Stasera in TV c'è Dunkirk: scopri la storia vera che ha ispirato il film

A ispirare la trama di Dunkirk di Christopher Nolan è stata l'omonima battaglia del 1940 che vide trarre in salvo migliaia di soldati britannici e francesi dalla spiaggia di Dunkerque. Ciò che accadde in quei giorni è stato raccontato minuziosamente.

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Autore: Elena Arrisico ,

A ispirare Dunkirk, il film di Christopher Nolan uscito nel 2017, è stato un pezzo cruciale della storia della Seconda Guerra Mondiale: la battaglia del 1940 che si tenne nel Nord della Francia e che costrinse, a causa dell’attacco tedesco, le truppe sia inglesi che francesi a una ritirata verso il mare. Il luogo in questione era, per l’appunto, quello di Dunkerque - questo il nome originale - dove ben 400mila uomini provarono a raggiungere le coste britanniche. 

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Dunkirk è in TV il 14 settembre su Rete 4 dalle 00.12 e il giorno dopo, il 15, su Iris alle 21.10

Dunkirk è stato particolarmente apprezzato sia dal pubblico che dalla critica, proprio per la sua accurata ricostruzione. Una storia vera, anche se le controversie non sono mancate. Del cast, fanno parte – tra gli altri - Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Harry Styles, Jack Lowden, Tom Hardy, Kenneth Branagh e Cillian Murphy

Scopriamo di più sul film di Nolan e sulla storia vera di Dunkirk.

La trama del film di Christopher Nolan

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Ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, la trama di Dunkirk (qui la timeline spiegata) ha inizio nella primavera del 1940, quando sia l’esercito inglese che quello francese si trovavano circondati dall’esercito tedesco di Hitler. I francesi avevano già perso la guerra: non c’erano abbastanza truppe per proteggere Parigi dai tedeschi. Per quanto riguarda il Regno Unito, la situazione era un po’ diversa, perché c’era il canale della Manica a separare il Paese dai tedeschi e la marina britannica avrebbe difeso il Regno Unito: l’esercito britannico era, però, bloccato in Francia ed era impensabile lasciare al loro destino tutti questi uomini.

Dopo l’accerchiamento del 21 maggio, l’ultimo tentativo di attacco del 22 maggio ai danni dei tedeschi e l’attacco di questi ultimi il 26 maggio, venne presa la decisione – da parte di Winston Churchill – di evacuare via mare l’esercito inglese dalla Francia, grazie all’Operazione Dynamo (che prese il nome dalla stanza nel castello di Dover, in cui si coordinavano le operazioni). Portare a termine questa missione non sarebbe stato facile, perché le navi britanniche dovevano giungere in Francia dopo aver attraversato diversi chilometri di mare, tra mine, attacchi aerei e sottomarini tedeschi.

Una volta giunti a Dunkerque, in Francia - Dunkirk in inglese – le navi avrebbero dovuto caricare i soldati e ripartire di corsa: l’obiettivo era quello di salvare 40mila soldati nei primi due giorni, prima dell’arrivo dei tedeschi, ma i soldati in attesa erano circa 400mila. Purtroppo, le cose non andarono come si sperava: il primo giorno – il 27 maggio – vennero imbarcati meno di 8mila soldati e si cercò l’aiuto di piccole imbarcazioni civili – guidate dai proprietari – per andare in soccorso delle operazioni di salvataggio e fare la spola lungo la Manica.

Il 28 maggio, soltanto 25mila soldati erano stati tratti in salvo. Il 29 maggio si arrivò a 45mila, ma vennero affondate diciannove navi inglesi e francesi. Il 31 maggio, i tedeschi giunsero a Nieuwpoort, vicinissimi alla spiaggia di Dunkirk, quando i militari intrappolati erano ancora oltre 250mila. Fino al primo giugno, si combatté contro l’attacco dei tedeschi lungo tutto il fronte: gli inglesi e i francesi che non si trovavano sulle spiagge di Dunkirk cercarono di resistere, con l’aiuto anche dell’aviazione britannica (la RAF, Royal Air Force).

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Alla fine della battaglia, gli inglesi abbatterono 130 aerei dei tedeschi, perdendone circa un centinaio dei propri per evitare che venissero affondate le imbarcazioni che dovevano portare in salvo i soldati. Grazie all’aiuto degli aerei in cielo, dei civili e dei marinai in mare e dei francesi via terra, nei nove giorni di operazioni, vennero salvati 338mila soldati, circa 240mila britannici e 100mila francesi. Vennero, però, affondate oltre 200 imbarcazioni, tra cui molte barche di piccoli privati.

