Angelina Jolie si schiera contro Donald Trump

Autore: Maria Teresa Moschillo ,

Il Muslim Ban continua a tenere banco, dividendo la popolazione americana e inasprendo l'ostilità che circonda Donald Trump sin dal principio della sua campagna elettorale.

Anche gli esponenti dello showbiz, ovviamente, hanno una loro posizione.

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Le sorelle Gigi Hadid e Bella Hadid, ad esempio, hanno deciso di unirsi alla marcia di protesta che ha avuto luogo a New York qualche giorno fa - la #NoBanNoWall March - mentre Kim Kardashian ha preferito esprimersi su Twitter, condividendo un grafico inerente le morti per mano di cittadini islamici e terroristi nello scorso 2016.

Il provvedimento anti immigrazione voluto da Donald Trump è - a detta del Presidente - finalizzato esclusivamente ad una maggiore sicurezza dei confini. L'ingresso nel Paese agli immigrati musulmani è stato bloccato per circa 120 giorni, mentre i rifugiati siriani non potranno più avere accesso agli Stati Uniti a tempo indeterminato. Sempre ai fini di limitare i flussi migratori, Trump ha disposto anche la costruzione di un muro di confine con il Messico.

Inutile dirlo, gli animi si sono parecchio scaldati.

L'ultima celebrità ad essersi esposta contro il tycoon è stata Angelina Jolie. L'attrice - fresca di divorzio da Brad Pitt - ha affidato il proprio pensiero ad un editoriale scritto per il New York Times.

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I rifugiati sono uomini, donne e bambini travolti dalla furia della guerra, nel mirino della persecuzione. Lungi dall'essere terroristi, sono spesso le prime vittime del terrorismo.

La Jolie non nega che il problema della sicurezza negli Stati Uniti sia reale, ma reputa inappropriata la decisione di Trump.

La crisi dei rifugiati è globale, così come la minaccia del terrorismo. Cercare il modo migliore per proteggere i nostri confini è del tutto giustificabile, ma ogni governo deve bilanciare le esigenze dei suoi cittadini con le proprie responsabilità internazionali. Bisogna agire basandosi sui fatti, non sulla paura.

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Tre dei sei figli di Angelina Jolie e Brad Pitt vengono da paesi stranieri: Maddox (15 anni) è stato adottato dall'attrice in Cambogia, mentre Pax (13 anni) è vietnamita; infine, Zahara (12 anni) - di recente al centro delle polemiche per l'appello rivolto ai media dalla sua madre naturale - è etiope. Anche i figli naturali della coppia, inoltre, non sono nati negli Stati Uniti: Shiloh (10 anni) è nata in Namibia, mentre i gemelli Knox e Vivienne (8 anni) in Francia.

Non sorprende, quindi, che Angelina sia sensibile all'argomento.

Come madre di sei bambini, tutti nati in terre straniere e cittadini americani orgogliosi, mi sta davvero molto a cuore che il nostro Paese sia sicuro per loro, così come per tutti i bambini della nostra Nazione. Voglio anche avere la certezza, però, che i bambini rifugiati in cerca di asilo possano fare affidamento su un'America compassionevole.

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L'intervento di Angelina Jolie è stato ragionato e oculato, di certo non fomentato dalla sola antipatia per Donald Trump - Matthew McConaughey crede che per molti sia questo il problema - ma influenzato dalla sua esperienza pluriennale da ambasciatrice ONU e UNICEF.

Dopo l'attrice, chi sarà il prossimo a farsi avanti?

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