C'era una volta a... Hollywood: la figlia di Bruce Lee torna a criticare il film di Tarantino

Autore: Francesco Ursino ,

Dopo gli attacchi degli artisti di strada e della PETA, questa volta è il turno di Shannon Lee. La figlia di Bruce Lee, già protagonista di dichiarazioni al vetriolo contro Quentin Tarantino, è tornata a criticare C'era una volta a... Hollywood, uscito nelle sale americane il 26 luglio scorso. Secondo Shannon, infatti, è stato “scoraggiante” vedere la rappresentazione che Tarantino ha dato di suo padre, protagonista di una scena insieme a Cliff Booth, il personaggio impersonato da Brad Pitt.

Nella scena in questione Cliff, la controfigura dell’attore Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ha uno scambio di parole piuttosto acceso con Bruce Lee (Mike Moh), impegnato sul set della serie TV Il Calabrone Verde. L’inizio della sequenza è visibile anche nel trailer italiano della pellicola.

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Show hidden content La conversazione si scalda fino al punto che i due accettano di sfidarsi in un combattimento: vince chi ha la meglio in due round su tre. Lee sconfigge facilmente Booth nel primo round, ma nel secondo lo stuntman scaraventa l'attore contro una macchina, stordendolo. La sfida si interrompe primo del terzo round.

Un Bruce Lee diverso

Secondo Shannon Lee, il ritratto che la pellicola dà del padre, ovvero un personaggio piuttosto arrogante e pieno di sé, è lontano dalla realtà. In quanto attore asiatico nella Hollywood degli anni ’60, Bruce Lee ha dovuto lottare e impegnarsi molto più duramente dei suoi colleghi occidentali, che nel film vengono rappresentati proprio da Booth e Dalton. Intervistata da The Wrap, Shannon ha spiegato:

Posso capire il ragionamento che ha portato a una rappresentazione del genere nel film. Capisco che i due personaggi [si riferisce a Bruce Lee e Cliff Booth, n.d.r.] sono antieroi e questa è una sorta di fantasia su cosa sarebbe potuto succedere tra di loro… e il film ritrae un periodo storico chiaramente segnato dal razzismo e dall’esclusione sociale. Capisco che vogliono fare del personaggio di Brad Pitt questo super duro che può battere Bruce Lee. Ma non avevano bisogno di trattare mio padre nel modo in cui la Hollywood bianca lo ha trattato quando era in vita.

Columbia Pictures
Bruce Lee in C'era una volta a... Hollywood

L’amarezza di Shannon si fa ancora maggiore quando viene chiamato in causa Tarantino. Secondo la donna, a sua volta attrice e produttrice, il regista ha cercato di far capire quanto la figura di Bruce Lee sia stereotipata, senza però riuscire appieno nell’impresa:

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Nel film mio padre è un idiota arrogante e pieno di sé. E non qualcuno che ha dovuto combattere il triplo degli altri per conquistare qualcosa che per molti era scontata. È stato veramente spiacevole sedermi in sala e ascoltare la gente che rideva in faccia a mio padre.

Shannon ha rivelato che nella realtà suo padre, sfidato in numerose occasioni, ha rifiutato più volte lo scontro. Tutto il contrario di quello che accade in C'era una volta a... Hollywood:

Nel film è lui quello tutto spavaldo che sfida Brad Pitt. Lui non era così.

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Shannon Lee continua a onorare la memoria del padre attraverso il sito Brucelee.com, e con la Bruce Lee Foundation, che organizza campi estivi per ragazzi nei quali vengono insegnate la filosofia e le arti marziali. Shannon, a questo proposito, ha spiegato:

Quello che mi interessa è fare luce su chi fosse Bruce Lee sotto il profilo umano, e su quanto abbia amato la sua vita. Tutto questo lavoro è stato mandato all'aria con la sua rappresentazione in C'era una volta a... Hollywood, che lo ha trasformato in un arrogante punching bag.

Il confronto con Steve McQueen

C'era una volta a... Hollywood racconta della Los Angeles del 1969, e nel fare ciò non ha paura di citare personaggi realmente esistiti. La pellicola è basata fortemente sulla tragedia di Sharon Tate (Margot Robbie), la giovane attrice moglie di Roman Polanski (Rafał Zawierucha) uccisa dai seguaci di Charles Manson (Damon Herriman). Tutte queste figure vengono rappresentate nel film assieme a icone del tempo come lo stesso Bruce Lee e Steve McQueen, portato in scena da Damian Lewis. A questo proposito, Shannon Lee si è dimostrata ancora una volta contrariata. Secondo la produttrice, infatti, molti dei personaggi del film di Tarantino sono rappresentati in maniera caricaturale. La pellicola, però, non si prende gioco di Steve McQueen, come invece sembra fare con Bruce Lee.

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D’altra parte, Shannon ha spiegato che il ritratto che la pellicola fa del grande attore e artista marziale è errato anche dal punto di vista puramente visivo. Il periodo preso in considerazione dal film, infatti, è quello in cui Lee recitava ne Il Calabrone Verde, show andato in onda dal 1966 al 1967. L’acconciatura e gli occhiali con cui si presenta in scena il Bruce Lee tarantiniano, specifica Shannon, fanno parte invece del look del periodo legato al film I 3 dell'Operazione Drago, uscito nelle sale nel 1973.

Shannon non sente il bisogno di criticare, invece, la performance sul set di Mike Moh, l’attore che porta in scena Bruce Lee, dichiaratosi più volte un grande fan dell'artista marziale. La produttrice spiega che l’interprete ha fatto un buon lavoro nella rappresentazione della gestualità del padre e della sua voce. Nonostante la performance positiva di Moh, Shannon ha sottolineato nuovamente che in ogni caso l’attore è stato diretto in modo da apparire una caricatura del vero Bruce Lee.

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C’era una volta a… Hollywood continua a far parlare di sé, nel bene e nel male. Il film uscirà nelle sale italiane il prossimo 19 settembre. Lo andrete a vedere?

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