Sing, la recensione: anche gli animali sognano il mondo dei talent

Illumination Entertainment chiude un anno davvero bestiale per il cinema d'animazione, portando il mondo dei talent show tra gli animali. Ecco la recensione di Sing.

Autore: Elisa Giudici ,

È stata un 2016 davvero bestiale per il cinema d'animazione a stelle e strisce: prima con Zootopia e Pets (due tra i maggiori successi dell'anno) ora il nuovo film di Illumination Entertainment Sing, gli animali sembrano essere diventati i veri protagonisti, anche se a ben vedere sono più che altro adorabili trasposizioni di problemi e situazioni tipicamente umane e contemporanee. 

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Sing, la recensione del film con gli animali canterini
Sing è l'assolo finale di un anno davvero bestiale per il cinema di animazione

Prima abbiamo seguito una coniglietta che lottava contro i pregiudizi, poi le storie di vicinato di un gruppo di animali domestici a New York e il complicato ricongiungimento di Dory con il suo passato: il talent show di Sing sembra quasi una conseguenza logica, in un momento in cui siamo letteralmente assediati da format che cercano il talento, il fattore x, quel quid che porta una voce (e la storia che nasconde) ad emozionarci. Anche nella città dove il koala Buster Moon tenta di sbarcare il lunario con il suo teatro dietro a ogni zampa e ogni pelliccia si nasconde tanta voglia di esibire ed emozionare attraverso la musica e il canto. 

La storia di Sing è così platealmente riciclata da tanti film e talent da non richiedere nemmeno una grande attenzione da parte del pubblico occasionale. Lo spettatore tipo di Sing è quello che nelle sale cinematografiche si reca una manciata di volte l'anno, ma che numericamente ha già determinato ancora una volta l'impressionante potere di stregare il botteghino di questo nuovo soggetto tra gli studios tradizionalmente legati al mondo dell'animazione. Certo lo spettacolo (dentro e fuori dal film) messo in piedi è davvero di prim'ordine: una lista davvero infinita di stelle di prima fascia a prestare la voce a questo o quel cantante, un numero considerevole di hit pop vecchie e nuove, una serie di gag tormentoni (fastidioso marchio di fabbrica di Illumination) pronte a diventare virali sui social. Insomma, per sfornare una hit natalizia in grado di competere con Oceania e Rogue One, Illumination ha messo in campo tutta la potenza di fuoco a sua disposizione. 

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Sing, la recensione del film animato
La locandina del film

A stupire però è l'incredibile capacità di attirare pubblico e incassi senza sfoderare nemmeno un'idea originale, rielaborando in una confezione allettante una storyline che era già inflazionata ai tempi di Saranno Famosi e gag e citazioni quasi obbligatorie, a partire dalla locandina diretta citazione di Flashdance. Insomma, sicuramente Sing promette quello che mantiene, risultando un po' più elegante dello standard solitamente basso di questo studio. Se a livello commerciale ormai se la gioca alla pari con Disney, Pixar e Dreamsworks, a livello qualitativo sorprende solo per l'incredibile capacità di riciclare con enorme successo e inventiva inesistente idee altrui. 

Sing sarà nei cinema a partire dal 4 gennaio 2017

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