“Joss Whedon: The Genius Behind Buffy” è il titolo di una biografia (rigorosamente non ufficiale) del creatore di #Buffy, Angel, Firefly, Dollhouse, #Agents of S.H.I.E.L.D.… E del geniale sceneggiatore e regista che il grande pubblico ha imparato ad amare anche al cinema, grazie a Toy Story e agli Avengers.
Non potevo inaugurare questa nuova rubrica dedicata ai geni delle serie TV senza partire da lui, la mente che ha dato vita ad alcuni dei miei più grandi amori televisivi.
Il titolo di “genio”, per quanto mi riguarda, è quanto mai azzeccato.
Soprattutto se pensiamo a cosa è riuscito a fare quest’uomo, nato negli Stati Uniti 51 anni fa: da un’idea incentrata su una liceale ammazzavampiri che rivoluzionava i canoni classici dell’horror movie, Joss Whedon ha tratto un film con la protagonista sbagliata (salvateci da tutte le Kristy Swanson del mondo) e un ritmo altalenante.
A rivederlo oggi, il film di Buffy fa tenerezza, ma all'epoca sicuramente non era così: il primo film di Whedon fu un flop, inutile negarlo.

Ma il nostro Joss non si è arreso: mentre si godeva una nomination all’Oscar per la sceneggiatura di Toy Story e si divertiva a infarcire del suo inconfondibile humour il quarto capitolo di Alien (Alien – La clonazione), meditava vendetta e si preparava a trasformare il fallimento di Buffy, il film, nel successo supercult di Buffy, la serie TV.
E come per magia, dal whedonverse, ovvero l’universo di Joss Whedon, è spuntata una serie che mescolava generi diversi, divertiva, commuoveva, emozionava e arricchiva ogni episodio con citazioni imperdibili. Creando un fenomeno di culto amato da intere generazioni di telespettatori.
Inclusa la sottoscritta.
Buffy era la prova che le serie TV “fantastiche” potevano intrattenerci mentre ci facevano riflettere sui problemi, concretissimi, dell’adolescenza e dell’ingresso nel mondo degli adulti. Celandosi sotto le spoglie di orrendi mostri combattuti da una biondina del liceo.
Angel era la versione dark della stessa storia, in una città più “vera” e pericolosa, e con tematiche più difficili fin dal principio. Dollhouse ci metteva in guardia dai rischi di un futuro troppo dipendente dalla tecnologia, tema ricorrente della fantascienza, così come Firefly aveva dato vita a uno spaghetti western in salsa spaziale incentrato sul tema della perdita dell’umanità.
I supereroi di Whedon, da Buffy agli Agents of S.H.I.E.L.D., dal Dr. Horrible agli Avengers, sono persone comuni che scoprono di avere qualcosa di speciale. E lottano contro se stesse, prima ancora che contro i loro nemici, per accettarlo e diventare persone migliori.
Quando non ci riescono, diventano cattivi. Cattivi incredibilmente umani, imperfetti, verosimili. Perfino quando sono vampiri senz’anima.

Joss Whedon ha contribuito a legittimare quel mix di generi che “osava” unire categorie agli antipodi, come horror e commedia. Categorie che solo le mani sapienti di uno dei più importanti autori contemporanei potevano trasformare in oro.
Tanto da prendersi il lusso di dire a chi non aveva ancora colto la brillantezza di quell’oro, come la persona che decise di cancellare Firefly, che il segnale non si poteva fermare.
Dagli episodi dell'indimenticabile Pappa & ciccia allo humour nero di Quella casa nel bosco, Joss Whedon ha dimostrato di conoscere le regole del cinema e della TV così a fondo da poterle stravolgere.
E ha dimostrato, soprattutto, che alla fine l’arte vince. E che la passione del pubblico trova sempre il modo di dar voce alla creatività di un genio.
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