Il film racconta, dunque, la battaglia di Dunkerque e l’evacuazione dalla spiaggia, nel maggio 1940, ricorrendo a tre linee narrative che si intrecciano tra loro: ognuna di queste si svolge, infatti, in un determinato arco temporale.

La vera storia di Dunkirk: la presenza degli indiani e dei francesi

Ma la vera storia di Dunkirk qual è? Come riportato da GQ, gli storici hanno apprezzato il lavoro di Christopher Nolan e l’accuratezza dimostrata nella propria pellicola cinematografica: il regista è, infatti, stato particolarmente attento a curare ogni minimo dettaglio.

Non sono, però, mancate le polemiche: c’è, infatti, chi pensa che Nolan non abbia messo in risalto il ruolo dei soldati indiani nella Seconda Guerra Mondiale. Come riportato da Slate, John Broich, professore di storia alla Case Western Reserve University, ha fatto notare che la comparsa dei soldati indiani nel film sarebbe potuta servire a ricordare come il ruolo dell’esercito indiano sia stato centrale durante la guerra.

La loro partecipazione ha fatto la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

I soldati indiani furono, infatti, particolarmente organizzati durante la ritirata delle truppe, oltre che di notevole aiuto. Come riportato da Hollywood Reporter, furono 2,5milioni i soldati indiani che servirono l’esercito britannico, durante la Seconda Guerra Mondiale. Secondo BBC News, però, non più di poche centinaia furono presenti a Dunkerque.

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France24 ha, inoltre, riportato che alcuni storici francesi si sono interrogati sulla presenza dei soldati francesi nel film: secondo questi, infatti, non si sarebbe data abbastanza importanza alle decine di migliaia di soldati francesi che, sacrificandosi, resero possibile l’evacuazione; in realtà, però – tralasciando i caccia britannici – i soldati che durante la pellicola combattono i tedeschi nella città di Dunkirk sono proprio dei francesi.

I personaggi storici presenti nel film

Che dire dei personaggi storici? Per quanto riguarda il Comandante Bolton (Kenneth Branagh), sembra sia stato ispirato dal Capitano William Tennant, che fece un enorme lavoro di evacuazione. Personaggi come quelli di Tommy (Fionn Whitehead) e Alex (Harry Styles) sono da considerarsi certamente fedeli alla realtà: diversi sopravvissuti fecero diversi tentativi di lasciare la spiaggia fallendo, prima di poter realmente mettersi in salvo.

Altri punti del film in comune con la realtà? L’uomo che tenta di scappare a nuoto. Come riportato da The Scotsman, Harold Vic Viner – uno dei sopravvissuti di Dunkirk – raccontò di aver assistito al tentativo di diversi uomini di allontanarsi dalla spiaggia a nuoto per cercare di raggiungere l’Inghilterra. Viner descrisse l’avvenimento come una sorta di suicidio, sebbene non si sappia se questi uomini credessero davvero di poter raggiungere il loro Paese a nuoto dalla Francia.

Come rappresentato dal film, inoltre, scoppiarono delle liti tra soldati inglesi e soldati francesi, che cercavano disperatamente di fuggire da Dunkerque.

Quanti furono i morti e i sopravvissuti della battaglia di Dunkerque?

Al termine della battaglia di Dunkerque, morirono 108mila soldati – 68mila dell’esercito britannico e 40mila francesi - oltre ad essere state affondate più di 200 imbarcazioni – diverse erano barche dei privati andati in soccorso – e ad essere abbattuti diversi caccia della RAF.

Le operazioni si dichiararono concluse il 4 giugno 1940. In poco più di una settimana, vennero salvati 338.226 soldati, tra cui circa 240mila inglesi e 100mila francesi. Sulla spiaggia di Dunkirk, vennero lasciati 63mila mezzi, 2400 cannoni, 77 tonnellate di munizioni, 20mila motociclette e 400 tonnellate di altri materiali.

Prima di poter tornare oltre la Manica, l’esercito britannico dovette attendere lo sbarco in Sicilia del 1943. La riuscita evacuazione di Dunkirk venne considerata una vittoria morale per la Gran Bretagna mentre, per la Germania, una delusione che mise in evidenza delle difficoltà tattico-operative.

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