Questi muri, recensione: uno specchio nudo e crudo dell'incomunicabilità generazionale

Una vita spietata, alienazione, solitudine e un grido silenzioso: Questi muri di Marco Checchin è una storia sul mondo per il mondo.

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Autore: Livia Soreca ,

Dopo il debutto a Lucca Comics & Games 2024, arriva tra gli scaffali di librerie e fumetterie italiane l'esordio del giovanissimo Marco Checchin, vincitore del Lucca Project Contest 2023: Questi muri, uno dei nuovi titoli di Edizioni BD.

Schietto e spietato, questo fumetto è un esordio promettente che vi trascinerà tra le pagine senza mollarvi più: un viaggio nelle stanze più oscure, un racconto che corre tra arte, cinema e design, e vi lascerà un segno indelebile sulla pelle.

Di cosa parla Questi muri?

La provincia italiana è terra di strade dalle curve improvvise. Ed è qui che un ragazzo, impreparato ai colpi che il destino può sferrare, si ritrova all’improvviso strattonato fuori dall’apatia in cui si era accomodato, ritrovandosi in bilico tra insidie del mondo reale e voragini digitali. Prima di crollare, la vita ha il tempo di mostrarsi nella sua maestosa fragilità: un incubo che minaccia di distruggere il protagonista e ciò che resta della sua famiglia.

Questi muri è il duro specchio di una realtà attuale e sentita, dove l'essere umano rischia continuamente di ritrovarsi intrappolato in una bolla fatta di alienazione e solitudine. Il racconto di Marco Checchin sviscera temi universali applicati a più di una generazione, servendosi tuttavia di un linguaggio contemporaneo strettamente legato alla cultura di internet, soprattutto social che la Generazione Z ha preso tra le mani - insieme a qualche Millennial un po' più giovane.

Nonostante, quindi, Questi muri non nasca con l'intenzione di porre dei veri e propri limiti di target, il rischio è quello di risultare non del tutto accessibili a un pubblico più adulto che, invece, ne apprezzerebbe certamente i temi e gli umori, rivedendosi magari nei personaggi più maturi della storia.

D'altra parte, sembra quasi una proiezione di quella stessa incomunicabilità tra generazioni affrontata in Questi muri, la quale si fa paradossalmente più pesante quanto più ci si trova di fronte a un malessere condiviso: quella naturale compartecipazione finisce per lasciare sempre più facilmente posto a una chiusura verso l'altro, fino a conseguenze devastanti.

Con immagini forti, un linguaggio verbale e visivo talvolta "nudo e crudo" e, soprattutto, con un finale volutamente ambiguo e da pelle d'oca, Questi muri arriva al lettore come un pugno di tristi verità, mostrando personaggi reali, colti nel bene e soprattutto nel male, mettendo sul piatto anche la vergogna di essere come si è e la spasmodica voglia di creare una versione migliore di sé non imparando a conoscere i mezzi migliori per farlo.

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Questi muri: regia su carta

Oltre a una dichiarata ispirazione ai grandi maestri del fumetto sia orientale sia occidentale, quali Taiyo Matsumoto e Chris Ware, Questi muri unisce settima e nona arte in un connubio che ben funziona: certamente un'operazione non inedita, ma che nel caso di Marco Checchin esplora strade nuove.

Le tavole di questi muri si tingono prevalentemente di arancione e blu, due colori complementari, uno caldo e l'alto freddo, che oltre ad abbinarsi bene - non si può escludere l'esperienza di Marco come designer dal processo creativo - simboleggiano due parti contrapposte.

Narrativamente parlando, l'arancione corrisponde a un interno giorno e il blu a un esterno notte, ossia quelle indicazioni spaziotemporali di una sceneggiatura cinematografica.

Non finiscono qui i riferimenti al linguaggio prettamente cinematografico, tant'è che leggendo Questi muri si ha spesso la sensazione di una lente immaginaria che si allontana e si avvicina, distorcendo ambienti e personaggi o, al contrario, donando loro ampio respiro.

A seconda del momento narrativo, si può passare da una visione in sezione di interi edifici, con il personaggio che si muove tra le stanze come in una scena di Wes Anderson, a dettagli di oggetti utili tanto a raccontare quanto a popolare uno spazio di azione, proprio come farebbero i props di un set cinematografico.

Commento

Voto di Cpop

82
Unendo la settima e la nona arte, Questi muri di Marco Checchin si fa specchio di una dura realtà, schietta e spietata, in cui l'essere umano può sentirsi solo e alienato, sovrastato da un'incomunicabilità che arriva nel momento meno opportuno, quando le parole diventano una soluzione irraggiungibile. Nonostante un linguaggio spesso poco accessibile a un target che sia oltre la Generazione Z, Questi muri vuole parlare al mondo del mondo, quello vero, e lo fa con una storia pregnante, pungente, che non potrete - né mai dovrete - togliervi di dosso.

Pro

  • Unione vincente del linguaggio del fumetto e quello cinematografico
  • Finale da pelle d'oca
  • Temi universali e condivisi, trattati con schiettezza, ma...

Contro

  • ...i temi sono veicolati attraverso un linguaggio vicino alla Gen Z e meno accessibile a un pubblico più maturo
  • -
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