Call of Duty: World War II, la recensione

Autore: Yuri Polverino ,

Il genere degli FPS è certamente uno dei più apprezzati dal pubblico di gamers. Storicamente, infatti, i first person shooter hanno sfornato veri e propri capolavori nella storia del medium, per poi piano piano evolversi. Siamo passati quindi da un concept alla Half-Life, ad un altro invece molto più immediato e, se vogliamo, spettacolare in termini visivi. La saga di Call of Duty incarna perfettamente il fratello gemello degli sparatutto in prima persona story-driven, grazie ad un'impronta molto più massiva e sociale. 

Non bisogna quindi stupirsi se la saga di Activision è una delle più giocate di sempre; capace, negli anni, di cambiare sempre setting e proporre un senso d'innovazione quasi perenne. Tutta questa positività è andata un po' a perdersi nel corso degli anni, da Call of Duty Ghosts in poi. Attualmente sono tre i team di sviluppo che si occupano di COD, ognuno dei quali pubblica il suo capitolo a tre anni l'uno dall'altro. La sequenza è la seguente: Treyarch, Infinity Ward, Sledeghammer. Dopo Infinite Warfare, quest'anno tocca ai ragazzi di Sledge, che tornano ad un setting storico ben lontano da quelle futuristico, che aveva ormai saturato l'interesse dei giocatori.

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World War II è un ottimo Call of Duty, tra i migliori della serie: campagna convincente, multiplayer vario e gameplay fedeli ai dogmi del brand ma rifinito in quasi ogni dettaglio. Insomma un'operazione riuscita, che ridona splendore a un brand che ne aveva davvero bisogno. 

Come i migliori war movie

La campagna single player di WWII era indubbiamente l'elemento più atteso, quello in grado di apportare un peso specifico diverso dalle precedenti incarnazioni. Perché se Call of Duty è principalmente e innegabilmente famoso per il suo multiplayer, il singolo giocatore ha ogni anno la possibilità di rappresentare qualcosa in più nell'economia dell'offerta. Per WWII Sledgehammer ha preso una via molto più spettacolare, cinematografica, intensa. La storia si concentrerà sulle avventure di guerra del soldato Daniels, intento a sopravvivere, aiutato dai suoi commilitoni. 

Dalla durata di circa 6/8 ore, l'esperienza single player di Call of Duty WWII vi calerà in un'atmosfera molto violenta e coinvolgente, ma che non rinuncia a un gameplay discretamente vario. Si passa infatti dalle classiche fasi shooting ad altre più stealth e narrative, oppure a ritmati inseguimenti e sparatorie a bordo dei mezzi più disparati, dalle jeep agli aerei. Il comparto tecnico è di buona fattura, soprattutto in termini di animazioni facciali e colpo d'occhio ambientale. Soffre invece, seppur in minima parte, di cali di frame rate, non sempre stabile, in particolare nei momenti più concitati.

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Le grosse novità in termini di gameplay sono l'eliminazione dell'autorigenerazione della vita del protagonista, e la collaborazione con i compagni. Sarà infatti necessario stare vicino ai nostri amici per poter usufruire delle loro abilità, che ci permetteranno di avere bonus e aiuti di primo livello, dai medi-kit alle munizioni, passando per attacchi di mortaio e letali granate.

Insomma quello che emerge è una struttura ottimamente impacchettata e ben sviluppata a livello ludico; un centro al bersaglio che certamente farà felici i fan di vecchia di data del brand e incuriosirà invece i più giovani: la campagna in singolo è consigliata a chiunque voglia vivere la durezza e la ferocia della Seconda Guerra Mondiale.

Nel cuore della Guerra

Dopo aver esaurito la parte dedicata alla campagna, è ora di tuffarsi nei server multiplayer. WWII abbandona il setting futuristico e tutto ciò che ne consegue, quindi jetpack, wallrun e quant'altro. La Seconda Guerra Mondiale permette di ritornare ai fasti di un tempo, con un gameplay sempre schizofrenico e in linea con i canoni della serie, ma comunque solido e ben ideato, per merito anche di un netcode che non tradisce le aspettative.

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Le vere novità riguardano però la progressione del nostro soldato, ora scandita dalle Divisioni (categorie con bonus e caratteristiche uniche) e dal livello del giocatore. Si tratta di aspetti separati che influiscono in maniera evidente sulla rigiocabilità, e che permettono in qualche modo di amplificare il concetto social del gioco. Grazie al Quartier Generale (nuovo spazio social) sarà possibile confrontarsi con gli altri player sparsi per il mondo, visitando questo particolare hub centrale che offre anche qualche attività secondaria più che gradita.

Le modalità giocabili rimangono le solite, perfettamente legati ai crismi del brand, con l'aggiunta però di Guerra, che recupera l'archetipo di Rush della serie Battlefield ma la evolve, con obbiettivi dinamici e missioni sempre diverse. Al lancio ne avremmo disponibili tre: Operation Breakout, Griffin e Neptune, ma ci è stato assicurato che ne arriveranno altre nel corso dell'era vitale del gioco. Guerra è un ottimo esempio di come Call of Duty possa essere in grado di proporre idee diverse e riuscite. A conti fatti War Mode è l'elemento più riuscito e innovativo di quest'anno.

I fan di Zombies poi avranno una più che gradita sorpresa: WWII dimentica le atmosfere ironiche dei suoi predecessori e sviluppa Nazi Zombies, una modalità molto più horror, tetra, cupa, che grazie anche a grandi attori che prestano il viso ai protagonisti del gioco (David Tennant su tutti) riesce nell'intento di coinvolgere ed  innovare senza però stravolgere. Presenti al solito i numerosi segreti e misteri da scovare, all'interno di una mappa che vi porterà in luoghi molto affascinanti.

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COD WWII

Il nuovo, atteso capitolo della saga distribuita da Activision è dunque un concentrato di buone idee sviluppate in modo quasi ineccepibile. Dimenticati i passi falsi degli scorsi anni, la serie di FPS più famosa e giocata di sempre torna senza dubbio a convincere, facendo felici milioni di appassionati. La campagna in singolo, la modalità Guerra e Nazi Zombies sono le perle di una produzione precisa e che nel corso dei tre anni di lavorazione ha saputo trovare la giusta chiave di lettura, dimostrando ancora una volta che Sledgehammer (assieme a Treyarch) è attualmente la miglior software house in grado di lavorare a Call of Duty.

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