Those About to Die, recensione: l'antica Roma fra gloria e potere su Prime Video

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Autore: Nicholas Massa ,

Quando si pensa all’antica Roma, gli appassionati di cinema non possono fare a meno di ricordare i grandi capolavori che hanno calcato il grande schermo, imprimendo per sempre un immaginario chiaro e praticamente indelebile. Così, nomi come Ben-Hur, Spartacus, Il Gladiatore fanno capolino da dietro l’angolo, tornando a colorare la memoria di coloro che hanno avuto la fortuna di poterli seguire durante il periodo della loro pubblicazione. La grandezza di queste pellicole, non a caso, deriva proprio dal potere delle immagini e da quello che riescono a trasmettere partendo dalla stessa storia che solitamente si affronta durante il periodo scolastico. Anche con Those About to Die, nuova serie su Prime Video dal 19 luglio 2024, un processo del genere non fatica a palesarsi.

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La leggenda di Roma e la sua grandezza. I nomi altisonanti di coloro che ne hanno segnato lo sviluppo in tempi antichi, alimentando i racconti e i fatti giunti a noi oggi, e il mito dei giochi di potere fuori e dentro gli ambienti della politica, alimentano ancora adesso la fantasia di moltissimi che ne hanno approfondito le ragioni oltre i libri di scuola e le varie trasposizioni arrivate al pubblico nel tempo. Con Those About to Die, gli appassionati in questo senso avranno molto da assaporare e vedere, trovando nelle pagine di Daniel P. Mannix, da cui è stato tratto il lavoro seriale in questione, una raison d’être che sembra avere molto da dire.

Le strade in Those About to Die

Il concetto di potere è uno degli elementi chiave fondamentali di tutta Those About to Die, nonché una delle risorse creative e intimiste principali a muovere gli sviluppi di questa serie tv in 10 episodi. I vari protagonisti che vedremo sfilare sul piccolo schermo sono tutti mossi da alcune personalissime ragioni, motivazioni che tratteggiano il cammino praticamente in corso quando facciamo la loro conoscenza.

Courtesy of Prime Video.
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Nella poliedricità complessiva di una storia che mostra fin da subito la propria coralità, troviamo la città di Roma in tutto il suo antico splendore, o almeno in quello che potremmo ipotizzare fosse nell’epoca del racconto in corso. Mentre una delle metropoli più celebri del pianeta conferma la propria identità storica, la narrazione si sposta sull’imperatore in carica: Vespasiano (interpretato da Anthony Hopkins).

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Il suo è stato un regno particolare, con momenti complessi e uno spassionato e incrollabile amore per la città di Roma (i lavori pubblici, abbellimenti e restauri in questo senso parlano chiaro; fu lui, fra le altre cose, a realizzare il Colosseo, dando il via ai lavori di costruzione). Oltre lo splendore architettonico e artistico di un territorio urbano praticamente immortale, però, risiede lo sporco, quello alimentato da alcune ombre che si muovono lungo le sue strade giorno dopo giorno. Dal marasma apparentemente irraggiungibile della metropoli eterna, fino al caos dei suoi abitanti, di quelli che non ricorda nessuno e che, comunque, potrebbero aver influito a modo loro su quella parte di storia che non tutti conoscono.

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Così facciamo la conoscenza di Tenax (Iwan Rheon), Cala (Sara Martins), Kwame (Moe Hashim) e tutti gli altri. La scelta di affrontare eventi diversi da punti di vista differenti riesce facilmente a dinamizzare un racconto di facce, volti e maschere sporcate da una gamma di sentimenti ed esperienze verticali e coerenti con quello che vediamo a schermo. Dall’arrampicatore sociale che viene dalla polvere, al dolore di una madre che vede i propri figli diventare ingiustamente degli schiavi, fino all’opulenza inarrivabile di alcune ville romane in cui sono le parole e le strategie a ferire e tagliare la carne.

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Ogni prospettiva conta nell’economia di un racconto sfaccettato

Those About to Die è innanzitutto Roma, è innanzitutto mito e scrittura di riflesso a qualcosa che il grande pubblico pensa di conoscere veramente e magari fino in fondo. Fare presa, servendosi di modelli storici del genere, non è ovviamente troppo difficile, e nell’immediatezza di questa fascinazione si consumano i primi passi di un racconto seriale che prima affascina e in seguito prova a rapire. 

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Dopo l'impatto di Roma, non a caso, arrivano i protagonisti con la loro scrittura e caratterizzazione specifica, le immagini e soprattutto l’attenzione nella costruzione dei vari ambienti. Essendo la regia affidata a Roland Emmerich e Marco Kreuzpaintner, non proprio gli ultimi arrivati, ne deriva una specifica attenzione in termini formali, a rifrangersi sull’estetica generale di una storia che sembra piuttosto curata da questo punto di vista, forse anche troppo.

La storia e i suoi miti, ma anche l’azione più sfrenata e la violenza fanno da attrattiva primaria e da iniziale collante a Those About to Die. Le corse coi cavalli, l’adrenalina della lotta nel Colosseo, le scommesse e il significato di un mondo del genere, praticamente perso per sempre, si muovono di pari passo con una scrittura più sottile fatta di voci, sussurri, parole e strategie che dall’alto guardano un mondo al suo apice e splendore. Da ciò deriva il gioco fine di un contesto difficile da decifrare nell’immediato, accessibile solo grazie a coloro che vi si muovono abitualmente e alle loro vite.

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Courtesy of Prime Video.
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Come anticipato, è proprio nei personaggi principali di Those About to Die che è possibile trovare l’appeal di una serie da seguire con attenzione. Andando oltre i tentativi generali di coerenza storica, sono le specifiche e diversificate esperienze di ognuno di loro che coinvolgono e rapiscono, spingendo a continuare nella visione. Nulla di troppo originale, in realtà, dato che l’impronta di altre grandi storie per il piccolo schermo non troppo dissimili si fa sentire subito, ma è proprio nell’insieme degli elementi di Those About to Die che troviamo qualcosa di interessante seppur dai tratti familiari.

Vale la pena guardare Those About to Die?

Nel caso in cui foste appassionati della storia romana antica e dei racconti di potere in costume, la risposta è sicuramente un sì. Those About to Die è una serie che fa della propria coralità motivo immediato d’interesse, intessendo le storie personali di una manciata di personaggi tutti concentrati su sé stessi e su alcuni obiettivi specificamente connessi con il potere in corso o potenziale. Mentre la “grande storia di Roma” si muove verso le direzioni che tutti conoscono, il racconto seriale indaga sulle specificità umane coinvolte fra i propri fili, e ne interseca l’essenza mostrandone i lati negativi e positivi. Il risultato è una prima stagione che convince, pur con qualche incertezza.

Commento

cpop.it

75

Partendo dall'immortale fascino della Roma antica, Those About to Die trasporta gli spettatori di Prime Video in una storia di potere, rivalsa, lotta e libertà, trovando nei propri miti di partenza l'ideale spinta per dare un'occhiata. Sono le vicende al suo centro, però, a prendere veramente, presentando una manciata di personaggi dalle più particolari sfaccettature, grazie ai quali ci si muove in una metropoli sia lontana che vicina, per certi versi.

Pro

  • La cura in termini di regia, fotografia e scenografia.
  • La scrittura e caratterizzazione di alcuni protagonisti che prendono nell'immediato.
  • Il fascino immortale di Roma in tutte le sue sfumature, anche quelle più oscure.

Contro

  • ...che alle volte mina la credibilità storica di fondo.
  • La CGI non troppo convincente in alcuni momenti.
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