Crazy for Football: un viaggio tra gli istituti di salute mentale italiani

Autore: Alfonsina Merola ,

I pazienti psichiatrici, le case di cura ed i manicomi sono sempre stati un mondo che ha suscitato grande interesse da parte di scrittori e di registi.

La follia è come se fosse avvolta da un mantello misterioso che la rende indecifrabile agli occhi dei "sani". Il delirio può coglierci tutti all'improvviso ma soprattutto rende fragili i soggetti che vengono colti da questo disturbo.

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Esistono vari tipi di disturbi psichici ma tutti sono accomunati dall'universale fragilità che alberga nell'uomo.

Crazy for Football sfiora questo mondo attraverso la forma narrativa del documentario, traspone la realtà ma in un modo nuovo ed interessante. L'idea di  Volfango De Biasi è quella di portare sul grande schermo questa realtà, raccontandola da un'altra prospettiva: quella sportiva.

Santo Rullo, uno psichiatra, diventa direttore sportivo della squadra ed insieme ad Enrico Zanchini, un ex giocatore di  serie A  e a Vincenzo Cantatore, campione del mondo del pugilato, iniziano a reclutare la prima squadra di calcio italiana composta esclusivamente da pazienti psichiatrici.

Ciascuno dei futuri calciatori proviene da varie zone dell'Italia e, una volta formata la squadra, i calciatori dovranno conoscersi ed allenarsi per poter partecipare ai mondiali per pazienti psichiatrici che si terrà ad Osaka, in Giappone.

 

Poster originale di
La locandina originale del film di

Non è la prima volta che la macchina da presa italiana porta sul grande schermo questa realtà e non c'è bisogno neanche di andare a cercare molto lontano negli anni: La pazza gioia (2016), l'ultimo lavoro di Virzì, mostra il delicato confine tra delirio e follia, entrando con ironia, buonumore e drammaticità all'interno dell'instabile mondo psichiatrico.

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Non è neanche la prima volta che il cinema italiano racconta questo mondo attraverso la forma del docu-film: Matti da slegare (1975) di Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Sandro Petraglia e Stefano Rulli è stato girato interamente all'interno dell'istituto psichiatrico di Colorno, in provincia di Parma.

Crazy for Football, a differenza delle pellicole precedentemente citate, riesce a mostrare questo mondo drammatico composto spesso da sofferenza e solitudine da un'altra prospettiva: quella più leggera e spensierata dell'aggregazione sportiva.

Il lungometraggio, da una prima visione del trailer, non pone l'accento sul mondo cupo e sulle personalità sui generis che compongono la squadra ma mostra il loro diventare gruppo. A predominare è l'idea di aggregazione di questi 12 componenti e della loro voglia di giocare insieme: è su questo che si dovrà focalizzare lo sguardo dello spettatore.

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I pazienti vengono ripresi, suscitando una tenerezza drammatica priva di compassione o di pietà perché nonostante le loro problematiche sono uomini che soffrono, ridono ma che, soprattutto, hanno voglia di vivere.

Un altro elemento che emerge è l'importanza che svolge il divertimento come fine terapeutico: è anche attraverso la forma sportiva del gioco che ciascuno può imparare a conoscere l'altro e a vincere le proprie paure.

Il docu-film cerca di combattere il pregiudizio che spesso si ha nei confronti dei malati psichiatrici perché difficilmente ci si riesce a specchiare nel diverso da noi o da quello che non riusciamo a comprendere.

Crazy for Football uscirà nelle sale italiane il prossimo 20 febbraio.

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