C'era una volta... a Hollywood: il red carpet a Cannes fa sognare (ma ci sono problemi coi biglietti)

Once Upon a Time in Hollywood, il nuovo lavoro di Quentin Tarantino, ha ricevuto un’ovazione al Festival di Cannes: il film si preannuncia intenso e immenso, ma qualcuno non è riuscito a entrare in sala, pur essendo in possesso del biglietto.

Autore: Alice Grisa ,

La serata del 21 maggio sulla Croisette si è illuminata d’immenso con il red carpet e la proiezione dell’atteso nuovo lavoro di Quentin Tarantino, Once Upon a Time in Hollywood (C'era una volta... a Hollywood in italiano) che racconterà con lo stile ben noto del regista, che fluttua tra parossisimi di violenza ed exploit di black humor, il massacro di Cielo Drive a opera della setta di Charlie Manson, culminato con l’assassinio di Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski prossima al parto. 

Era l'agosto 1969 e la storia sarebbe cambiata per sempre.

Il red carpet e l’ovazione

Il red carpet è stato un bagno di stelle: Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, i protagonisti della storia, hanno posato con Tarantino e Margot Robbie, che interpreta la diva che aveva sposato Polanski. Tarantino stesso, insieme al direttore artistico del Festival di Cannes, Thierry Fremaux, ha chiesto al folto pubblico in sala di tenersi gli spoiler per sé, perché C'era una volta... a Hollywood va assaporato minuto per minuto, senza sapere troppo dove il regista vuole andare a parare.

La violenza non mancherà neanche in questo film e il sangue scorrerà a fiumi, incorniciando la storia di Rick Dalton, una stella hollywoodiana sul viale del tramonto interpretata da Leonardo DiCaprio. L’uomo non riesce a sentirsi allineato alla nuova contemporaneità, e allo stesso modo il suo stuntman/autista e Cliff Booth, interpretato da Brad Pitt. L’attore vive su Cielo Drive, accanto alla magnifica casa dei Polanski, che sarà presa d’assalto da un gruppo di adepti di Charlie Manson. Il leitmotiv della trama sarà proprio il legame tra attore e controfigura, adagiati in una Hollywood che da splendente si è trasformata, per loro, in crepuscolare.

L’omicidio, avvenuto nell’agosto del 1969, è stato consumato nell'arco di 2 ore e 39 minuti, ed è stato crudele e brutale. Oltre alla Tate sono stati uccisi anche i suoi amici Jay Sebring, Wojciech Frykowski e Abigail Folger, che avevano trascorso la serata con lei.

Il film è stato acclamato dal pubblico con un’ovazione di sei minuti e un applauso lungo e scrosciante. Qualcuno l’ha definito una lettera d’amore a Los Angeles, la città in cui Quentin Tarantino è cresciuto (aveva solo 6 anni all’epoca degli eventi narrati). È un affresco californiano, un film personale e intimista in cui Tarantino ha portato qualcosa di sé, distaccandosi dallo sguardo sardonico che riserva di solito alle proprie vittime, ai propri antieroi sul grande schermo. Qualcuno l’ha definito un grande ritorno a Pulp Fiction, che 25 anni fa aveva vinto la Palma d’Oro a Cannes.

I livelli di lettura sono parecchi, partendo dalle inquadrature struggenti fino alla malizia del metalinguaggio, fino ancora all’approfondimento dei personaggi.

Ma non è andato proprio tutto liscio: ci sono stati dei problemi con i biglietti.

I problemi con i biglietti

Proprio perché era molto atteso, C'era una volta... a Hollywood ha scatenato il caos. Alcuni possessori di biglietti regolari sono stati allontanati dalla première, che si è svolta al Grand Lumière.

Pur essendo arrivati in anticipo, quasi 200 spettatori che avevano prenotato le gallerie (alcuni di loro hanno pagato anche 1000 dollari per un biglietto) sono stati bloccati al limitare del red carpet e dopo l’ingresso del cast sono stati informati che i posti a sedere erano esauriti. Alcuni di quelli allontanati hanno fatto presente, come riporta Deadline (uno dei giornalisti della testata ha subito proprio questa sorte), che l’accesso è stato bloccato dopo aver fatto passare i biglietti attraverso la usuale scansione.

Le lamentele hanno attaccato la malgestione di Cannes e del tappeto rosso, soprattutto in un caso come C'era una volta... a Hollywood, che ha attirato più spettatori di sempre (anche chi in genere percorre il tappeto rosso e fugge, è rimasto).

L’overbooking di C'era una volta... a Hollywood, che ha costretto numerosi spettatori a rinunciare alla proiezione, ha fatto scendere un’ombra sulla stellare proiezione e in molti hanno incolpato il Festival di un’organizzazione troppo approssimativa oltre che per una scortesia nell’allontanare dalla sala i regolari possessori di biglietto.

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In ogni caso, non vediamo l'ora di scoprire nelle sale questo film, che si preannuncia un capolavoro del calibro di Pulp Fiction e Kill Bill.

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