzi, forse è parte del suo problema: c'è troppo di ben fatto e ben girato in questo film, che sembra racchiudere almeno 2 o 3 pellicole di genere (e toni) molto differenti. 

Gigi e Bibi

Il punto forte e l'ancora di salvezza di Le Fidèle sono i suoi protagonisti. Roskam infatti torna a lavorare con il suo attore feticcio Matthias Schoenaerts (Un sapore di ruggine e ossa), affiancandogli l'intensa attrice francese Adèle Exarchopoulos (La vita di Adele). La chimica tra i due attori è perfetta, la loro struggente e passionale storia d'amore è davvero credibile. I loro alter ego con nomi da coppia d'oro di gangster Gigi e Bibi si piacciono da subito, vanno immediatamente al sodo e diventano inseparabili. Lui lavora in una ditta di import ed export e appare danaroso e affascinante, lei è la volitiva pilota di macchine da corsa che gli ruba il cuore, nonostante la disapprovazione paterna. 

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Dopo la prima notte d'amore, Bibi chiede a Gigi di rivelarle un segreto, qualcosa che non ha mai detto a nessuno: lui le risponde che in realtà è un rapinatore di banche. Si apre con la risata di risposta Bibi il dramma di Le Fidèle; travolto dall'amore per lei il protagonista è stato assolutamente sincero. Infatti il primo capitolo del film è dedicato a lui, alla sua puntigliosa compartimentazione dell'esistenza: da una parte l'attività lavorativa e criminale, dall'altra la bella vita accuratamente calibrata per non esporsi troppo. La travolgente passione per Bibi, l'affetto profondo che supera la mera attrazione fisica che ne deriva sono la ricetta per l'imminente disastro. 

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Qualche rapina e corsa d'auto dopo entriamo nel secondo capitolo del film, dedicato a Bibi. Qui la pellicola si trasforma e diventa qualcosa di totalmente differente. Spogliandosi dal suo piglio adrenalinico, La Fidèle diventa un film drammatico, incentrato sull'amore impossibile e doloroso tra i due amanti, sul disperato grigiore che cala sulle loro vite. Gigi e Bibi non possono stare lontani ed essere felici, ma la loro dipendenza dall'adrenalina delle corse e dal pericolo del crimine ostacola il loro amore. Questo capitolo è rigoroso e formale, non manca di eleganza, ma lo stacco con la prima parte del film è così netto che sembra di assistere a un di più accessorio e non richiesto, impressione che si rafforza ulteriormente nella terza e ultima parte. 

Fedele fino all'eccesso

Il vero limite di Roskam - uno che gira scene spericolate con grande chiarezza espressiva e rara eleganza - è di non essere Jacques Audiard. Sia lui sia il suo protagonista Matthias Schoenaerts sono infatti collaboratori di lungo corso del regista di culto francese, che ritroveremo tra qualche giorno in concorso a Venezia. In Un sapore di ruggine e ossa e ancor di più nel capolavoro Il Profeta (entrambi scritti con la collaborazione di Roskam) Audiard sa rendere risonante a livello emotivo la componente fortemente drammatica della storia. In Le Fidèle invece Roskam rimane un narratore elegante ma distaccato, incapace di coinvolgere lo spettatore nel dramma dei protagonisti. 

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Matthias Schoenaerts in una scena del film
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Come film fallimentare però Le Fidèle rimane a tratti portentoso. Basta osservare il lunghissimo piano sequenza che chiude la pellicola - girato davvero per strada, all'alba, quasi clandestinamente, affidandosi alla fisicità di Matthias Schoenaerts per un buona la prima quasi impossibile eppure centrato - per non rimpiangere la visione del film. 

Le Fidèle sarà nelle sale italiane a partire dal 6 settembre 2018

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Commento

cpop.it

65

Una chimica travolgente tra protagonisti coniugata a una regia impeccabile danno vita a una storia così ricca da divenire pesante, che di fatto contiene tre film distinti. Roskam sbaglia per eccesso.

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